Da quando esiste, il prezzo di Bitcoin ha sempre registrato un pump dopo le elezioni presidenziali negli USA.
La cosa potrebbe anche non essere una mera casualità, pertanto in teoria potrebbe anche ripetersi quest’anno.
Summary
Le prime elezioni USA di Bitcoin e il pump successivo
Sebbene il protocollo Bitcoin fu pubblicato ad ottobre del 2008, la blockchain di Bitcoin, e quindi i BTC, sono stati lanciati a gennaio 2009.
Quindi durante le elezioni presidenziali USA del 2008 Bitcoin di fatto non esisteva ancora, perchè sebbene il suo protocollo fosse già stato pubblicato l’asset invece non era ancora stato creato.
L’anno dopo la sua creazione, nel 2010, BTC iniziò ad essere scambiato sui primi exchange, quindi alle elezioni del 2012 era presente.
Le elezioni presidenziali del 2012 negli USA si tennero il 6 novembre, e videro la seconda vittoria di Barack Obama.
Il 5 novembre il prezzo di BTC sugli exchange era di poco inferiore agli 11$, ed il giorno successivo alle elezioni non si era mosso di molto.
Quell’anno però l’halving ci doveva ancora essere.
Infatti il primo halving di Bitcoin avvenne solamente il 28 novembre, ovvero qualche settimana dopo le elezioni. Il giorno dell’halving il prezzo era salito sopra i 12$, e nei giorni successivi non reagì.
Tuttavia proprio quella piccola risalita da 11$ a 12$ diede il via alla prima grande bullrun del prezzo di Bitcoin.
A dire il vero però il mese successivo il prezzo si stabilizzò sui 13$, ma solo per esplodere a gennaio del 2013. La crescita a quel punto divenne continua, tanto che a febbraio aveva già superato i 20$ e terminò solo a settembre sopra i 180$.
Inoltre, dopo una breve pausa, riprese ad ottobre, fino a far registrare i nuovi massimi storici sopra i 1.000$.
Praticamente in meno di 12 mesi fece registrare un x100.
Il pump di Bitcoin fino ai $20.000 dopo le seconde elezioni USA
Nel 2016 le cose erano leggermente cambiate.
Infatti, sebbene Satoshi Nakamoto abbia progettato il protocollo Bitcoin per avere un halving ogni circa 4 anni, in realtà il tempo medio reale tra un halving e l’altro si è rivelato essere inferiore, di circa 3 anni e 10 mesi.
Satoshi pose un halving ogni 210.000 blocchi, creando un meccanismo automatico che avrebbe dovuto tenere il block-time tra un blocco e l’altro sui 10 minuti. Invece il block-time medio reale si rivelò di poco superiore ai 9 minuti e mezzo, e questo accorciò il tempo intercorso tra gli halving.
E così il secondo halving, previsto per inizio 2017 o fine 2016, avvenne invece il 9 luglio 2016.
Le elezioni presidenziali negli USA si tennero l’8 novembre dello stesso anno, e vinse Donald Trump.
A luglio il prezzo di Bitcoin rimase sostanzialmente fermo attorno ai 650$, e addirittura a fine mese scese un po’. Il giorno prima delle elezioni era risalito a 700$, ed il giorno successivo era salito solamente sopra i 710$.
Una decina di giorni dopo però era risalito a 750$, e a dicembre aveva superato di slancio gli 800$. Quella risalita andò avanti quasi continuativamente fino a dicembre 2017, quando fece registrare il nuovo massimo storico a quasi 20.000$.
In circa 12 mesi il prezzo di Bitcoin era cresciuto di 20 volte rispetto al massimo storico del precedente ciclo.
Le terze elezioni
Anche nel 2020 si tennero le elezioni presidenziali negli USA e ci fu l’halving.
L’halving avvenne l’11 maggio, mentre le elezioni si tennero il 3 novembre, con la vittoria di Joe Biden.
Quello però fu anche l’anno dell’inizio della pandemia, con il crollo dei mercati finanziari a marzo e l’enorme QE della Fed.
Nonostante il crollo dei mercati finanziari di pochi mesi prima, il giorno dell’halving il prezzo di Bitcoin era di circa 8.600$, e nel corso del mese non superò mai i 9.700$.
Il giorno prima delle elezioni era però già risalito sopra i 13.000$, perchè quella bullrun in realtà iniziò già nella seconda metà di ottobre.
A dire il vero anche nel 2016 iniziò ad ottobre, ma il prezzo era in risalita quasi continua addirittura da ottobre 2015. D’altronde nel 2014/2015 ci fu il peggior bear-market dell’intera storia del prezzo di Bitcoin.
Quindi non deve stupire che dopo le elezioni del 2020 il prezzo di BTC stesse già salendo, tanto che il mese venne chiuso ad oltre 19.000$.
Quella risalita però si fermò prima del solito, ovvero a metà aprile 2021 con il nuovo massimo storico di 64.000$.
A maggio infatti ci fu il ban cinese, che fece crollare il prezzo a 30.000$, anche se poi a novembre fece registrare altri massimi storici poco sotto i 70.000$. Probabilmente proprio a causa del ban cinese vennero a mancare dei capitali sul mercato crypto, e la performance rispetto al massimo del precedente ciclo si limitò a x3,5.
Quarte elezioni in arrivo: cosa aspettarsi da Bitcoin (BTC)?
Quest’anno le presidenziali USA si terranno il 5 novembre, e l’halving è stato il 20 aprile.
Il 2024 però è completamente anomalo rispetto a tutti i cicli passati, perchè per la prima volta nella storia di Bitcoin è stato registrato un nuovo massimo storico del suo prezzo poche settimane prima dell’halving, a marzo, oltre quota 73.000$.
Quest’anno sono stati i nuovi ETF su BTC spot sulle borse USA ad aver spinto così in alto il prezzo di Bitcoin ad inizio anno, tanto che in seguito è sceso.
La domanda è: il passato si ripeterà? Partirà una nuova bull run dopo le elezioni di quest’anno?
Per rispondere occorre specificare perchè dopo le elezioni il prezzo di BTC performa bene.
Bitcoin è inversamente correlato alla forza del dollaro. Quindi quando il dollaro scende tende a salire.
Durante gli anni delle presidenziali il dollaro tende a rafforzarsi nei mesi precedenti, e ad indebolirsi in quelli successivi.
A dire il vero quest’anno si era rafforzato solamente fino ad aprile, ed in seguito si è indebolito. Ma è possibile che possa indebolirsi ulteriormente nei prossimi mesi, soprattutto dopo le elezioni.
Quindi i presupposti per una nuova bull run potrebbero anche esserci, anche se ciò non è sufficiente. Fino ad ora la storia si è ripetuta, anche se il 2024 ha già dimostrato che non sempre si ripete in modo esatto.