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Brutte notizie per Dogecoin che, dopo l’impennata dello scorso febbraio, si arresta e, anzi, perde il 13% nelle ultime 24 ore. L’RSI (indice di forza relativa) resta in ipercomprato, indicando quindi una certa pressione di vendita.
Sembra quindi che il sentiment nei confronti di DOGE sia cambiato e che questo possa scendere sotto i $0,10 (oggi è a poco più di $0,12). Non si arresta invece la presale di DOGE20, che si ispira a Dogecoin ma offre rendimenti passivi con lo staking on-chain: la sua prevendita ha raggiunto $2,8 milioni in pochi giorni.
Summary
Dogecoin rallenta la sua corsa
Nel periodo compreso tra il 30 gennaio e il 10 febbraio scorsi, Dogecoin ha raggiunto la cifra di 6,3 milioni di titolari, portando anche il valore di DOGE in alto, fino agli $0,18 dello scorso 4 marzo.
Nonostante la crescita dei detentori, il trend positivo per DOGE sembra calare, in particolar modo perché, nel periodo tra il 9 e il 18 marzo, si è assistito a una stagnazione del numero di titolari, il che sta a indicare una stabilizzazione o un calo del token.
Facendo un’analisi tecnica possiamo notare che, nelle ultime due settimane, l’indice di forza relativa (RSI) a 7 giorni di DOGE è passato da un massimo di 81 a 70.
Quando il valore è di 70 l’asset potrebbe essere in una situazione di ipercomprato e, a questo, può seguire un aggiustamento dei prezzi o un periodo di consolidamento del valore. L’arretramento dell’RSI di DOGE indica quindi un blocco dello slancio rialzista.
La vicinanza al territorio di ipercomprato spesso segnala un’imminente fase di stabilizzazione dei prezzi, mentre il mercato cerca di trovare un nuovo equilibrio. Oppure può indicare un’inversione di tendenza in arrivo se la pressione di vendita inizia a superare l’interesse di acquisto.
DOGE può scendere sotto $0,10?
DOGE oggi è a poco più di $0,12, con un crollo del 13% nelle ultime 24 ore: può scendere sotto gli $0,10? esaminando il grafico a 4 ore del valore di Dogecoin, si può notare una formazione a croce della morte.
Si tratta di un indicatore tecnico che si basa sulle linee della media mobile esponenziale (EMA) che in questo caso indica una potenziale tendenza al ribasso per DOGE. 
Il prezzo di DOGE potrebbe scendere a 0,084 dollari, visto che non ha tenuto il supporto a $0,13: in questo caso si verificherebbe una correzione del 42%. C’è però da considerare il fattore Bitcoin, che influenza un po’ tutto il mercato: se BTC sale, anche DOGE potrebbe riprendere quota.
Intanto DOGE20, un nuovo token che si ispira proprio a Dogecoin, non arresta la sua prevendita, che supera $2,8 milioni in un tempo record, grazie all’introduzione dello staking on-chain.
La prevendita di Dogecoin20 vola oltre $2 milioni
Il nuovo token DOGE20 si sta dimostrando una delle migliori meme coin in prevendita del momento, visto che, in un tempo record, ha superato $2,8 milioni, con un DOGE20 al costo di $0,0002 al momento.
La prevendita di $DOGE20 è stata lanciata giovedì scorso, quindi in quattro giorni ha raccolto 2 milioni di dollari: in sostanza, Dogecoin20 raccoglie mezzo milione di dollari al giorno. Le meme coin sono ancora una volta oggetto di discussione in quanto offrono alcune delle migliori opportunità per ottenere ritorni 100x grazie al loro fascino spesso leggero ma virale.
Dogecoin20 è già quasi a metà della prevendita: ci sono 12 tappe in tutto e quando arriverà la dodicesima fase, $DOGE20 avrà un prezzo di $ 0,000206, il 47,14% in più rispetto al prezzo iniziale di $ 0,000140. La prevendita si esaurisce quando viene raggiunto il limite massimo totale di $ 6.315.663.
Dogecoin20 è una rielaborazione della meme coin a tema cane amata da Elon Musk. Per questo progetto, non c’è più il mining ma c’è la più recente tecnologia blockchain sotto forma di verifica dei blocchi Proof-of-Stake.
La nuova meme coin fa anche di meglio rispetto all’originale offrendo un’opzione di staking, il che significa che i detentori possono generare un reddito passivo. Finora ci sono stati tanti imitatori e copie di Dogecoin ma Dogecoin20 è la prima meme coin a farlo correttamente, migliorando il protocollo pur rimanendo fedele allo spirito filantropico della comunità.
Dogecoin utilizza gli smart contract di Ethereum per fornire un reddito passivo agli staker di $DOGE20. La scelta di Ethereum pone anche il marchio Dogecoin su una base sostenibile.
La principale blockchain per dApp ha appena subito un importante aggiornamento, noto come Dencun, e di conseguenza le commissioni per le transazioni Layer 2 di Ethereum hanno iniziato a diminuire: Dogecoin20 e i suoi possessori di token saranno tra i beneficiari di questi progressi.
Un altro aspetto dei miglioramenti apportati da Dogecoin20 è il problema della fornitura infinita di Dogecoin: DOGE20 risolve questo problema introducendo una fornitura fissa di 140.000.000.000.
Dogecoin20 ha attirato una copertura mediatica di prim’ordine su Business Insider, Benzinga, Cointelegraph, Times of India e sul servizio di newswire Cision News.
L’interesse per tutto ciò che riguarda Dogecoin è stimolato non in piccola parte dalle riflessioni del multimiliardario Elon Musk che, la settimana scorsa, all’evento Tesla Giga di Berlino ha espresso la sua opinione al suo pubblico di ammiratori: “A un certo punto, penso che dovremmo consentirlo (come pagamento per Tesla)”.
Questo vantaggio per Dogecoin apporterà buone novità anche a Dogecoin20, motivo per cui la prevendita è decollata in questo modo.
Come accennato in precedenza, l’altro vantaggio di Dogecoin20 è lo staking. Gli acquirenti possono mettere in blocco i token per guadagnare sin dalla prevendita: al momento l’APY è del 297%. Finora sono stati messi in staking 7,5 miliardi di token $DOGE20, su una fornitura totale di 140 miliardi.
Per ogni blocco ETH prodotto vengono distribuiti 6.751 token $DOGE20 come ricompensa e maggiore è la percentuale dello staking pool posseduta da ciascuno staker, maggiore sarà la ricompensa.
$DOGE20 può essere acquistato con ETH, USDT, BNB o utilizzando una carta bancaria. Per restare aggiornati, basta seguire il progetto sui social media, ovvero su X e Telegram.
*Questo articolo è stato pagato. Cryptonomist non ha scritto l’articolo né testato la piattaforma.
