Che El Salvador sia ormai una sorta di “patria” per Bitcoin si era già ampiamente capito, ma che anche il Texas aspirasse ad un ruolo tale non era affatto chiaro.
Tuttavia, il Texas produce ancora grandi quantità di fonti di energia fossile, e quindi potrebbe essere interessato a sfruttare Bitcoin per monetizzare l’eventuale eccesso di energia prodotto, dato il basso costo di produzione.
Infatti, non è un caso che ad esempio alcune mining farm di Bitcoin in Texas tempo fa abbiano iniziato ad utilizzare il gas di scarto per alimentare le loro macchine.
Summary
Bitcoin (BTC): l’iniziativa di El Salvador in Texas
Un paio di giorni fa l’ambasciatrice di El Salvador negli USA, Milena Mayorga, ha annunciato di avere un nuovo alleato, il Texas per l’appunto, con cui stanno discutendo la possibile apertura di una seconda ambasciata Bitcoin e di progetti di scambio commerciale ed economico.
El estado de Texas, nuestro nuevo aliado.
En mi encuentro con el Secretario Adjunto del Gobierno de Texas, Joe Esparza @TXsecofstate, abordamos la apertura de la segunda Embajada #Bitcoin y de ampliar los proyectos de intercambios comerciales y económicos. 🇺🇸🤝🇸🇻 pic.twitter.com/NcmOjeadl6
— Milena Mayorga (@MilenaMayorga) February 14, 2023
Mayorga ha incontrato ufficialmente il vice-segretario di Stato del Texas, Joe Esparza, ed ha comunicato che nel 2022 il volume complessivo degli scambi commerciali tra El Salvador ed il Texas è stato di oltre 1,2 miliardi di dollari.
El Salvador è uno Stato piccolissimo rispetto al Texas: 21.000 km² contro quasi 700.000 km², e sei milioni e mezzo di abitanti contro 28,7 milioni. Basti pensare che la sola area urbana dove è situata Huston, ovvero la principale città del Texas, conta ben 5,8 milioni di abitanti.
Il Texas, inoltre, è anche una vera e propria potenza economica, con un PIL che non solo è il secondo assoluto tra tutti gli Stati USA, ma che da solo risulta essere superiore persino a quello della Russia, del Canada, o dell’Italia.
Quindi per El Salvador può essere un alleato molto importante, dato che il PIL annuale di El Salvador è di soli 32 miliardi di dollari. ovvero solo 27 volte superiore a quello del volume dei rapporti commerciali con il Texas.
Rimane però difficile in questo momento immaginare quale ruolo potrebbe realisticamente avere Bitcoin all’interno di questo rapporto, e perché Milena Mayorga ha definito “ambasciata Bitcoin” quella che vorrebbero aprire in Texas.
La precedente ambasciata Bitcoin di El Salvador
In realtà El Salvador ha già creato un’ambasciata Bitcoin.
Lo ha fatto ad ottobre 2022 a Lugano, in Svizzera, ovvero in occasione del Plan B Forum.
The world’s first #Bitcoin diplomat representing the world’s first #Bitcoin nation in the first ever #bitcoin embassy of 🇸🇻 in Lugano
@JosueLopezGal pic.twitter.com/jGsVZa09F9
— Stacy Herbert 🇸🇻🚀 (@stacyherbert) October 28, 2022
L’ambasciatore è Josue Lopez, console onorario di El Salvador in Svizzera.
Lopez afferma di rappresentare entrambi i Paesi, e di essere bullish sia Lugano, sia su El Salvador, sia su Bitcoin.
Humbled and honored to be given this immense responsibility, to represent both of the countries that formed me and were part of my development. Bullish on Lugano 🇨🇭, Bullish on El Salvador 🇸🇻 and Bullish on #Bitcoin. pic.twitter.com/In9be9HMUI
— Josue Lopez 🇸🇻 (@JosueLopezGal) October 28, 2022
A questo punto si potrebbe immaginare che un’iniziativa simile in Texas suggerisca che anche lo Stato USA stia pensando di fare qualcosa in più con Bitcoin.
Lugano, infatti, sta cercando di rendere BTC ed USDT spendibili ovunque in città, tanto da essere diventata a tutti gli effetti una città Bitcoin-friendly. Che anche lo Stato del Texas voglia diventarlo?
Il Texas e Bitcoin
A gennaio il Texas ha presentato una proposta per consentire a Bitcoin di essere riconosciuto come un investimento autorizzato.
Questo consentirebbe anche alle istituzioni di investire in Bitcoin, e sembra proprio suggerire che in Texas ci sia un interesse politico con la finalità di far diventare lo Stato Bitcoin-friendly.
D’altronde gli USA sono in assoluto il maggior Paese al mondo per hashrate di Bitcoin, ed il Texas sicuramente non vuole perdere l’occasione di fare business con il mining.
A ciò c’è da aggiungere che ormai lo Stato è da tempo interessato anche all’innovazione tecnologica, come dimostra ad esempio la Giga Factory di Tesla aperta l’anno scorso ad Austin.
Non è invece ancora ben chiaro quale ruolo avrà Bitcoin sulle finanze pubbliche e sugli investimenti istituzionali in Texas, ma è più che plausibile che da questo punto di vista qualcosa si sia già mosso, sebbene non ancora ufficialmente.
La cosa certa è che se il Texas decidesse di diventare Bitcoin-friendly la cosa potrebbe avere un forte impatto positivo sul mercato di BTC, soprattutto sul medio e sul lungo periodo.
Lugano è una città davvero piccola, per quanto importante come hub crypto europeo, mentre il Texas è una vera e propria potenza mondiale. Se da un lato è difficile immaginare che possa fare concorrenza a New York, ed a Miami, come principale hub crypto americano, dall’altro però non è affatto possibile immaginare che possa diventarlo.
D’altronde lo stesso El Salvador sta cercando di diventare un hub crypto dell’America Latina, quindi un’alleanza tra i due suggerisce che in effetti potrebbero essere al lavoro su progetti simili, su territori diversi.
Non è nemmeno da escludere che questa possa essere una mossa politica, dato che l’attuale governo statunitense è democratico ed apparentemente scettico sulle criptovalute, mentre il Texas è un feudo repubblicano e potrebbe giocare un ruolo chiave alle prossime elezioni presidenziali.
Oltretutto, quello che dovrebbe essere uno dei principali candidati repubblicani alla presidenza nel 2024 è il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, sostenitore di Bitcoin, e governatore dello Stato in cui c’è l’attuale maggiore hub crypto degli USA, Miami.
Da notare che da quando è stato eletto il nuovo sindaco democratico di New York, nel 2021, la città non è ancora riuscita a diventare un vero e proprio hub crypto nonostante i proclami e le ambizioni in tal senso, mentre Miami lo è già diventata a tutti gli effetti con un sindaco repubblicano.
È pertanto possibile che lo scontro politico negli USA tra democratici e repubblicani si stia giocando anche sul ruolo che devono avere le istituzioni nei confronti del settore crypto, ed in questo certo non aiuta affatto che il co-fondatore e CEO di FTX, Sam Bankman-Fried, abbia supportato soprattutto i politici democratici.