HomeCriptovaluteJanet Yellen al G20: non vogliamo vietare le crypto

Janet Yellen al G20: non vogliamo vietare le crypto

Ieri si era diffusa una notizia falsa secondo cui al G20 in corso a Bangalore, in India, stessero discutendo di un possibile ban sulle crypto. A smentire questa ipotesi ci ha pensato il Segretario del Tesoro statunitense, nonché ex Presidente della Fed, Janet Yellen, che ha dichiarato a Reuters

“Non abbiamo suggerito di vietare completamente le attività crypto, ma è fondamentale mettere in atto un solido quadro normativo. Stiamo lavorando con altri governi”.

Janet Yellen e il ban crypto

La voce – poi rivelatasi falsa – secondo cui il G20 stava prendendo in considerazione l’ipotesi del ban totale alle criptovalute è stata messa in circolazione dall’attuale Presidente della banca centrale indiana. 

Infatti, proprio in India qualche anno fa fu emesso un ban nei confronti delle criptovalute, ma la Corte Costituzionale lo abolì affermando che era incostituzionale. 

Sembra che da tempo nel Paese vi sia in atto una vera e propria battaglia delle autorità governative nei confronti delle criptovalute, e dato che per ora questa battaglia le autorità la stanno perdendo, probabilmente hanno provato a chiedere aiuto al G20. 

Ma il singolo Paese con maggior potere nel G20 sono gli USA, che sono tutt’altro che contrari alle criptovalute. 

La stessa Yellen non è particolarmente favorevole, ma è costretto giocoforza a seguire le indicazioni del suo governo, e del Congresso, che non sembrano affatto voler rinunciare alla possibilità di sfruttare queste occasioni offerte dall’innovazione tecnologica. 

Quindi in India il ban crypto non c’è, e la banca centrale indiana non è riuscita nemmeno ad ottenere l’appoggio del G20 per cercare di riproporre una misura che, comunque, rimarrebbe incostituzionale. 

Non va dimenticato che il governo indiano di Narendra Modi è da molti considerato un governo populista, ovvero in cui la propaganda e gli slogan contano forse persino di più dell’azione concreta di governo.

In quest’ottica le dichiarazioni del presidente della banca centrale indiana assumono più un senso propagandistico che non un reale tentativo di arrivare ad imporre al G20 una misura che altri paesi non condividono. 

Basti pensare a quanto ad esempio il Texas sta facendo per il mining di Bitcoin per rendersi conto del fatto che gli USA sono fondamentalmente contrari a bannare le criptovalute, in particolare Bitcoin. 

Gli auspici di Janet Yellen sul mondo crypto

Detto questo, Janet Yellen ha anche esplicitamente auspicato che si arrivi ad una rigida regolamentazione delle criptovalute. 

Da notare che sempre in questi giorni anche l’attuale presidente della SEC, Gary Gensler, è intervenuto per chiedere una regolamentazione più rigida. 

Lo ha fatto indirettamente durante un’intervista con il giornalista Ankush Khardori del New York Magazine, a cui ha dichiarato che l’unica criptovaluta che non andrebbe considerata una security è Bitcoin. 

Infatti secondo Gensler le altre criptovalute hanno dietro un gruppo o una persona che ne promuove la vendita promettendo guadagni, con l’obiettivo di raccogliere fondi. Bitcoin invece non ha dietro nessuno in particolare, tanto che non c’è qualcuno che raccoglie denaro emettendo BTC. Tutti i BTC vengono estratti dai miners, che li vendono per coprire gli elevati costi di estrazione, ed è più o meno sempre stato così. 

Ormai è giunta l’ora di distinguere chiaramente Bitcoin dalle altre criptovalute (le cosiddette altcoin), anche a livello normativo, tanto che la descrizione fornita da Gensler al New York Magazine sembra proprio potersi applicare alla maggioranza delle criptovalute, esclusi Bitcoin e le stablecoin collateralizzate. 

A questo punto gli auspici di Yellen sembrano realistici, soprattutto per ciò che concerne le altcoin. 

La SEC e la CFTC

Negli USA in particolare è in atto una specie di competizione tra la SEC, che si occupa di security, e la CFTC, che si occupa di commodity. 

La nuova regolamentazione crypto a cui sta lavorando il Congresso affiderebbe alla CFTC il controllo del mercato crypto, ma la SEC stando alle parole di Gensler vorrebbe assumersi il compito di vigilare su tutte quelle criptovalute che sono security. 

Dato però che secondo Gensler sono tutte security tranne Bitcoin, alla CFTC rimarrebbe solamente il compito di vigilare sul mercato di BTC. 

In un quadro così confuso e contorto ha perfettamente senso la richiesta di Janet Yellen, perchè da un lato serve chiarezza normativa, e dall’altro serve stabilire come le criptovalute rientrano all’interno del quadro normativo per evitare scappatoie che possano consentire a qualcuno di aggirare norme che invece altri sono costretti a rispettare. 

Inoltre sempre all’interno di questo quadro è necessario distinguere tra criptovalute che sono commodity, come Bitcoin, e criptovalute che invece sono security, come probabilmente la stragrande maggioranza delle altre eccetto le stablecoin collateralizzate. 

Quello che però rimane totalmente oscuro è l’esito che avrà questo tentativo di normare un’asset cass così tanto i versa da quelle sui cui è stato costruito l’attuale quadro normativo. 

La sconfitta di Janet Yellen

Nonostante Janet Yellen potrebbe aver ragione in questo suo nuovo tentativo di chiedere una rigida regolamentazione crypto, in passato però è già stata sconfitta su questo punto dal suo stesso governo. 

Infatti, probabilmente a causa del fatto di essere stata Presidente della banca centrale statunitense, è sempre stata non solo molto scettica, ma anche molto dura nei confronti delle criptovalute. 

Da quando è in carica come Segretario del Tesoro, gennaio 2021, ha provato più volte ad imporre al governo di cui fa parte una linea dura nei confronti delle criptovalute, ma il suo governo non l’ha mai accettata. 

Da quando gli USA, sempre nel 2021, sono diventati il singolo Paese al mondo con maggior hashrate per il mining di Bitcoin, il loro atteggiamento nei confronti di Bitcoin è tutt’altro che duro. Anzi, è piuttosto evidente che negli USA ci siano in atto da tempo diversi tentativi di sfruttare questa nuova tecnologia per fare business, se non per creare nuovo business. 

La battaglia di Yellen contro le criptovalute insomma fino ad ora è stata una battaglia persa, anche se l’ipotesi proposta e sostenuta da Gary Gensler potrebbe dare a questa battaglia nuova linfa. 

Se infatti si imporrà una netta divisione tra criptovalute che sono commodity, come Bitcoin, e criptovalute che sono security, le norme che le regoleranno potrebbero essere anche molto diverse, e diventare molto più rigide per le crypto-security, e molto meno rigide per Bitcoin. 

Quindi Yellen ha perso la sua prima battaglia contro le criptovalute, ma non ha ancora perso la guerra, a patto che si concentri soprattutto sulle altcoin, ed in particolare su quelle che sono evidentemente delle security. 

Non è un caso che l’unica criptovaluta che sia già stata dichiarata moneta a corso legale in due Paesi con milioni di abitanti sia proprio Bitcoin. 

La questione Ethereum

Secondo Gensler anche Ethereum sarebbe una security. 

Se la definizione di Bitcoin come commodity mette d’accordo un po’ tutti, quella di Ethereum come security invece appare ancora decisamente discutibile. 

Infatti nonostante la definizione data da Gensler delle crypto-security sembri adattarsi piuttosto bene alla stragrande maggioranza delle criptovalute, non sembra adattarsi altrettanto bene anche ad Ethereum. 

Quindi per quanto riguarda la definizione di Bitcoin la partita sembra chiusa, così come sembra potersi chiudere anche per quanto riguarda la stragrande maggioranza delle criptovalute che appaiono piuttosto chiaramente come delle crypto-security. 

Per Ethereum, invece, i dubbi sono ancora forti, perché i nuovi ETH che vengono emessi vengono incassati dai nodi validatori come forma di pagamento per il loro lavoro di convalida delle transazioni. 

Il problema è lo staking, perché di fatto promette rendimenti finanziari, rientrando probabilmente in questo modo nella categoria dei contratti finanziari. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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