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La forte inflazione in Argentina porta la popolazione a considerare sempre di più un’economia basata sulle stablecoin

In Argentina la forte svalutazione della moneta locale sta devastando le finanze del Paese ed in molti vedono le stablecoin come un luogo sicuro dove parcheggiare il proprio denaro.

Il peso argentino ha perso, infatti, circa il 60% del proprio valore nell’arco di un anno mentre nel frattempo l’inflazione galoppa a ritmi costanti minacciando il potere d’acquisto della popolazione sudamericana.

Javier Miller, candidato alle presidenziali del Paese ad ottobre, potrebbe sostenere un’economia basata sulle stablecoin e sulle criptovalute in generale.

Vediamo tutti i dettagli di seguito

La forte svalutazione del Peso Argentino

L’Argentina sta vivendo un periodo altamente travagliato nel campo monetario, con la propria valuta locale, il Peso argentino (ARS), che perde costantemente valore e gli abitanti che adottano soluzioni alternative come le stablecoin crittografiche.

L’inflazione ha raggiunto la folle soglia del 115% a giugno e sta portando ad una forte svalutazione del potere d’acquisto dell’intera popolazione.

La debolezza dell’ARS non è in realtà una novità per gli argentini, visto che è da decenni che la moneta perde valore nei confronti del dollaro.

Pensate che dal 2013 ha perso circa il 98% del proprio valore, mentre negli ultimi 12 mesi la decrescita è stata di circa il 53%.

Si tratta di una discesa senza freni: se la situazione dovesse continuare così a breve il Peso argentino diventerà carta straccia.

argentina stablecoin

Negli ultimi mesi il trend discendente nei confronti del dollaro americano sembra essere in accelerazione, con il peso argentino che ha perso il 41% da inizio anno.

Solo nell’ultima settimana ha perso più del 20% del proprio valore arrivando al tasso di cambio 0,00246 dollari per peso.

Per un valuta nazionale registrare svalutazione del genere può creare seri danni alle finanze della popolazione, che vede ridurre sempre di più la propria capacità di acquistare beni esportati.

La differenza è netta rispetto ad  altri Paesi più sviluppati e con forti banche centrali come l’America, Il Canada, e l’intera Unione Europea.

L’attuale crisi economica dello stato sudamericano è  talmente forte che è paragonabile a quella di fine anni 90.

argentina stablecoin

Stablecoin: una soluzione per l’inflazione in Argentina

Per fronteggiare questa situazione estremamente difficoltosa la popolazione argentina sta ricorrendo all’utilizzo delle stablecoin crittografiche con valore ancorato a quello del dollaro americano.

Alcune fonti locali riportano un aumento fino al 500% dei volumi in criptovalute movimentati, per lo più con la moneta USDT leader indiscussa del mercato delle stable.

Gli argentini prediligono queste soluzioni basate su blockchain piuttosto che il dollaro stesso per il vantaggio che offre nella disponibilità immediata dei mercati online.

I dollari fisici infatti sono preziosi da ottenere nel Paese sudamericano, dove ovviamente nessuno scambierebbe più il peso, che perde costantemente valore, con la valuta stabile americana.

Dopo l’annuncio della svalutazione di questa settimana che ha portato il cambio ufficiale a 350 pesos per dollaro, tutti i mercati P2P di scambi in crypto hanno visto una crescita incredibili dei volumi.

L’elevata domanda ha portato addirittura gli exchange ed i provider di scambi centralizzati a ricorrere agli acquisti all’ingrosso di stablecoin pagando prezzi maggiorati rispetto all’attuale tasso di cambio. Questo sovrapprezzo ovviamente si è riversato sui mercati crypto argentini, dove le valute con ped USD sono scambiate a prezzi più elevati rispetto ai dollari fisici.

Come accennato, la crypto USDT, emessa dalla società delle Isole Vergini Britanniche Tether, è la più scambiata in questo contesto come copertura alla svalutazione del peso argentino, oltre che ad essere una valuta di regolamenti per esportazioni.

Secondo una fonte interna al sito web “Bitcoin.com”:

Molte importazioni ed esportazioni sono regolate in parte con USDT a causa della mancanza di accesso alle valute. Lo usano anche come copertura perché oggi non ci sono prezzi di riferimento: non sanno quanto pagheranno per le forniture necessarie.”

Javier Miller: il candidato pro-Bitcoin per le presidenziale dell’Argentina potrebbe essere favorevole all’uso delle stablecoin nel paese

Sul fronte politico arrivano buone notizie in Argentina, dove un nuovo candidato alle presidenziali di ottobre potrebbe spingere per un’adozione accelerata di Bitcoin e delle stablecoin.

Il libertario Javier Miller ed il suo partito  “La Libertad Avanza” (LLA) hanno infatti vinto infatti le primarie di domenica 13 giugno raggiungendo il 30% delle preferenze e candidandosi così per le presidenziali di ottobre 2023.

Miller rappresenta un sostenitore della filosofia del Bitcoin, oltre che ad essere un esperto di economia essendo stato professore di macroeconomia, microeconomia e matematica per più di 21 anni in diverse università del Paese.

Qualche mese fa definì la criptovaluta per eccellenza come “una reazione naturale alla truffa delle banche centrali”.

È noto anche che vorrebbe dollarizzare l’intero paese rimuovendo per sempre l’incubo dell’inflazione del Paese.

Basandosi su questi presupposti possiamo ipotizzare che, nel caso di una vittoria ad ottobre contro gli storici partiti di centrodestra e centrosinistra, il mercato delle stablecoin potrebbe aumentare di popolarità in Argentina diventando lo standard piuttosto che l’eccezione del momento.

L’utilizzo di stablecoin come USDT ed USDC potrebbe velocizzare i pagamenti transnazionali con altri paesi oltre che a rendere più efficienti gli scambi nelle piazze di affari online.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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