HomeCriptovaluteIl CEO di JP Morgan definisce le crypto "schemi Ponzi decentralizzati”

Il CEO di JP Morgan definisce le crypto “schemi Ponzi decentralizzati”

In un’audizione al Congresso degli Stati Uniti d’America, Jamie Dimon, CEO di JP Morgan Chase, ha affermato che le crypto sono degli “schemi Ponzi decentralizzati”.

Interrogato mercoledì in un’audizione sul rapido sviluppo delle risorse digitali, la frase “Sono un grande scettico sui token crittografici che chiami valuta” rivolta a Josh Gottheimer (D-NJ) e ai legislatori del Congresso degli Stati Uniti d’America da Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase & Co. ha avuto un eco enorme. 

“L’idea che sia un bene per chiunque è incredibile, miliardi di dollari vengono persi ogni anno attraverso le criptovalute, collegando le criptovalute a crimini come pagamenti di ransomware, riciclaggio di denaro, traffico sessuale e furto. Le criptovalute sono pericolose”.

Il CEO è intervenuto anche sul tema delle stablecoin che secondo lui non costituiscono affatto un problema:

“Non ci sarebbe niente di sbagliato in una stablecoin, che è come un fondo del mercato monetario, adeguatamente regolamentato. JPMorgan è un grande utente della blockchain”.

Anche in passato Dimon era intervenuto con frasi tranchant sull’asset delle valute digitali.

Una volta affermò che Bitcoin non ha valore e mise in dubbio la fornitura limitata della valuta indicando che il numero di BTC in circolazione sarebbe stato ben superiore ai 21 milioni dichiarati dal protocollo.

Nonostante questa avversione (forse speculativa) il CEO di JP Morgan è un grande fan della blockchain e della finanza decentralizzata. 

JP Morgan e il suo CEO, opinioni differenti su crypto e blockchain

Se da un lato piovono critiche almeno a livello dirigenziale massimo, dall’altro si fa affari con il “nemico”. 

La più grande banca d’affari al mondo ha “coniato” la propria valuta digitale, la JPM Coin e ha inaugurato un lounge nel metaverso. 

Le critiche che vengono dall’alto specialmente se a farle è il CEO della società hanno inevitabilmente un peso importante ma non sempre chi è sul campo è della stessa opinione. 

Molti analisti tra cui Nikolaos Panigirtzoglou, che sono sul campo e toccano con mano le opportunità del mercato, hanno opinioni differenti sul mondo crypto. 

A maggio di quest’anno, Panigirtzoglou ha pubblicato un rapporto in cui afferma che:

“La banca ha sostituito il settore immobiliare con asset digitali come la nostra classe di attività alternativa preferita insieme agli hedge fund”.

Quanto le dichiarazioni del CEO della società corrispondano a ciò in cui crede davvero e quanto le sue parole siano un tentativo di manipolare mercato per trarne profitto non è possibile stabilirlo ma alcuni precedenti lasciano pensare che la pista della manipolazione potrebbe essere non molto lontana dalla realtà (pur sempre restando nel campo delle ipotesi).

In passato in casa JP Morgan già alcuni dirigenti e la società stessa erano stati sfiorati da alcuni problemi legali ai quali stanno tuttora dando conto in termini di immagine.

Le accuse mosse contro alcuni dirigenti di JP Morgan

Gregg Smith e il suo collega Michael Nowak, entrambi ex dirigenti di JP Morgan all’epoca dei fatti, sono stati condannati per frode, per aver manipolato i prezzi nel mercato dei metalli preziosi e spoofing in un programma di 8 anni. 

I due ex dirigenti, hanno dato ordini che sarebbero stati repentinamente annullati prima dell’esecuzione al fine di gonfiare i prezzi degli ordini a cui volevano dare eseguito sul lato opposto del mercato, in particolare sul New York Mercantile Exchange Inc. (NYMEX) e Commodity Exchange Inc. (COMEX), le Borse merci gestite da CME Group Inc.

Polite Jr. A., Vice Procuratore Generale della divisione penale del Dipartimento di Giustizia, ha dichiarato:

“Il verdetto odierno della giuria dimostra che coloro che cercano di manipolare i nostri mercati finanziari pubblici saranno ritenuti responsabili e assicurati alla giustizia. Con questo verdetto, il Dipartimento ha assicurato le condanne di dieci ex trader di istituzioni finanziarie di Wall Street, tra cui JPMorgan, Bank of America/Merrill Lynch, Deutsche Bank, The Bank of Nova Scotia e Morgan Stanley. Queste convinzioni sottolineano l’impegno del Dipartimento nel perseguire coloro che minano la fiducia del pubblico investitore nell’integrità dei nostri mercati delle materie prime”.

l Vicedirettore, Luis Quesada, della Divisione Investigativa Criminale dell’FBI, ha continuato poi incalzando:

“Per anni gli imputati avrebbero piazzato migliaia di ordini falsi per metalli preziosi, creando uno stratagemma che ha indotto altri a fare scambi vantaggiosi. La convinzione di oggi dimostra che, indipendentemente da quanto sia complesso o lungo un piano, l’FBI si impegna a consegnare alla giustizia coloro che sono coinvolti in crimini come questo”.

Non solo dei precedenti legali legati alla società ed al modus operandi di JP Morgan ma anche il suo comportamento nel tempo lascia pensare che l’intervento di Dimon sia probabilmente speculativo se pensiamo alle previsioni fatte nel recente passato dagli analisti della potente banca d’affari.

Lo studio degli analisti di JP Morgan sul prezzo di Bitcoin

Secondo le loro stime di maggio scorso, infatti, il fair value della valuta si conferma essere 38.000 dollari, che è lo stesso valore che gli avevano assegnato a febbraio, con una differenza però: a febbraio BTC quotava 43.000 dollari, mentre oggi è intorno ai 19.000 dollari. 

Lo stesso Nikolaos Panigirtzoglou di cui sopra in merito al valore aveva dichiarato che:

“La correzione del mercato delle criptovalute del mese scorso (riferito ad aprile-maggio) assomiglia più alla capitolazione rispetto allo scorso gennaio/febbraio e andando avanti vediamo un rialzo per i mercati dei bitcoin e delle criptovalute più in generale. La traiettoria per il finanziamento di VC sarebbe cruciale per aiutare il mercato delle criptovalute a evitare il lungo inverno del 2018/2019”.

Un ripensamento di vedute è sempre possibile e Dimon ha espresso il suo pensiero anche se divergente rispetto alla squadra di analisti che dirige e che per suo conto si occupa della vision della storica società.

Le parole del dirigente massimo al Congresso hanno avuto un’eco straordinaria e sono state sottolineate da tutte le testate più importanti, non solo cartacee, ma anche on line e nei social come riscontrabile anche dal tweet di Bitcoin News:

“Sono un grande scettico sui token crypto che chiami valuta, come Bitcoin. Sono schemi Ponzi decentralizzati, ha affermato Dimon”.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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