HomeCriptovaluteChe fine ha fatto il progetto Terra con la sua criptovaluta Luna?

Che fine ha fatto il progetto Terra con la sua criptovaluta Luna?

A maggio ha fatto enorme scalpore la vera e propria implosione del progetto Terra, e della sua criptovaluta Luna. 

Si trattava di un ecosistema basato su una stablecoin algoritmica chiamata UST. Quando, il 10 maggio, il suo valore scese improvvisamente ed ampiamente sotto gli 0,99$, l’intero castello di carte crollò. 

Eppure il progetto, in realtà, sopravvive ancora adesso. 

Anzi, a dire il vero oggi esistono addirittura due ecosistemi Terra, sebbene assolutamente non paragonabili a quello imploso a maggio. 

Il futuro del progetto Terra e della crypto LUNA

Prima dell’implosione la capitalizzazione di mercato di LUNA era di poco inferiore ai 30 miliardi di dollari, mentre oggi nessuno dei due nuovi progetti Terra supera i 2 miliardi. 

Ma per capire il motivo per cui ora esistono ben due ecosistemi Terra bisogna fare un passo indietro e raccontare cosa accadde dopo il 10 maggio. 

La stablecoin algoritmica UST veniva tenuta stabile a circa 1$ da un sistema automatico che creava e bruciava token LUNA. Quando il sistema implose questo meccanismo impazzì, generando in pochissimi giorni oltre 6.500 miliardi di token. Prima del crollo ne esistevano solo 345 milioni

Una volta creata, questa enorme quantità di token non solo ha quasi azzerato il valore di quelli esistenti prima, ma ha reso anche molto difficile eliminarli. Infatti, sebbene vi sia già in atto ormai da mesi un programma di burning, fino ad oggi ne sono stati bruciati pochissimi, visto che la circulating supply attuale è di 6.888 miliardi di token, contro i 6.907 creati complessivamente da quando esiste il progetto. 

Quando il team di gestione del progetto si accorse che non era possibile semplicemente riportare tutto indietro alla situazione iniziale, decise di abbandonarlo e di crearne uno nuovo. 

Ma come spesso accade in questi casi, non tutti coloro che utilizzavano il vecchio protocollo decentralizzato di Terra decisero di abbandonarlo e passare a quello nuovo. 

Quindi di fatto il vecchio ecosistema imploso venne rilevato da un nuovo team di sviluppatori che lo sta tenendo in vita ancora oggi con l’obiettivo di bruciare quanti più token e di cercare di tornare a farlo funzionare più o meno come prima. 

A quel punto, però, sorse un problema, ovvero quello del nome. Infatti, il precedente team quando creò il nuovo ecosistema si portò dietro anche il nome originale, così oggi il nome Terra viene comunemente assegnato al nuovo progetto creato a fine maggio, mentre l’ecosistema originale è stato rinominato in Terra Classic. 

Anche la criptovaluta è stata rinominata, con quella vecchia che ha preso il nome di LUNC (Luna Classic), mentre quella creata a fine maggio si è ripresa il nome LUNA. Questo purtroppo crea molta confusione, anche perchè spesso c’è ancora chi si riferisce alla vecchia criptovaluta con il suo precedente nome, Luna, al posto che con quello nuovo, LUNC. 

Per rendere questi asset ancora più riconoscibili è stata rinominata in USTC (TerraClassicUSD) anche la stablecoin, anche se sul nuovo ecosistema per ora non ve n’è traccia. 

La convivenza tra Terra e Terra Classic

Pertanto di ecosistemi Terra ne esistono due, uno chiamato Terra Classic, che è l’originale imploso a maggio, ed uno nuovo chiamato semplicemente Terra. 

Anche di criptovalute Luna ne esistono due, una chiamata LUNC (Luna Classic), che è l’originale implosa a maggio, ed una nuova chiamata semplicemente LUNA. 

Invece di stablecoin algoritmiche ne esiste una sola, la vecchia UST rinominata USTC, anche se ormai non è più una stablecoin da quando il suo valore è imploso. 

Il vecchio team che ha creato il nuovo ecosistema Terra è sostanzialmente lo stesso di prima, con a capo quel Do Kwon che attualmente è ricercato dalla polizia. Questo getta un’ombra cupa sul futuro di questo nuovo progetto. 

Invece il nuovo team che ha rilevato la gestione del vecchio ecosistema, ora rinominato Terra Classic, è differente, ma stando ad alcune loro dichiarazioni anche il futuro di Terra Classic sembra cupo. 

Infatti hanno affermato che intendono riportare UST ad 1$ sul lungo periodo, ma attualmente ciò sembra praticamente impossibile. Ovvero le loro dichiarazioni sono di natura molto dubbia. 

Dopo il crollo di maggio UST, anche se ora va chiamato USTC, scese addirittura fino a 0,006$ a giugno, anche se da allora in effetti si è un pochino ripreso. Infatti, il suo prezzo di mercato attuale è di 0,048$, ovvero otto volte il minimo di giugno. 

Tuttavia, è ancora del 95,6% inferiore a quello originale di 1$, e per recuperare quel livello dal prezzo attuale dovrebbe fare un clamoroso ed incredibile +1.980%. Queste sono percentuali di crescita impensabili per quella che dovrebbe essere una stablecoin. 

Oltretutto, questo piano prevede il burn di un’immensa quantità di token, ed è molto difficile immaginare che il team che gestisce ora il progetto Terra Classic sia in grado di trovare così tanti token USTC da bruciare. 

Prima del crollo di maggio, i token UST che allora erano in circolazione erano arrivati ad essere circa 18,7 miliardi, mentre ora sono scesi a 9,8 miliardi. Però, va detto che il grosso dei burn fu fatto proprio a fine maggio, con una coda ad inizio luglio. Da allora ne sono stati bruciati solo 5 milioni su oltre 9,8 miliardi. 

Insomma, i conti non tornano: a questo ritmo pare proprio impensabile che USTC possa tornare a 1$. 

La vecchia LUNC e la nuova LUNA

Il discorso è ancora diverso per LUNA e LUNC. 

Per quanto riguarda la vecchia criptovaluta LUNC (Luna Classic) a maggio il crollo fu ancora più clamoroso, perchè passò da 86$ a 0,0012$ in una sola settimana. D’altronde con la creazione di 6.500 miliardi di nuovi token in pochi giorni, a fronte di una precedente supply di 0,345 miliardi, il loro valore di mercato non potè fare altro che implodere. 

Nei mesi seguenti il prezzo di fatto continuò a scendere ed a lateralizzare, fino a toccare gli 0,00004$ a giugno. Praticamente aveva perso il 100% del valore iniziale. 

A partire da fine agosto però ha avuto un piccolo rimbalzo. In realtà si tratta di un enorme balzo in percentuale rispetto ai minimi di giugno, ma nemmeno lontanamente sufficiente per recuperare tutto il terreno perduto. 

Oggi il suo prezzo di mercato è inferiore agli 0,0003$, ovvero circa il 100% inferiore ai massimi di aprile, ma del 650% superiore ai minimi di giugno. 

Si tratta comunque ancora di una criptovaluta puramente speculativa, anche se un minimo di possibilità che possa tornare ad essere qualcosa di concreto ci sia. 

La nuova LUNA invece ha avuto una storia un po’ meno martoriata. D’altronde è nata a fine maggio, ovvero dopo l’implosione del vecchio ecosistema Terra. 

Il suo massimo storico è stato toccato nella stessa giornata di lancio, ovvero il 28 maggio, quando sfiorò i 19$. Il 9 giugno però era già scesa a circa 2$, e da allora non è più stata in grado di superare i 3$ se non in rare occasioni. 

A dire il vero l’11 settembre superò anche i 6$, ma si trattò solo di un fuoco di paglia. 

Il suo valore attuale, 2,7$, è sempre compreso nel range di oscillazione tra 2$ e 3$ all’interno del quale lateralizza da giugno, ed è comunque dell’85% inferiore al massimo storico di fine maggio. 

In teoria dietro al nuovo progetto Terra, ed alla nuova criptovaluta LUNA, ci dovrebbe essere un progetto concreto, in continuazione di quello precedente, ma in realtà nel corso dei mesi non sono stati fatti molti passi in avanti concreti. Inoltre i problemi giudiziari di Do Kwon non aiutano affatto lo sviluppo di questo progetto che parte da basi per nulla solide ed ha prospettive tutt’altro che rosee.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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