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Intelligenza artificiale e Blockchain: la futura collaborazione

La collaborazione tra l’intelligenza artificiale distribuita e la blockchain rappresenta ormai il futuro delle banche e delle assicurazioni. 

Nel dettaglio, sappiamo che l’intelligenza artificiale distribuita (DAI o anche detta intelligenza artificiale decentralizzata) è un sottocampo di ricerca sull’intelligenza artificiale. Questo sottocampo si dedica allo sviluppo di soluzioni distribuite per problemi ed è strettamente correlato al campo dei sistemi multi-agente. 

La blockchain, invece, è la struttura decentralizzata per eccellenza. Nello specifico, si occupa della gestione intelligente inerente alla lettura e scrittura su database replicati. Nella blockchain, le informazioni vengono validate in maniera matematica grazie ad un algoritmo e non grazie alla fiducia riposta in un ente centrale. 

Queste due strutture decentralizzate, DAI e blockchain, hanno l’urgenza di collaborare tra loro. In caso contrario, la perdita di clienti, anche nell’ambito dell’industria 4.0, sarebbe imminente. 

I vantaggi del connubio tra intelligenza artificiale e blockchain

I vantaggi dell’unione DAI e blockchain sono numerosi. 

Prima di tutto, la possibilità di creare una o più blockchain di banche e assicurazioni connesse fra loro velocizza le transazioni, migliorandone la sicurezza e la trasparenza, oltre all’ottimizzazione del controllo dei dati. 

Inoltre, da quest’alleanza tra società finanziarie, ci sarebbero interessanti sviluppi nell’ottica della personalizzazione dei prodotti e servizi per il cliente finale. Ad esempio, customer care gestiti da chatbot e guidati da machine learning e algoritmi. Questo favorirà una risposta ai problemi dei clienti più soddisfacente e rapida.

Inoltre, data l’imminente evoluzione dell’intelligenza artificiale, ai suoi scopi occorrerà necessariamente un canale come la blockchain. Infatti, l’ambiente della blockchain è ideale per scambiare informazioni e comunicare in tutta sicurezza. 

Questo grazie alla sua rete peer-to-peer, la quale ha una struttura che funziona a grandi linee come il cervello umano, data la presenza di nodi e della modalità in cui le informazioni e i dati vengono registrati.

Il funzionamento della blockchain, infatti, verte tutto sugli scambi tra nodi del sistema, che risultano validi per tutti in tempo reale. La novità: a gestirli non c’è alcuna autorità centrale.

Passando agli istituti finanziari, sappiamo che la loro mission per i prossimi anni sarà quella di catturare il nuovo target dei millennial. In altre parole, i giovani, i quali prediligono la sharing economy ai tradizionali servizi finanziari. La sharing economy, infatti, si basa sull’accesso e lo scambio di risorse, piuttosto che sul loro acquisto. 

Dunque, per conquistare la generazione dei millennials, una cerchia per nulla ristretta, è necessario che la finanza abbracci la collaborazione tra intelligenza artificiale e blockchain, se vuole salvarsi. 

DAI e Blockchain: i settori in miglioramento 

A seguito della futura interazione tra intelligenza artificiale e blockchain, i settori a cambiare e a trarne vantaggio saranno molteplici.

Tra i primi, il settore della sicurezza. Infatti, individuare transazioni sospette è una delle sfide del futuro delle banche. Alcune impiegano già al momento dei servizi di machine learning, in grado di identificare le truffe in maniera istantanea. 

La personalizzazione, che si basa sul sistema delle recommendations alla base di Facebook, di Amazon e Spotify, in cui gli “amici” ti suggeriscono cosa fare, è destinata a diffondersi su larga scala. 

Non indifferente, è anche il potenziamento della velocità. Il trasferimento delle informazioni e dei dati permetterà ai consumatori una migliore e più rapida interazione con gli istituti finanziari. 

Utilizzare la blockchain per dare ai diretti interessati l’opportunità di collezionare i punti della carta fedeltà e di investirli su vari mercati, con la rete peer to peer deputata a rendere automatici i controlli e le verifiche, è uno dei tanti possibili scenari del medio termine.

Come si anticipava in precedenza, anche l’assistenza alla clientela ne avrà notevoli vantaggi. Infatti, il ricorso ai chatbot, programmi in grado di simulare conversazioni umane, sarà la costante del futuro. 

I chatbot funzionano a tutti gli effetti come gli esperti che rispondono alle FAQ degli internauti che si collegano al sito internet. Lo stesso varrà per lo sviluppo degli algoritmi in grado di rispondere alle varie esigenze dei clienti. 

Infine, il lending che, dopo aver analizzato le credenziali di accesso di tutti i clienti registrati alla blockchain, permetterà uno sblocco dei fondi più rapido ed efficace. 

Le parole di Orlovsky Maxim

Orlovsky Maxim, tra i più esperti a livello internazionale per quel che riguarda le neuroscienze, scrisse non molto tempo fa un interessante post su Medium a proposito di blockchain e intelligenza artificiale.

Nel post, Maxim scrive:

“Partendo dall’evoluzione biologica e terminando con la libera economia, l’evoluzione riguarda sempre la competizione e l’adozione.

Cosa ha accelerato il processo di avanzamento dell’uomo un milione di volte? La lingua, come strumento di comunicazione […] Quindi, qui abbiamo il nostro segreto principale rivelato: blockchain renderà per l’IA multi-agente la stessa cosa che il linguaggio scritto ha creato per gli umani; dovrebbe fornire mezzi di evoluzione accelerata”.

Ciò significa che la blockchain rappresenterà per l’intelligenza artificiale ciò che il linguaggio scritto è stato per il cervello dell’uomo e per la sua costante evoluzione.

Nello specifico, vorrà dire che, nel momento in cui la blockchain offrirà un canale per favorire lo scambio di dati e di informazioni in tutta sicurezza, l’impatto dell’intelligenza artificiale sarà più o meno lo stesso di quello dell’avvento della scrittura. 

Intelligenza artificiale nell’industria 4.0 

Con la diffusione su larga scala dell’associazione tra l’intelligenza artificiale e la blockchain si registrerebbero interessanti cambiamenti anche per il mondo dell’industria 4.0, poiché cambierebbe il modo di produrre, o meglio di produrre le cose.

Precisamente, non si parla solo di software, di algoritmi, di automazione, di robot e di hardware, ma di concetti più complessi, come ideare e produrre beni on demand, dematerializzare e disintermediare.

È importante definire quali sono le novità dell’industria 4.0 per avere un quadro chiaro della situazione. In prima battuta, lo smart manufacturing, in cui il sistema di produzione verterà sul monitoraggio dei processi fisici aziendali da parte dei sistemi informatici e i processi decisionali finiranno per essere decentrati.

Inoltre, la produzione di beni ex novo. Con l’industria 4.0 entrano in gioco altri aspetti attinenti alla proprietà intellettuale del bene, al copyright e al diritto di vendita.
In questo sistema la blockchain avrà un ruolo fondamentale, poiché dovrà assicurare e controllare l’identità delle persone, garantendone l’anonimato.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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