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Bank of England sperimenta nuove politiche monetarie

Con una mossa decisamente inaspettata, con una mano la Bank of England (BoE) alza i tassi di interesse per la lotta all’inflazione e con l’altra stampa moneta (cosa solitamente in contrasto con la mossa precedente) per sostenere l’economia reale.

Nuove mosse per la politica monetaria della Bank of England

Il Regno di Re Carlo III, una volta superato il cambio al governo del Paese dopo le dimissioni di Boris Johnson e al trono a seguito della dolorosa scomparsa della Regina Elisabetta II alla quale è succeduto il figlio, si era mostrato timido quando la settimana scorsa aveva optato per un aumento dei tassi d’interessi di soli 50 punti base dimostrando di avere paura dei mercati.

Nonostante anche il precedente aumento di tassi fosse stato in linea con l’ultimo gli investitori hanno visto dell’incertezza da parte del governo inglese, una mano più pesante nella lotta all’inflazione era auspicabile visti gli ottimi risultati che gli Stati Uniti d’America stanno ottenendo a suon di aumenti da 75 punti base.

La sterlina con un giro di vite che non si vedeva da decenni aveva portato i tassi a 175 punti base complessivi recuperando qualcosa sul dollaro e ponendosi come terza nella speciale valuta di riserva che vedono prima il Dollaro Americano per distacco con un 40%, l’Euro a quota 20% e la sterlina al 5%.

La direzione politica seppur timida è quella della lotta all’inflazione senza se e senza ma, tuttavia un corto circuito è avvenuto.

Forse per vedute divergenti, l’ala espansiva si è fatta largo bloccando il discorso sulla riduzione del bilancio previsto per il 29 settembre ed è così che il governo inglese ha annunciato l’era del Quantitative Easy.

il Q.E. (Quantitative Easy) è la pratica per cui lo stato stampa valuta al fine di sostenere l’economia reale, solitamente non viene usata contemporaneamente a una fase di aumento dei tassi da parte della banca centrale, in questa fase infatti viene fatto l’esatto opposto del Q.E., ovvero, il Quantitative Tightening.

La strada intrapresa da Londra in realtà, per quanto rara non è una novità, altri governi come quello Turco o El Salvador hanno seguito questa strada anche se con dei distinguo.

Erdogan, il presidente della Turchia, è alle prese con un inflazione record a livello mondiale (oltre l’80%) ma nonostante tutto ha deciso di lasciare invariati i tassi mentre El Salvador anch’esso attanagliato da una enorme inflazione ha optato per puntare tutto sull’acquisto sistematico di Bitcoin.

Inflazione e incertezza geopolitica

In una situazione in cui coesistono la difficoltà nel reperire materie prime, il bear market la fa da padrone in tutti i mercati e il caro energia colpisce duramente le famiglie, l’inflazione è di certo il punto di partenza, il nemico pubblico numero uno da annientare.

A questo scopo quasi tutte le Banche Centrali dei Paesi del mondo, sia di quelli occidentali, che di quelli asiatici, hanno optato per una politica economica aggressiva fatta di forti aumenti dei tassi che per esperienza e dai manuali di economia risulta essere la mossa più efficace nella lotta al male che attanaglia i prezzi dei prodotti.

L’inflazione può avere cause differenti e non è detto che strategie differenti possano fallire, tutt’altro.

Gli Stati Uniti d’America sono stati colpiti da un’inflazione da domanda ad esempio mentre in Europa il problema è l’accesso alle materie prime e il costo dell’energia che nonostante aumenti in tutto il mondo, per via della guerra in Ucraina subisce impennate importanti soprattutto nel vecchio continente.

A completare il quadro ci sono i Paesi come la Turchia di cui sopra o El Salvador che convivono con questo problema da anni e hanno scelto di intervenire in problemi che per i governi dei rispettivi paesi sono più importanti come ad esempio il debito pubblico, la ricostruzione della società anche in termini di lavoro e la geopolitica.

Il caso del Regno Unito tuttavia fa notizia non solo per la scelta strategica di stampare denaro per sostenere l’economia quando la cura sarebbe alzare i tassi ma è la prima volta che a farlo è un paese così importante per l’economia del continente europeo e mondiale (il peso ha raggiunto il 7% dell’economia del mondo).

A onor del vero c’è da dire che un rialzo dei tassi non è una strada totalmente abbandonata da parte della Bank of England ma rialzare i tassi di 50 punti base ad ogni riunione non è di certo al passo con gli interventi delle altre banche centrali di paesi di importanza primaria come gli Stati Uniti o l’Europa o la stessa Cina.

La priorità che il nuovo governo britannico sta considerando è salvare l’economia del Paese e per questo sta agendo in due direzioni, una sarà quella sopra citata di sostenere il tessuto economico con l’immissione di liquidità, l’altra è l’alleggerimento fiscale e delle bollette di cittadini e imprese che si spera contribuirà fortemente a rilanciare i consumi del Regno.

Le priorità dunque dividono il mondo, un mondo che oltre ai problemi economici sta facendo i conti anche con il pericolo di una terza guerra mondiale anche e non solo alla luce dei recenti accadimenti in Ucraina e l’annuncio da parte di Putin di una mobilitazione parziale della potenza Russa con l’impiego di 300.000 nuovi soldati nel Paese ad est dell’Europa per la campagna finale di conquista del paese.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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