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Crypto: le liquidazioni di Celsius potrebbero essere significative

Qualche giorno fa Celsius ha ricevuto dal giudice fallimentare l’autorizzazione a convertire le crypto ancora detenute in Bitcoin e Ethereum. 

In particolare a partire dal primo di luglio ha iniziato il processo di vendita di tutte le altcoin di tutti i clienti, eccetto quelle dei conti Custody e Withhold, in cambio di BTC e ETH. 

Il 5 luglio sono già state effettuate delle operazioni che rientrano in questo percorso. 

Celsius: il processo di conversione delle crypto

Allo stato attuale dei fatti non è noto pubblicamente quando tale processo sarà terminato, e nemmeno si sa di preciso quante altcoin verranno vendute. 

Si sa solo che al processo è stato dato il via il primo di luglio, e che al cinque di luglio alcune vendite erano già state effettuate. 

Va ricordato che la società, o quel che ne resta, ora sono gestite da un curatore fallimentare, e non dai vecchi proprietari o amministratori che l’hanno portata fino al fallimento. 

L’obiettivo della nuova gestione è uno solo: cercare di raggranellare quanti più fondi possibile per poterli restituire a tutti i creditori, in primis ai clienti che ad oggi hanno perso tutto quello che avevano in deposito presso di loro. 

Non va dimenticato che tali crediti vengono calcolati in valuta fiat, mentre molti asset ancora in cassa sono in crypto. In passato questa cosa ad esempio ha aiutato, nel corso degli anni, alcune società fallite a recuperare fondi in valuta fiat da distribuire ai creditori. 

L’idea alla base di questa scelta probabilmente è quella di ridurre i rischi liberandosi degli asset a maggior rischio, per incrementare invece in portafoglio quelli che hanno maggiori probabilità di aumentare in futuro di valore sui mercati. 

L’impatto sui mercati delle altcoin

Secondo alcuni questo processo potrebbe avere un impatto sui mercati delle altcoin, in particolare aumentando la pressione di vendita. 

Ad esempio secondo la società di analisi crypto Kaiko l’impatto potrebbe essere significativo. 

Sebbene non vi siano informazioni adeguate per poterlo stimare, la liquidità di questi token nell’ultimo anno è diminuita in modo significativo, con la profondità del mercato aggregato delle altcoin ancora possedute da Celsius scesa del 40% dal 2022. 

Kaiko stima che tale profondità di mercato attualmente sia di soli 90 milioni di dollari, ma stando ai documenti presentati dalla società in tribunale, Celsius avrebbe molto di più di 90 milioni di dollari in altcoin. 

Pertanto la società di analisi reputa che sarà molto difficile per Celsius liquidare le sue altcoin senza provocare una discesa dei prezzi. 

Il problema sulla crypto Celsius (CEL)

Il problema principale, comunque, riguarda il token CEL emesso da Celsius nel 2018.

Sebbene il suo valore di mercato attuale sia già a -98% dai massimi del 2021, e sia inferiore anche ai livelli pre-bolla di fine 2020, la società ne detiene ancora in grande quantità, ma la profondità di mercato quasi non c’è. 

Secondo Kaiko, la profondità del mercato di CEL è crollata a soli 30.000$, concentrata principalmente su OKX e Bybit. 

Celsius, ai prezzi attuali, risulterebbe detenere ancora addirittura 240 milioni di dollari in CEL, persino più della capitalizzazione di mercato. Bisogna tener presente che la total supply di CEL è di quasi 700 milioni di token, mentre la circulating supply effettiva è di poco superiore ai 400. 

Se veramente Celsius dovesse decidere di vendere sul mercato tutti i token CEL che possiede praticamente potrebbe mandare a zero il suo prezzo, e ad un certo punto non troverebbe più nessuno disposto ad acquistarli. 

Ma le sorti del token CEL ormai da tempo vengono date per spacciate, quindi una sua eventuale implosione totale non sconvolgerebbe molto i mercati crypto. 

Le altre altcoin

Kaiko ha anche rilevato quali sono le altcoin che Celsius ha ancora in cassa. 

Oltre a CEL spiccano BNB, ADA (Cardano), SOL (Solana) e MATIC (Polygon), ma anche DOT (Polkadot), LTC (Litecoin), BCH (Bitcoin Cash), UNI (Uniswap), AAVE, LINK (Chainlink), XLM (Stellar) e EOS. 

Di queste però alcune sembrano essere detenute in quantità minime, come SOL, UNI, ADA, BNB, BCH, LTC, AAVE, DOT, XLM e EOS. 

Invece, potrebbero avere maggiori quantità soprattutto di MATIC e LINK, quindi in teoria potrebbero essere queste due a soffrire di più del processo di conversione. 

Oltretutto, MATIC (Polygon) è già in calo di suo, con un -3% da inizio anno, anche se nell’ultimo mese ha fatto registrare un +21%. A giugno, però, il prezzo era sceso fin sotto gli 0,6$, rispetto agli 0,75$ di inizio anno, ed agli 1,2$ toccati ad inizio novembre 2022. 

LINK (Chainlink) è a +9% da inizio anno, con un +19% negli ultimi trenta giorni. Ma a giugno era sceso a 5,2$, contro i 5,5$ di inizio anno e gli 8,1$ di inizio novembre 2022. 

È pertanto possibile che soprattutto su queste due criptovalute l’impatto possa essere significativo, anche se non quanto sul token CEL. 

Non è invece chiaro quanto possa essere pesante l’impatto sulle altcoin che possiede in quantità limitata, ma alcune di queste negli ultimi tempi non hanno performato molto bene (vedi ad esempio BNB e ADA) e potrebbero tornare a soffrire un po’. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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