Nuovi aggiornamenti della situazione on-chain delle criptovalute: Tether (USDT) vede aumentare la propria presenza sugli exchange, dando stimoli positivi per un incremento della volatilità del mercato.
Nel frattempo BTC si muove nel verso opposto e segna minimi pluriennali nelle riserve degli exchange.
Stiamo per entrare in bull market?
Approfondiamo il discorso in questo articolo.
Summary
Le riserve di Tether (USDT) sugli exchange sono in aumento mentre quelle di Bitcoin toccano i minimi pluriennali
Dai dati on-chain emergono buone notizie per il mercato crypto: sono in aumento le riserve sugli exchange di Theter USDT (ERC-20), la più grande stablecoin per capitalizzazione di mercato.
In particolare è da marzo che stiamo assistendo ad un graduale aumento della presenza di USDT negli exchange crypto, ma da giugno in poi c’è stata un’accelerazione di questo trend.
Generalmente questi andamenti segnalano un bottom nei prezzi negli asset come Bitcoin ed Ethereum e l’inizio di una tendenza al mercato rialzista.
Possiamo, infatti, osservare che nella scorsa bull run, le riserve di Tether (USDT) sono iniziate ad aumentare nei primi giorni di gennaio 2021, proprio in concomitanza con il rally di tutte le crypto del settore.
Una grande presenza di stablecoin all’interno degli exchange è positiva per i tori del mercato, che possono contare su più liquidità per effettuare acquisti e spingere i prezzi al rialzo.
Parallelamente a questo dato interessante per Tether (USDT), dobbiamo necessariamente segnalare la tendenza opposta di Bitcoin, che scarseggia come riserva in molti exchange centralizzati quali Binance, Kraken, Coinbase, Okx e Bybit.
Questo dato può essere interpretato in due modi differenti.
Da un lato segnala che gli hodler stanno rasentando i BTC liquidi disponibili per il trading aumentando le probabilità di una supply shock della crypto e di un pump dei prezzi.
Dall’altro, un basso numero di monete negli exchange apre le porte a scenari di alta volatilità inaspettata e possibili manipolazioni.
In questo momento negli exchange sono rimasti solo 2.252.000 BTC: un livello così basso non si osservava da febbraio 2018.
Come accennato, mentre gli exchange aumentano la propria quota in USDT, gli holder di Bitcoin non hanno ceduto ai recenti tentativi di FUD registrando il livello più alto di sempre per quanto riguarda la supply illiquida della criptovaluta.
Nel dettaglio, secondo i dati di “Ark Invest” circa il 70% della supply circolante di Bitcoin non si è mossa dai wallet dei sostenitori della moneta crittografica per almeno un anno.
Questo rappresenta uno dei motivi principali per cui sugli exchange si vedono ben pochi BTC stanziati come riserva.
L’oro digitale diventa sempre più prezioso e i suoi hodler sono diventati altamente diffidenti nel cederlo alle whale.
Se la tendenza dovesse continuare di questo passo, tra non molto ci sarà una vera e propria guerra per accaparrarsi gli ultimi satoshi liquidi sul mercato, con ovvie ripercussioni positive sul valore della crypto.
Tether (USDT): dati sulle riserve degli exchange in contrasto con le altre stablecoin ERC-20
Se gli exchange di criptovalute stanno registrando incrementi nelle riserve di Tether (USDT), non possiamo dire la stessa cosa per il resto del settore delle stablecoin, la cui presenza si è ridotta notevolmente da Novembre 2022.
Nel dettaglio da quel mese sono evaporati 18,9 miliardi di dollari dalle piazze d’affari crypto, anche a fronte di un incremento di 3 miliardi di dollari in Tether (USDT).
Se da un lato dunque possiamo gioire dal fatto che la stablecoin più grande del mercato stia eccedendo negli exchange, dall’altro dobbiamo preoccuparci del fatto che il resto delle valute crypto ancora al dollaro sia ai livelli più bassi degli ultimi anni, che non si vedevano da aprile 2017.
Questo dato va, tuttavia, rapportato alla delicata situazione del mercato delle stablecoin e della bassa liquidità generale che si registra negli ultimi mesi.
In particolare, dei 18,9 miliardi che sono stati spazzati via da novembre, dobbiamo sapere che più o meno 17,9 miliardi appartengono a BUSD, stablecoin di Binance la cui emissione è stata vietata dalla SEC, con l’emittente Paxos che ha dovuto interrompere il coniaggio di nuove monete.
A novembre 2022, BUSD nella blockchain di Ethereum valeva 21,6 miliardi di dollari mentre oggi conta solo 3,6 miliardi di dollari: un ridimensionamento enorme!
In un contesto delicato come questo, in cui si intersecano dinamiche differenti tra loro, fare un’analisi su come tutto ciò potrebbe condizionare i prezzi del settore delle criptovalute diventa difficoltoso.
L’emergere di Tether (USDT) è positivo per i mercati mentre il tracollo di BUSD è visto ovviamente in maniera negativa.
Al netto delle considerazioni svolte possiamo affermare che in questo particolare momento, visti anche i dati su Bitcoin, la tendenza positiva rimane intatta, con le probabilità che giovano per un rialzo nei prossimi mesi.
Ad ogni modo, chi sta traendo veramente vantaggio in un contesto del genere sono le due monete Teher (USDT) e USD Coin (USDC), che complessivamente ora valgono l’83,5% della capitalizzazione di tutte le stablecoin su Ethereum.
Quanto manca al bull market?
Sebbene la situazione on-chain sembra rassicurare gli investitori crypto con un incremento del numero di Tether iUSDT) all’interno degli exchange e una riduzione parallela della quota di BTC, è ancora presto per urlare al bull market.
La situazione macroeconomica è ancora molta incerta: la Fed con il 92,4% delle probabilità (dati CME) aumenterà i tassi di interesse a luglio di 25 punti base in quello che tecnicamente dovrebbe essere uno degli ultimi movimenti di questo tipo, prima dell’inizio di una politica monetaria espansiva nei primi mesi del 2024.
Il mercato potrebbe scontare in anticipo le intenzione della FED, che cita un mercato forte del lavoro e un’inflazione sotto controllo, ma con la storia ci insegna, non ci possiamo fidare delle banche centrali che fanno bello e cattivo tempo in base alle loro esigenze.
Qualora dovesse essere stabilito un nuovo afflusso di capitali nei mercati speculativi e una riduzione dei tassi di interesse sui titoli di stato, ci sarà anche da osservare quali saranno le tempistiche di tale manovra.
Inoltre, ora c’è in ballo la questione dell’ETF spot su Bitcoin, che se dovesse essere approvato, incentiverebbe la crescita del prezzo della criptovaluta e l’ingresso nel settore da parte di molti soggetti istituzionali.
Ad ogni modo ancora non c’è nessuna certezza, con la SEC che potrebbe rinviare la propria decisione fino a marzo 2024.
In merito alle tempistiche del mercato rialzista, questo non dovrebbe arrivare prima del 2024, dunque in questo preciso momento meglio non essere troppo esuberanti.
A tal proposito Changpeng Zhao, Ceo di Binance, in un AMA su Twitter ha rivelato quelle che sono le sue previsioni per le tempistiche del mercato toro per Bitcoin, che arriverà entro la fine del 2024 ed esploderà positivamente nel 2025.
Se osserviamo i precedenti cicli bull del 2017 e 2021 ci accorgiamo che a seguito del bottom del bear market precedente, c’è stato un periodo di accumulazione pari a circa 500 giorni prima di un effettivo rialzo dei prezzi di Bitcoin.
In attesa che venga eseguito il 4 halving dell’oro digitale, rimaniamo sull’attenti monitorando l’andamento delle riserve degli exchange in Tether USDT e in BTC, le cui variazioni costituiscono le fondamenta del prossimo movimento dei prezzi del mercato