HomeTradingLe correlazioni restano: fermo lo slancio di Bitcoin?

Le correlazioni restano: fermo lo slancio di Bitcoin?

Bitcoin: Dopo l’apparizione di Powell che scolpisce, come un artigiano, una Fed sempre più Hawish senza lasciare nessun dubbio, dovremmo aspettarci che i mercati continuino a scendere finché proseguirà la politica restrittiva e la curva (US10Y – US02Y) non ritorni positiva. Come nel 2012 con Draghi, anche Powell sta cercando di salvare la Fed, in questo caso la credibilità, contro un nemico inaspettatamente (se così potremmo definirlo) forte come l’inflazione che nei mesi precedenti è stato sottovalutato, ritardato a “combattere”.

Al mercato non piace ciò che si sente in giro da inizio anno su bitcoin

Le tensioni macroeconomiche continuano a “pesare” sui mercati globali, unite a quelle del mondo crypto come Algorand, che ha annunciato di avere un’esposizione di 35 milioni di USDC (inferiore al 3% del suo patrimonio) in Holdnaut. La fondazione ha affermato che sta proseguendo attraverso legali per recuperare i suoi fondi. Ricordo che Hodlnaut è stata una delle aziende più colpite dal crash di Terra Luna, portandola a sospendere i prelievi dall’8 agosto, avendo $317 milioni in UST. Inoltre il co-fondatore di Terra, Do Kwon ha ricevuto la Red Notice dall’Interpol e da parte dei procuratori della Corea del Sud per tentare di intercetarlo (localizzare e arrestare provvisoriamente in attesa dell’estradizione), ha continuato ad essere attivo sui social-media nonostante il potenziale rischio.

Notizia altrettanto importante è che dopo il passaggio di Ethereum verso il Proof-of-Stake (PoS) la SEC (Securities Exchange Commission) ha dichiarato che le transazioni rientrano nella giurisdizione del governo USA a causa della maggior parte dei nodi gestiti nel paese. Quest’ultima non ha del tutto torto, infatti il 42.5% dei 7807 nodi Ethereum si trovano attualmente negli Stati Uniti. Ciò porta ulteriori lati oscuri sulle crypto ed in particolare sulla decentralizzazione di ETH, “danneggiando” la rete e facendo emergere quella che molti non vedono come qualcosa di possibile: la centralizzazione del network.

Per questi motivi e per il clima che si sta respirando, gli investitori rimangono cauti e se nel frattempo perdono denaro (per valutazioni sbagliate) iniziano ad incolpare gli altri per i loro errori: “se non fosse per la Fed o per le Banche Centrali…”, “se la guerra non fosse iniziata o l’Europa avesse agito subito…”, “se i futures non influenzassero l’azione dei prezzi…”  ect ect.

Con i “se” non si arriva da nessuna parte

Dobbiamo avere sempre a mente il contesto macro, le storie a cui vogliamo credere o speriamo che si avverino non determinano l’andamento dei prezzi. Il flusso di denaro lo fa.

Partendo dall’S&P 500 da inizio anno è sceso di oltre 22% mentre il Nasdaq più del 30% e i titoli Tech, che negli ultimi anni erano quelli con le migliori performance, hanno invertito la tendenza. I FAANG, per intenderci, con l’eccezione (al momento) di Apple si trovano a fronteggiare il loro più profondo calo dell’ultimo decennio seguiti a ruota dalle crypto. Infatti le correlazioni sono positive da mesi, Bitcoin da inizio anno ha perso circa il 60% mentre dal massimo storico circa il 70% del suo valore.

Graficamente possiamo da subito notare molta debolezza, con nuovi minimi che si susseguono, suggerendo ulteriori pressioni al ribasso per le attività rischiose. Ciò almeno fino a quando il dollaro (USD) continui ad essere un porto sicuro, infatti ogni qualvolta che quest’ultimo è andato al ribasso abbiamo assistito a venti favorevoli per le azioni e il mondo crypto, e viceversa.

In questo caso, guardando il grafico, la correlazione con il dollaro risulta negativa (inversa) confermando la nostra tesi ed evidenziando un ulteriore correlazione che sta pesando su questi assets: Quella con il VIX e il VXN, anch’essa inversa.

Quest’anno è stato molto volatile, come mostra il grafico sopra, ciò ha instaurato un clima di paura per molti investitori che tentavano di capire quale fosse il picco attraverso gli indici della paura e la fine del mercato ribassista. Intanto l’S&P 500 è sceso tra l’1% – 2% per 29 volte in questo 2022 ma il VIX non è salito sopra il valore 40 che storicamente rappresenta un primo segnale di inversione al rialzo (come nel 2008 e nel 2020).

Infine, vi lascio con un ultimo grafico, una divergenza rialzista tra il prezzo di Bitcoin e l’RSI che potrebbe segnalare un “probabile” cambiamento di tendenza nel breve periodo e un possibile recupero dei 19500 – 22000 dollari.

Conclusioni

La teoria dell’acquistare in basso per vendere in alto non è così semplice da applicare. Risulta facile essere degli “investitori coraggiosi” quando i mercati salgono, e altrettanto difficile quando ci sono

forti perdite e non vedi la luce in fondo al tunnel. Una cosa è certa, non comprerai mai il minimo ma se hai una visione a lungo termine, di solito verrai “ricompensato” dal mercato.

Calogero Selvaggio
Calogero Selvaggio
Analista e scrittore finanziario – Si occupa dello studio dei mercati finanziari, del comportamento degli agenti economici che vi operano, dei macro-sviluppi e degli scenari internazionali. Ricerca e analizza settori e investimenti, trend globali e criptovalute.
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