I livelli di difficulty e hashrate nel mining di Bitcoin stanno facendo registrare nuovi record storici. Per la prima volta nella storia, la difficulty è salita sopra i 92T (trilioni). Il precedente record era quello di inizio agosto, quando si fermò a 90,66T.
Summary
Bitcoin mining: gli aggiornamenti di hashrate e difficulty
La difficulty del mining di Bitcoin è un parametro che si aggiorna automaticamente ed esattamente sempre dopo 2.016 blocchi.
L’ultimo aggiornamento è avvenuto ieri al blocco numero 860.832, ed il prossimo è previsto tra il 25 ed il 27 settembre, al blocco numero 862.848.
Il motivo per cui la difficulty varia è che il protocollo Bitcoin cerca sempre di fare in modo che venga minato in media un blocco ogni 10 minuti.
Quando aumenta l’hashrate dei miner diminuisce anche il tempo medio per minare un blocco, e così ogni 2.016 blocchi il protocollo Bitcoin aggiusta in automatico la difficulty così da rallentare il processo di mining e riportarlo a circa 10 minuti.
Il record dell’hashrate
Il fatto che la difficulty sia ai massimi storici significa che anche l’hashrate lo è.
Infatti prendendo come riferimento le stime medie settimanali, il picco massimo storico è stato toccato lunedì 9 settembre, quando ha superato per la prima volta nella storia i 690 Eh/s.
Da notare che prima dell’halving di aprile il picco massimo era stato di 650 Eh/s, e che dopo l’halving c’era stato un calo fino ai 556 Eh/s di giugno. Insomma, il dimezzamento del premio per i miner non ha dimezzato la potenza di calcolo che impegnano nell’attività di mining.
Sebbene già a fine luglio l’hashrate di Bitcoin avesse fatto segnare un nuovo massimo storico, sopra i 660 Eh/s, è stato solo a partire da fine agosto che è salito solidamente sopra i 650.
Oltretutto nei giorni dell’halving il prezzo di Bitcoin era di circa 64.000$, ovvero superiore a quello attuale. In teoria al diminuire del prezzo di BTC diminuisce anche il valore dei BTC incassati dai miner, costringendoli a ridurre i costi spegnendo alcune macchine e diminuendo l’hashrate.
C’è però un altro motivo che sta spingendo in alto l’hashrate, al di là delle riduzione del valore di BTC e soprattutto del dimezzamento del premio per i miner.
L’aumento dell’hashrate e della difficulty nel Bitcoin mining: cosa sta accadendo?
Il fatto è che l’hashrate può aumentare solo molto lentamente, mentre ad esempio il prezzo di Bitcoin può aumentare anche molto velocemente.
L’ultima volta che l’hashrate aveva smesso di crescere, prima dell’halving, era stato a luglio 2023.
All’epoca un Bitcoin valeva circa 26.000$, e da allora è praticamente più che raddoppiato.
A questo punto ci sarebbe stato da aspettarsi anche un raddoppio dell’hashrate, che però da allora non è ancora avvenuto, dato che a fine agosto 2023 era solo di poco inferiore ai 380 Eh/s.
Quindi è di fatto ancora in corso l’aumento dell’hashrate generato dall’aumento del prezzo di Bitcoin prodotto dall’ultima bullrun, quella iniziata ad ottobre 2023 e conclusa a marzo 2024.
Inoltre nel frattempo le nuove macchine per il mining sono diventate più efficienti, ovvero a parità di costi di esercizio sono in grado di produrre più hashrate, e questo a sua volta contribuisce ulteriormente a far incrementare la potenza di calcolo complessivamente impegnata nel mining di Bitcoin.
La difficulty segue la halving a circa un paio di settimane di distanza, dato che per minare 2.016 blocchi occorrono per l’appunto circa 14 giorni.
E così anche con una leggera riduzione del valore di mercato di BTC negli ultimi mesi, ed un dimezzamento del premio in BTC per i miner, l’hashrate alla fine è comunque tornato ai massimi storici.
L’impatto sul prezzo
Non bisogna però pensare che la crescita o il calo dell’hashrate del mining abbia conseguenze sul prezzo di Bitcoin.
In realtà, invece, è l’esatto contrario, perchè l’hashrate che i miner impegnano per minare Bitcoin è frutto di una loro libera decisione totalmente arbitraria, che viene influenzata negativamente quando il prezzo scende, e positivamente quando sale.
Solo che decidere di ridurre l’hashrate è facilissimo, perchè basta spegnere alcune macchine, iniziando da quelle meno efficienti. Invece aumentarlo è molto più difficile, perchè bisogna comprare nuove macchine più efficienti, in genere molto costose, aspettare che vengano consegnate, e poi installarle, configurarle ed avviarle.
Questo processo non può avere effetti sul prezzo di BTC, anche perchè avviene con settimane o mesi di ritardo.
Da notare che da maggio a luglio 2022 l’hashrate era stato ridotto a 193 Eh/s, quando il prezzo di Bitcoin scese sotto i 21.000$, e da allora mentre il prezzo è aumentato di circa 2,8 volte, l’hashrate in poco più di due anni è aumentato di ben 3,5 volte, nonostante l’halving di aprile. Questo rende evidente come l’incremento dell’efficienza delle macchine usate per il mining abbia un effetto notevole sull’aumento dell’hashrate sul lungo periodo.