Negli ultimi giorni sono emersi alcuni problemi che riguardano il rapporto di Meta, ed in particolare di Instagram, con la SIAE e con gli NFT.
Instagram è la popolare App di proprietà di Meta, ovvero la società un tempo chiamata Facebook che controlla ancora il celebre social network e l’app di messaggistica WhatsApp.
Tuttavia da qualche tempo il social network Facebook sembra un po’ in declino, mentre Instagram invece continua a crescere, pur subendo la fortissima concorrenza della cinese TikTok.
Summary
Instagram, gli NFT e l’accordo con la SIAE
Ormai, dopo il mezzo fallimento dell’iniziativa legata al proprio metaverso, Meta ha deciso di puntare soprattutto su Instagram, e da diversi mesi aveva iniziato ad esplorare anche le potenzialità legate agli NFT.
I primi test furono effettuati a maggio dell’anno scorso, e riguardavano in particolare opere d’arte ed un ristretto numero di utenti statunitensi.
A settembre però le nuove funzionalità legate agli NFT sono state aperte a tutti gli utenti USA, con la possibilità di collegare i propri wallet per condividere NFT o oggetti da collezione digitali.
You can now post digital collectibles on @Facebook and @Instagram ✨ Connect your digital wallet to either app and start sharing your #NFTs today.
Learn more 👉 https://t.co/aH8036aVwX pic.twitter.com/0AuZWHUFsy
— Meta (@Meta) August 29, 2022
Allora dichiararono che erano compatibili NFT su Ethereum, Polygon e Flow, con l’obiettivo di estendere il supporto anche alla blockchain Solana ed al wallet Phantom.
Invece pochi giorni fa il capo del settore Commerce & FinTech di Meta, Stephane Kasriel, ha dichiarato che stanno riducendo gli oggetti da collezione digitali (NFT) per concentrarsi su altri modi per supportare i creator.
Some product news: across the company, we're looking closely at what we prioritize to increase our focus. We’re winding down digital collectibles (NFTs) for now to focus on other ways to support creators, people, and businesses. 🧵[1/5]
— Stephane Kasriel (@skasriel) March 13, 2023
Pur non essendoci molte altre informazioni a riguardo, si presuppone che Meta abbia semplicemente deciso di non puntare più sulle funzionalità NFT, anche se per ora non sembra che le abbia eliminate del tutto.
In effetti non pare che questa iniziativa abbia avuto grande successo, forse anche perchè intrapresa in un momento non favorevole.
Prendendo come riferimento il volume degli scambi di NFT in dollari sul principale marketplace, OpenSea, il picco massimo si è verificato a gennaio 2022, in piena bolla.
Quella bolla poi è scoppiata, poco dopo lo scoppio di quella dei mercati crypto, tanto che a settembre, quando Meta di fatto lanciò le funzionalità NFT su Instagram, i volumi di scambio si erano ridotti del 93% rispetto ai massimi di inizio anno, e dell’87% rispetto ad un anno prima.
Sebbene fossero ancora del 230% superiori al primo boom del mercato degli NFT di marzo 2021, l’hype ormai era terminato.
È possibile che la decisione di Meta di entrare in questo mercato sia stata presa durante la bull run, ovvero quando l’hype era esagerato, e che dopo abbiano semplicemente scontato lo scoppio della bolla.
Il mese scorso il mercato degli NFT sembrava essersi un po’ ripreso, con 700 milioni di dollari di volumi scambiati su OpenSea, ovvero il doppio rispetto a settembre 2022, ma l’hype del 2021 ormai si è esaurito.
Dato che Meta in realtà è piena di problemi, tanto che sta continuando a licenziare migliaia di dipendenti, può darsi che abbiano deciso di tagliare alcuni rami morti.
Il social di Meta e la SIAE
In tale contesto è possibile comprendere anche la decisione di non rinnovare l’accordo con la SIAE.
La SIAE è la Società Italiana degli Autori ed Editori, ovvero l’organizzazione che tutela i diritti d’autore in Italia.
Ieri ANSA ha rivelato che Meta non ha rinnovato l’accordo di licenza con la SIAE, ed così sarà costretta a rimuovere da tutte le sue piattaforme le opere di ingegno protette dalla Società Italiana degli Autori ed Editori.
In particolare sarà costretta a rimuovere dal catalogo di Instagram tutti i brani musicali degli autori iscritti alla SIAE, tanto che un portavoce di Meta ha confermato:
“La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità e per questo motivo da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae nella nostra libreria musicale”.
Il portavoce però ha anche commentato maliziosamente che Meta ha accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo, e che continuerà ad impegnarsi per raggiungere un accordo con la SIAE italiana “che soddisfi tutte le parti”.
La stessa SIAE ha aggiunto che la decisione di Meta di escludere il repertorio Siae dal proprio catalogo è unilaterale, e commenta la vicenda affermando che di fatto è stato chiesto loro di accettare una proposta unilaterale di Meta “prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio”.
La questione pertanto sembra di carattere economico.
Infatti, Meta sta apportando ampi e profondi tagli alle spese, e probabilmente aveva in mente di tagliare anche i costi relativi ai diritti di sfruttamento dei brani protetti dalla SIAE sulle proprie piattaforme.
Evidentemente la SIAE non era d’accordo ad accettare una riduzione degli incassi, e così la trattativa è saltata perché le due società non sono riuscite a trovare un punto di incontro.
Dalle parole del portavoce di Meta sembra emergere la volontà di riprendere le trattative, ma da quelle della SIAE sembra emergere anche una certa indisposizione a trattare sulle cifre economiche richieste.
Sta di fatto che Meta non sta passando affatto un buon momento, dal punto di vista economico, ed a farne le spese non sono solo più i dipendenti della società ma anche gli utenti delle sue piattaforme.