Le forze di Polizia di Israele sono riuscite a sequestrare le crypto presenti sui wallet di alcuni exchange crypto, ed appartenenti a conti utilizzati da Hamas per raccogliere donazioni dai social network.
Una fonte locale israeliana ha rivelato che la Cyber Unità Lahav 433 della polizia ha collaborato con il quartier generale nazionale per la lotta al terrorismo economico (MTL) del Ministero della Difesa, allo Shin Bet e ad altre agenzie di intelligence, oltre che con alcuni exvhange crypto tra cui in particolare Binance, per portare a termine l’operazione.
Summary
Il sequestro delle crypto sui wallet: ultime news dall’Israele
Ovviamente non si tratta del sequestro diretto dei wallet, dato che la polizia non ha avuto accesso ai seed o alle chiavi private degli indirizzi utilizzati da Hamas per farsi inviare le donazioni in criptovalute.
Una volta però depositati i token sui wallet degli exchange centralizzati è stato possibile collaborare con questi ultimi per far sì che quei fondi ricevuti sugli indirizzi pubblici collegati ad Hamas venissero congelati.
In altre parole ora quei fondi sono di fatto inutilizzabili, anche se per ora rimangono sui wallet degli exchange. L’obiettivo però è quello di trasferirli al tesoro dello Stato israeliano.
La Crypto Unità Lahav 433 è costantemente al lavoro per individuare le piattaforme crypto utilizzate dalle organizzazioni terroristiche per raccogliere fondi, quindi era già pronta a seguire i recenti flussi ancora prima che incominciassero a raccogliere fondi.
Oltretutto con lo scoppio della guerra Hamas ha lanciato una campagna pubblica di raccolta fondi sui social network, chiedendo esplicitamente di inviare criptovalute ai propri indirizzi. Quindi Lahav 433 e MTL sono intervenuti subito per individuare tali conti e farli congelare dagli exchange.
In questo modo praticamente chi ha inviato criptovalute a quegli indirizzi, nella speranza di finanziare Hamas, alla fine invece avrebbe di fatto finanziato il governo israeliano.
Israele: il ruolo di Binance nel caso di sequestro delle crypto sui wallet
A quanto pare Binance si è limitata a collaborare con le autorità, ed a congelare i fondi inviati agli indirizzi pubblici collegati ad Hamas.
Non è ancora chiaro se abbia già anche provveduto a trasferire quei fondi alle autorità israeliane oppure no.
La cosa curiosa è che a marzo la CFTC statunitense denunciò l’exchange ritenendolo responsabile, tra le altre cose, di aver aiutato alcune organizzazioni criminali a raccogliere fondi in modo simile.
Stando a questa denuncia, nel 2019 Binance ricevette informazioni riguardanti proprio alcune transazioni apparentemente collegate ad Hamas, ma il responsabile della conformità dell’exchange, Samuel Lin, affermò in una corrispondenza interna che la cosa gli stava bene. Il fatto è che si trattava di cifre molto limitate, tanto che non vennero ritenute vere e proprie forme di riciclaggio di denaro.
Stavolta invece la collaborazione a quanto pare è stata totale ed immediata.
Va ricordato che Hamas è riconosciuta a livello internazionale come una vera e propria organizzazione terroristica, e questo fa sì che la legge imponga a qualsiasi organizzazione, comprese le banche e le piattaforme di trading, di cooperare con le autorità. Binance in altre parole non aveva scelta.
Inoltre va specificato che il congelamento dei fondi non riguarda genericamente i conti di proprietà di civili palestinesi, ma solo quelli dei conti legati direttamente all’organizzazione terroristica di Hamas.
Non è però stata comunicata la cifra relativa alla quantità di criptovalute sequestrate in questo modo, nè il loro controvalore in dollari.
La reazione di Binance
Oltre a ciò, il cofondatore dell’exchange, Yi He, ha anche commentato questa vicenda su WeChat.
Dopo aver ribadito che Hamas è un’organizzazione terroristica riconosciuta come tale dalle Nazioni Unite, e che quindi Binance non poteva fare diversamente, ha anche aggiunto che mentre la Palestina ha un governo organizzato, Hamas è solo un gruppo militante locale che uccide anche civili.
Ha scritto:
“Hamas non è la Palestina; il congelamento è mirato ad Hamas, non alla Palestina“.
In altre parole gli utenti palestinesi di Binance in teoria dovrebbero poter continuare ad utilizzare la piattaforma come sempre.
Le donazioni a Israele
Invece proseguono senza apparenti intoppi le donazioni crypto ad Israele.
Infatti è stata lanciata un’iniziativa chiamata “Crypto Aid Israel”, ovvero una vera e propria campagna di beneficenza per aiutare i civili israeliani colpiti dal conflitto.
Non si tratta pertanto di donazioni rivolte ad aiutare le autorità israeliane, ma rivolte invece ad aiutare semplici cittadini di Israele in difficoltà a causa della guerra lanciata da Hamas.
Fino ad ora sono stati raccolti più di 10.000$ in BTC, ETH, USDT ed altri token ERC-20.
Tale iniziativa è stata lanciata da un collettivo locale Web3, di cui fanno parte alcune società ed organizzazioni crypto locali tra cui la Israeli Blockchain Association.
Oltre ad aiutare le famiglie delle persone uccise e catturate, i fondi verranno utilizzati anche per aiutare le famiglie dei militari e dei primi soccorritori, e per ricostruire in futuro il Sud di Israele.