HomeCriptovaluteCoinbase: niente class action per la vendita di crypto non registrate

Coinbase: niente class action per la vendita di crypto non registrate

Ieri è stata diffusa la notizia che la richiesta di class action contro Coinbase, per l’accusa di aver venduto crypto come security non registrate, è stata respinta.

Il titolo Coinbase in Borsa ha subito reagito con un +12%, che non solo gli ha permesso di far registrare il nuovo massimo annuale del 2023 oltre quota 66$, ma gli ha anche fatto recuperare un livello di prezzo che non si vedeva da prima del crollo dovuto al fallimento di FTX. 

Le accuse al colosso degli exchange crypto Coinbase

Non è però tutto oro ciò che luccica. 

Infatti il giudice Paul Engelmayer non ha respinto la richiesta di class action perchè il fatto non sussiste, ma perchè in caso di giudizio finale questo avrebbe avuto impatto sull’intero settore, e non solo sul querelato. 

Anzi, di fatto Engelmayer ha ammesso che 79 dei i token quotati su Coinbase potrebbero essere considerati titoli venduti senza la dovuta registrazione alla SEC, e senza che i clienti siano stati avvertiti dei rischi che correvano.

Quindi la notizia ha scagionato l’exchange dal rischio di subire una class action, ma non dal possibile illecito di aver venduto in modo scorretto delle security. 

Nonostante questo il titolo ha fatto un significativo balzo in borsa, complice anche la giornata particolarmente positiva dei mercati crypto

Il giudice Engelmayer però ha anche affermato che gli espliciti termini di utilizzo che gli utenti di Coinbase accettano quando iniziano ad utilizzare la piattaforma contraddicono l’accusa dei querelanti secondo la quale era proprio Coinbase il “venditore effettivo” di quei token.

Inoltre, non risulta che l’exchange abbia proposto loro di acquistare quei token, perciò il giudice ha respinto le richieste dei querelanti. 

In effetti alla luce delle motivazioni addotte dal giudice alla sua decisione di respingere la richiesta di class action, è possibile affermare che le accuse contenute in quella specifica denuncia siano risultate infondate, ma non che siano infondate anche le accuse generiche di aver venduto in modo illecito titoli non registrati. 

La comunque causa era stata depositata addirittura a marzo 2022, quindi ci sono voluti quasi undici mesi per decidere che non poteva essere portata avanti in questa forma. 

Se da un lato in teoria è assolutamente possibile che qualcun altro sporga una nuova denuncia contro Coinbase con queste accuse, dall’altro però è evidente che ci sarebbe il rischio di un nuovo buco nell’acqua dopo molti mesi di sforzi e spese legali. 

Lo stop del marketplace di NFT

Un’altra accusa contro Coinbase che sembra rivelarsi infondata riguarda l’intenzione di chiudere il marketplace di NFT

Infatti sebbene sia poco conosciuto ed usato, l’exchange americano ha anche un suo marketplace di NFT. 

Di recente ha avvisato ufficialmente che verrà bloccato il lancio di nuovi NFT

L’annuncio però afferma anche esplicitamente che il marketplace rimarrà operativo, ma i sospetti che possa essere sull’orlo di una possibile chiusura ci sono. 

Il problema principale è sicuramente il crollo dei volumi di scambio degli NFT nel corso del 2022. 

In realtà il picco massimo mensile di sempre si toccò proprio a gennaio 2022, ma nel corso dell’anno i volumi di vendita mensili si sono ridotti anche del 94%. Nonostante ciò il mercato degli NFT rimane attivo, tanto che a gennaio 2023 si è registrata una crescita del 57% rispetto a dicembre 2022. 

Inoltre rispetto a gennaio 2021 i volumi attuali risultano essere di 50 volte superiori, tanto da suggerire che quella del 2021-2022 sul mercato degli NFT sia stata una vera e propria bolla speculativa considerabile come un’anomalia non buona per fare confronti con i valori pre e post bolla. 

Da notare comunque che il marketplace NFT di Coinbase è stato lanciato dopo gennaio 2022, ovvero mentre la bolla stava già scoppiando. 

Quindi la decisione di Coinbase potrebbe anche solamente essere quella di sfruttare questo periodo di flessione per cercare di migliorare il servizio, anche se non sembra possibile escludere del tutto che in futuro l’exchange possa invece decidere proprio di chiudere o cedere il suo marketplace NFT.  

Il marketplace NFT di Coinbase

Stando però ai dati di Dune, in diversi giorni di gennaio 2023 non c’è stato alcuno scambio di NFT sul marketplace di Coinbase.

Il grafico mostra chiaramente come i volumi di scambio sono stati concentrati soprattutto in soli cinque mesi del 2022, con il volume complessivo di sempre che supera di poco i 7,3 milioni di dollari. 

È pertanto lecito ritenere che l’exchange ci stia perdendo, a livello economico, nel fornire agli utenti questo tipo di servizio, tanto che anche in quei soli 5 mesi in cui ha funzionato bene probabilmente il gioco non valeva la candela. 

Non bisogna dimenticare che l’anno scorso la società è stata costretta a licenziare molti dipendenti, a causa del bear market, cosa che suggerisce in modo esplicito che avessero troppe spese. 

A questo punto l’ipotesi che Coinbase possa decidere di arrivare anche a chiudere il suo marketplace NFT diventa assolutamente credibile. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick