Satoshi Nakamoto minò il primo blocco della blockchain di Bitcoin il 3 gennaio del 2009: oggi un wallet creato a fine gennaio di quello stesso anno si è risvegliato.
Si tratta di un wallet che il 29 gennaio del 2009 incassò 50 BTC minando un blocco.
Summary
Bitcoin nell’era di Satoshi Nakamoto
Satoshi Nakamoto non solo minò il primo blocco della blockchain di Bitcoin, ma all’epoca era di fatto l’unica persona al mondo a minare Bitcoin.
Sebbene non vi sia certezza su quali siano stati tutti i blocchi minati da lui, c’è un celebre studio del 2013 che ne aveva individuati moltissimi con un buon grado di ragionevolezza.
Il primo blocco minato da qualcun altro fu minato da Hal Finney tra il 10 e l’11 gennaio, ovvero una settimana dopo il primo.
Pertanto il 29 gennaio del 2009 non c’era sicuramente più soltanto Satoshi a minare BTC.
Nakamoto poi si allontanò dal progetto Bitcoin a fine 2010, e ad aprile del 2011 inviò l’ultimo messaggio noto dicendo che si era spostato su altre cose. Da allora non si è mai più fatto vivo.
Si risveglia il Bitcoin wallet dell’era Satoshi Nakamoto
Non si sa a chi appartenga il wallet dell’era Satoshi Nakamoto che si è risvegliato oggi.
Potrebbe però verosimilmente non essere un wallet dello stesso Nakamoto, dato che ormai sono più di dieci anni che Satoshi non fa assolutamente nulla.
L’ipotesi che circola è che sia deceduto diversi anni fa, ovvero magari prima ancora che Bitcoin abbia avuto successo.
L’indirizzo che minò il blocco numero 2.247 il 29 gennaio 2009 è 1C4rE41Kox3jZbdJT9yatyh4H2fMxP8qmD.
Su quell’indirizzo risultano esserci solamente 4 transazioni.
La prima è per l’appunto quella relativa all’incasso dei 50 BTC del premio per il mining del blocco 2.247.
La seconda e la terza sono microtransazioni in entrata di ottobre e dicembre 2020, mentre la quarta è l’invio di ieri da 50 BTC ad un indirizzo SegWit.
Molto probabilmente si tratta di un banale trasferimento di fondi da un vecchio wallet legacy ad un nuovo indirizzo SegWit.
Da notare che quei 50 BTC al giorno d’oggi valgono più di 3 milioni di dollari, mentre all’epoca in cui furono minati valevano zero.
Il valore di Bitcoin nel 2009 e i wallet oltre a quelli di Satoshi Nakamoto
Quando Bitcoin venne creato non esisteva alcuna piattaforma per cambiarlo in dollari.
Il primo exchange crypto noto iniziò ad operare poco dopo la metà del 2010, quindi per più di un anno e mezzo chi incassava Bitcoin non poteva cambiarli facilmente in valuta fiat.
Occorreva trovare qualcuno disposto a comprarli, e bisognava cercarlo direttamente e personalmente. Inoltre nel caso in cui si fosse riuscito a trovare qualcuno disposto a comprarli, il prezzo di vendita sarebbe stato irrisorio.
Ad esempio è noto che il primo acquisto mai fatto con pagamento in BTC furono le due pizze acquistate da Laszlo Hanyecz il 22 maggio del 2010, quando ancora non esisteva alcun exchange crypto.
Dato che pagò due pizze da 41$ con 10.000 BTC, quindi di fatto il valore di mercato di Bitcoin in quel momento risultava essere di 0,0041$.
Invece il primo cambio noto avvenuto su exchange risale al 14 luglio, sempre del 2010, avvenuto ad un prezzo di 0,058$.
Pertanto si può ben dire che Hanyecz pagò quelle due pizze assolutamente troppo, ma va ricordato che ai tempi stava minando BTC e quindi in portafoglio ne aveva già molti di più.
Nel 2009 invece non risultano noti alcun pagamento o cambio in dollari, pertanto è assolutamente impossibile calcolare il valore di mercato di Bitcoin.
Anzi, dato che non esisteva un modo per poterli cambiare o spendere comunemente, di fatto il loro valore di mercato era zero.
Nonostante ciò l’indirizzo 1C4rE41Kox3jZbdJT9yatyh4H2fMxP8qmD ha tenuto i 50 BTC minati il 29 gennaio 2009 fino ad oggi, e forse oggi li ha semplicemente spostati su un wallet più moderno.
L’impatto della notizia sul prezzo di BTC
Le notizie dei risvegli dei wallet dell’era Satoshi ormai non hanno praticamente mai alcun reale impatto sui mercati.
Perchè abbiano effetto sul prezzo di Bitcoin (in negativo) occorrerebbe o che si risvegliasse uno degli indirizzi che si ritengono appartenere direttamente a Satoshi Nakamoto, o che se ne risvegliassero molti trasferendo cifre significative sugli exchange.
Occorre ricordare che lo studio del 2013 sui blocchi minati da Satoshi ha rivelato che Nakamoto potrebbe detenere più di un milione di BTC nei suoi migliaia di indirizzi, tanto da avere il potere di affossare il valore di mercato di Bitcoin se decidesse di venderne molti in tempi rapidi.
Fortunatamente ciò non è mai accaduto, perchè Satoshi non risulta che abbia mai movimentato nessuno dei BTC che sono stati ricondotti a lui, e dato che si crede che sia deceduto parrebbe che il rischio di un tale evento sia pressoché nullo.
Fintantoché Satoshi rimane sconosciuto ed inattivo Bitcoin non avrà problemi da questo punto di vista.