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UK: nuove regole per gli exchange di criptovalute

Secondo le nuove regole introdotte dall’Office of Financial Sanctions Implementation (OFSI) del Tesoro lo scorso 2 settembre, in UK gli exchange e i wallet di criptovalute custodial dovranno segnalare le eventuali violazioni delle sanzioni.

Già in passato la Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito, ovvero l’autorità che regola la condotta delle finanze nel Paese, aveva dichiarato che le piattaforme che si occupano di compravendita di criptovalute hanno il dovere di garantire il rispetto delle regole e delle sanzioni. Ma ora, con questa nuova legge, si fa un passo in più, cercando di far diventare le piattaforme stesse responsabili del controllo delle transazioni.

Infatti, facendo riferimento alle regole del “Money Laundering Regulations” del 2017 e dei regolamenti emanati ai sensi del “Sanctions and Anti-Money Laundering Act” del 2018, la FCA aveva già stabilito che le crypto dovessero essere controllate in termini di antiriciclaggio.

Ma ora, con queste nuove linee guida, si aggiunge che gli exchange hanno l’onere di essere vigili rispetto a quello che avviene sulla propria piattaforma, stando appunto a quanto dichiarato dall’Office of Financial Sanctions Implementation del Tesoro dell’Inghilterra che ha deciso di recente di aggiornare le proprie regole.

Non è attualmente chiaro, però, cosa potrebbe accadere se un exchange non dovesse adempiere a queste nuove regole o se comunque all’azienda dovesse sfuggire qualche transazione illecita.

exchange criptovalute uk
Nuove regole per gli exchange UK

Le sanzioni dell’UK contro la Russia

Per precisare, quando si parla di sanzioni ci si riferisce a quelle misure punitive verso alcuni soggetti o Paesi, al fine di tutelare la sicurezza nazionale come, ad esempio, quelle di recente introdotte contro la Russia a causa della guerra in Ucraina. E proprio in questo caso, in UK hanno imposto delle sanzioni per far sì che nessuno interagisca con la Russia.

In realtà, la lista delle sanzioni introdotte dagli UK nei confronti di Paesi terzi è molto lunga ed in un modo o nell’altro coinvolge, non solo la Russia, ma anche Afghanistan, Bosnia Herzegovina, Burundi, Belarus, la Repubblica centrale africana, la Corea, la Guinea, e via dicendo.

Gli exchange dovranno quindi segnalare ogni violazione all’OFSI, anche solo sospetta, e congelare i fondi o incorrere in accuse penali o sanzioni finanziarie

Anche le aziende di wallet custodial sono incluse nella nuova regola e quindi soggette all’obbligo di segnalazione. Infatti, nel caso della distinzione tra custodial e non custodial, già in passato gli UK avevano deciso di escludere i wallet digitali cosiddetti “unhosted” dal tracciamento.

Ad ogni modo, nello specifico, sul documento si legge che gli exchange e i wallet custodial dovranno “bloccare i fondi a meno che un’altra legge dica il contrario o se la piattaforma ha una licenza OFSI”.

Ovviamente, era già illegale eludere qualsiasi sanzione imposta dallo Stato utilizzando criptovalute, ma ora la modifica alla legge si riferisce anche a tutte le piattaforme che consentono di operare con criptovalute, ora dovranno quindi controllare che le transazioni effettuate sul proprio exchange non comportino alcuna violazione.

Un portavoce del Tesoro britannico ha dichiarato al giornale inglese The Guardian:

“Questi nuovi requisiti riguarderanno le imprese che registrano le partecipazioni o che consentono il trasferimento di crypto asset e che, pertanto, hanno maggiori probabilità di detenere informazioni rilevanti”.

Inoltre, sul documento diffuso dalla FCA, si legge che gli exchange dovranno eseguire nuovi controlli per evitare che gli utenti possano riuscire ad aggirare delle sanzioni. In particolare, si legge nel documento, le aziende dovranno aggiornare le valutazioni in termini di rischio aziendale e del cliente per tenere conto di eventuali sanzioni.

Per farlo, gli exchange in sostanza dovranno essere più stringenti quando si tratta della fase di onboarding di un cliente e quindi del KYC (Know Your Customer) per evitare che degli utenti possano fare uso delle crypto per nascondere proprietà o fonti di guadagno.

Le crypto e gli NFT negli UK

In Gran Bretagna pare che le criptovalute stiano diventando sempre più usate. Una ricerca pubblicata a fine marzo 2022 evidenziava, ad esempio, che oltre il 20% dei cittadini britannici si era detta pronta ad investire in crypto e in NFT.

Questo argomento è tanto sentito in UK che l’All Party Parliamentary Group (APPG) – gruppo informale di parlamentari – aveva annunciato ad inizio agosto l’avvio di un’indagine sulla crescente industria crypto nel Paese.

Questa ricerca sulle criptovalute si è concentrata – la scadenza era per ieri 5 settembre quindi a breve si dovrebbero sapere i risultati dello studio – sulla regolamentazione del settore, sul potenziale delle valute di Stato (CBDC), sui rischi e sui problemi legati alle attività criminali e sulla protezione dei consumatori, oltre che sui piani del governo per rendere il Regno Unito un hub crypto globale.

Non per niente gli UK sono anche stati il primo Paese a decidere di mintare un proprio NFT per segnalare l’impegno del governo stesso verso un “approccio lungimirante” nei confronti delle criptovalute.

A fine luglio la volontà di venire incontro agli exchange – o meglio di cercare di regolamentarli ed inquadrarli nel Paese – aveva fatto sì che venisse organizzato un incontro ufficiale tra il governo britannico e alcune tra le più famose piattaforme di exchange come Binance, Paxos, Coinbase e Circle.

Infatti, secondo quanto dichiarato all’epoca, la commissione del Tesoro UK stava cercando di capire se le crypto potessero mai sostituire le valute fiat e quindi quale effetto le criptovalute potrebbero avere sulla società, a dimostrazione che il governo britannico sia quantomeno cosciente che gli asset digitali si stanno diffondendo sempre di più e che per non rimanere indietro ci si deve adattare.

regolamentazione crypto
La sfida alla regolamentazione delle crypto è un problema comune

I problemi della regolamentazione crypto non solo in UK

Dopo il collasso a maggio del progetto Terra-Luna e della stablecoin USD, gli UK avevano già deciso di intraprendere maggiori misure per controllare il settore. In questo caso più che una tutela dei consumatori, però, si tratta di cercare di porre un freno al riciclaggio di denaro e al possibile non rispetto delle sanzioni imposte.

Ciò che sembra essere in comune della maggior parte dei Paesi è, infatti, che la regolamentazione crypto si concentra maggiormente su antiriciclaggio e non sulla tutela dei consumatori, su registri a cui sottoscriversi (vedi l’introduzione dell’OAM in Italia), ma non su come evitare che dilaghino le truffe e gli scam.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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