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Whitepaper di Bitcoin, Craig Wright sfida Bitcoin.org

La saga sul copyright del whitepaper di Bitcoin, detenuto da Craig Wright, si arricchisce di un nuovo capitolo.

Gli avvocati del sedicente Satoshi Nakamoto, lo studio legale ONTIER LLP hanno fatto sapere infatti che hanno avuto il via libera dal Tribunale di Londra di poter adire le vie legali per violazioni del copyright contro Cøbra, lo pseduonimo dietro cui si cela l’editore del sito Bitcoin.org. Il motivo del contendere è aver pubblicato il whitepaper senza il consenso di Craig Wright, che, a detta dei legali, è l’autore di quel documento: 

“Il dottor Wright possiede il copyright del whitepaper, di cui è autore e che ha pubblicato per la prima volta nell’ottobre 2008 con l’ormai famoso moniker ‘Satoshi Nakamoto’.”

Craig Wright lo scorso gennaio aveva chiesto a Bitcoin.org di rimuovere il whitepaper di Bitcoin dal sito. Ma i gestori si erano rifiutati. La questione non era finita lì dal momento che successivamente la COPA, l’associazione per i brevetti blockchain, che fa capo a Square di Jack Dorsey, ha intentato a sua volta una causa contro Craig Wright per fare in modo che un giudice stabilisca chi detiene il copyright del whitepaper di Bitcoin.

I risvolti della causa di Craig Wright sul whitepaper di Bitcoin

La pronuncia di un giudice potrebbe imprimere una svolta alla storia di Bitcoin. Le azioni legali di Craig Wright infatti hanno lo scopo di stabilire chi è il vero creatore di Bitcoin e autore del whitepaper. 

La tesi di Craig Wright è che Bitcoin.org, promuovendo Bitcoin Core, non stia rispettando i contenuti del whitepaper di Bitcoin, che puntava alla creazione di un metodo di pagamento elettronico. Con la causa, anzi con le cause che ha in corso, il sedicente Satoshi Nakamoto probabilmente punta anche a questo: dimostrare che la community di Bitcoin.org non rispetti il progetto originale (e avere così anche un riconoscimento anche per Bitcoin SV, la criptovaluta da lui promossa, che non a caso si chiama “Satoshi Vision”). 

Ciò nonostante, con le sue azioni legali, Craig Wright sostiene di voler diffondere la cultura su Bitcoin e non il contrario:

Ha dichiarato a tal proposito:

“Vorrei che la gente capisse il bitcoin. Principalmente, è un sistema che è stato progettato come denaro elettronico con un record immutabile che permette la tracciabilità. Essendo un sistema di micropagamenti, non c’è bisogno che le organizzazioni gestiscano l’AML/KYC, e qualsiasi piccolo sistema di transazioni che viene impostato non richiede l’implementazione delle regole del know your customer”. 

Al contrario, sostiene Craig Wright, fin troppe organizzazioni intendono conoscere l’identità di chi utilizza Bitcoin mentre il whitepaper di Bitcoin manteneva l’identità dell’utilizzatore fuore dalla blockchain.

La causa sarà un modo per stabilire il corretto uso anche di Bitcoin:

“Accolgo con favore questa opportunità di avere gli aspetti fondamentali di bitcoin spiegato attraverso il tribunale e per sfatare finalmente la falsa mitologia che è stato creato intorno al mio sistema”.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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