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Il nuovo profumo di Elon Musk

Elon Musk, l’eccentrico fondatore di Tesla, ha lanciato un nuovo profumo, che ha venduto 10.000 pezzi in poche ore guadagnando $1 milione.

Elon Musk lancia Burnt Hair, il suo nuovo profumo

Elon Musk non si ferma mai, mentre è ancora alle prese con la querelle su twitter e si presenta come possibile mediatore per trovare un accordo per il conflitto in Ucraina, decide di vendere un nuovo profumo, acquistabile anche con la criptovalute DOGE, ed in poche ore fa il boom di vendite.

Dopo aver promosso questa nuova fragranza chiamata Burnt Hair su twitter sempre sul suo social preferito, che presto dovrebbe e potrebbe diventare il suo, ha scherzato con i suoi oltre 100 milioni di follower dicendo: 

“Con un nome come il mio, entrare nel business delle fragranze era inevitabile, perché l’ho combattuto per così tanto tempo!?”.

Musk ha twittato definendosi un venditore di profumi. aggiungendo sempre scherzosamente di comprare il suo profumo, così che lui possa acquistare Twitter.

Il profumo che costa $100 a bottiglia e dovrebbe essere consegnato  nel primo trimestre del 2023. Se tutto procede come dovrebbe e secondo quelle che sono le notizie lanciate dallo stesso Musk in poche ore sarebbero state vendute 10.000 pezzi, mentre attualmente le vendite dovrebbero attestarsi ad oltre 20.000 confezioni, per  un prodotto che Musk ha pubblicizzato per la prima volta pochi giorni fa.

Musk ha annunciato il profumo martedì scorso e il sito web della sua Boring Company lo ha descritto come:

“l’essenza del desiderio ripugnante”.

In perfetto stile Elon Musk, abituato a stupire e a non essere mai banale.

I prodotti brandizzati Elon Musk

Già in passato Musk, più come sfida che come vero e proprio tentativo di business, essendo già ricchissimo con le sue attività principali, che rimangono le auto elettriche e la società spaziale SpaceX, aveva venduto una tequila a marchio Tesla ed un paio di pantaloncini, produzione poi in seguito abbandonate dopo la produzione di qualche migliaio di esemplare.

Probabile che anche questa alla fine si riveli una sfida o una della ennesime provocazioni, oppure il tentativo di testare la possibilità di vendere prodotti con un altro dei suoi pallini e cioè la meme coin Dogecoin, che grazie ai suoi tweet lo scorso anno era balzata nei primi dieci posti della classifica delle criptovalute più capitalizzate. Il profumo come affermato sempre su twitter dallo stesso Musk sarà acquistabile anche con questa forma di pagamento.

Ma il titolo Dogecoin non sembra aver beneficiato molto di questa notizia, dal momento che ha perso il 5%, toccando uno dei suoi minimi a 0,05 centesimo di dollari, dopo che alla fine di ottobre del 2021 aveva toccato i 0,29 centesimi di dollari. In effetti il titolo paga la fase di mercato altamente negativa delle criptovalute, ma anche la sua effettiva inconsistenza, considerando che gran parte del suo grande successo è dovuto proprio alla grande pubblicità che le è stata concessa dai tweet di Elon Musk, che a gennaio aveva anche affermato che anche Tesla avrebbe accettato come pagamento Dogecoin, insieme a Bitcoin.

La diatriba Musk-Twitter

Ma a parte la vendita di profumi in questi giorni Musk è alle prese con questioni assai più delicate, come quella dell’acquisto per 44 miliardi di dollari proprio di Twitter, per evitare una rischiosa causa legale, intentata dai vertici del social per il ritiro della sua offerta, tre mesi fa, e anche nelle ultime ore per la sua offerta di mediazione della guerra tra Russia e Ucraina, che ha fatto assai discutere.

Per quanto riguarda Twitter, nelle ultime si sarebbe sparsa la notizia che Musk sarebbe intenzionato a chiedere uno sconto del 30% sul prezzo offerto per chiudere la trattativa in breve.

Secondo il New York Times, che cita fonti molto attendibili, i legali di Musk, nei giorni scorsi avrebbero incontrato i vertici del social per chiedere uno sconto sulla offerta iniziale di 44 miliardi di dollari, considerata eccessiva anche alla luce delle rimostranze portate avanti dallo stesso Musk, che lo avevano portato a ritirarsi dall’offerta.

L’offerta di Musk sarebbe stata di acquistare la società cash per $31 miliardi di dollari, invece dei 44 offerti. A quanto risulta al NYT, i vertici di Twitter avrebbero rispedito al mittente la proposta.

Ma sempre secondo alcune fonti citate dal quotidiano newyorkese, le trattative tra le parti sarebbero proseguite sottobanco per cercare di arrivare ad un compromesso. Mercoledì scorso qualcuno ha fatto trapelare la cifra di $39,6 miliardi, che potrebbe effettivamente mettere d’accordo entrambe le parti. E non è un caso che a Wall Street il titolo capitalizzava 39,3 miliardi di dollari.

Si tratterebbe di uno sconto di circa il 10%, che sarebbe comunque un buon compromesso che potrebbe evitare una causa lunga e sfiancante il cui esito rimane comunque incerto. Molti analisti considerano il prezzo offerto da Musk eccessivo e operato in un momento di grande euforia, senza valutare appieno i conti della società, ma puntando solo alla grande voglia di acquistare il social, per trasformarlo radicalmente.

I colloqui sono stati tenuti a pochi giorni dalla prima udienza del processo che dovrebbe tenersi in un tribunale del Delaware, per dirimere la questione tra i due contendenti twitter, parte offesa e Elon Musk in qualità di imputato.

Il problema sarebbe anche quello dei finanziamenti delle banche per poter ottemperare ad una simile offerta monstre anche per l’uomo più ricco del mondo come Musk. Sono molte le incognite adesso legate alla vicenda, considerando che alla base sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario tra le parti. E mentre Musk ha chiesto il ritiro della denuncia per evitare il processo, Twitter sembrerebbe comunque intenzionato ad avere una pronuncia del tribunale che obblighi comunque Musk a rispettare in qualche modo gli impegni presi, come già accaduto.

Twitter vorrebbe in poche parole, secondo alcune fonti, avere la supervisione del tribunale nel processo di chiusura per garantire che Musk mantenga il suo impegno e la richiesta operata appunto dal tribunale, che paghi una commissione di interesse per compensare i ritardi nel processo di chiusura.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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