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Nasdaq pronto ad entrare nel servizio di custodia crypto

Secondo Bloomberg, il Nasdaq sarebbe pronto a lanciare un servizio di custodia per crypto.

Il servizio di custodia crypto del Nasdaq

Secondo un report dell’agenzia di stampa Bloomberg, il Nasdaq sarebbe pronto a lanciarsi nel mercato delle criptovalute. Bloomberg sostiene che il primo importante passo verso il settore degli asset digitali da parte del mercato azionario dei titoli tecnologici americani, sarebbe un servizio di custodia di Bitcoin ed Ethereum.

Il Nasdaq avrebbe già creato un nuovo gruppo dedicato specificatamente agli asset digitali. Come già detto inizialmente saranno offerti servizi di custodia per Bitcoin ed Ethereum agli investitori istituzionali, secondo Tal Cohen, Vicepresidente esecutivo dell’azienda e responsabile dei mercati nordamericani.  Il Nasdaq, afferma nell’articolo Bloomberg, avrebbe assunto Ira Auerbach, che gestiva i servizi di prime broker presso l’exchange di criptovalute Gemini, per dirigere proprio questa  nuova unità Nasdaq Digital Assets.

Si tratta di un primo passo importante verso un’integrazione tra due mercati come quello delle criptovalute e il Nasdaq, che sembrano aver creato una correlazione sempre più stretta negli ultimi due anni. Il mercato degli asset digitali subisce sempre di più l’influsso di quello che accade nel mercato dei titoli tecnologici, che da inizio anno ha perso il 28% del suo valore, trascinando con sé anche il mercato crypto. Ora con questo nuovo servizio di custodia, che probabilmente sarà presto allargato ad altre criptovalute, questa stretta correlazione tra i due mercati, viene sancita anche formalmente.

Wall Street sempre più vicino al mondo crypto

Le principali aziende finanziarie di Wall Street d’altra parte non è un mistero, sembrano anch’esse aver cambiato atteggiamento verso il settore delle criptovalute, a cominciare dalle due più grandi banche d’affari come Goldman Sachs e J.P. Morgan. Questo perché, malgrado per anni tutti abbiano considerato gli asset digitali come degli strumenti puramente speculativi e senza valore intrinseco, l’interesse degli investitori istituzionali verso di loro è rimasto intatto nel tempo.

Ora con i nuovi prodotti, come ETF e derivati, nel mercato sono entrati anche investitori istituzionali, ai quali, prima per statuto, era precluso questo tipo di mercati non regolamentati. BlackRock Inc., per esempio di recente, ha collaborato con Coinbase Global Inc. per rendere più facile per gli investitori scambiare Bitcoin e poco dopo ha offerto il suo primo prodotto di investimento direttamente nel token.

Auerbach ha affermato in un’intervista: 

“Riteniamo che questa prossima ondata di rivoluzione sarà guidata dall’adozione istituzionale di massa. Non riesco a pensare a un posto migliore per portare quella fiducia e quel marchio sul mercato del Nasdaq”.

Secondo il Financial Times questa mossa del principale mercato tecnologico del mondo, sarebbe il preludio all’apertura al trading vero e proprio di asset digitali. Tutto ciò malgrado il mercato abbia subito una profonda flessione in questi primi 9 mesi del 2022, che ridotto la capitalizzazione di quasi 2 miliardi di dollari, con cali per tutti i titoli, che vanno dal 50 al 80% del loro valore.

I fallimenti di società come Terraform Labs, Celsius, Three Arrows Capital e Voyager Digital, hanno poi riproposto l’esigenza di creare una serie regolamentazione per un mercato, che deve fare i conti con la difficoltà ad essere sottoposto alle regole dei mercati finanziari tradizionali.  

Ed è anche per questo che per ora il Nasdaq si limiterebbe a fornire servizi di custodia di criptovalute, per poi in seguito espandere la gamma dei servizi offerti, che non escludono anche la creazione di un vero e proprio mercato per gli asset digitali

In una recente intervista, Cohen ha detto: 

“La custodia è fondamentale. Sulla base della custodia, possiamo iniziare a sviluppare altre soluzioni, offrire servizi di esecuzione, servizi di liquidità e pensare a come supportare nuovi mercati”.

La scelta di Nasdaq sarà un boost per tutto il settore

Molti degli sviluppi di questa cooperazione partono proprio dagli aspetti regolatori del mercato delle criptovalute, come ha ribadito nella stessa intervista Cohen, che ha anche affermato come l’approvazione di una precisa regolamentazione del settore, che viene richiesta da tempo anche dagli stessi operatori crypto, potrebbe fornire ottime opportunità anche per il mercato dei titoli tecnologici.

Il Nasdaq, secondo la Auerbach, sarebbe anche aperto a esplorare partnership e trattare opportunità con aziende cripto-native, anche se al momento non sembra avere  in programma di effettuare un’acquisizione a breve termine.  Il team che si sta formando è ricavato quasi interamente da personale interno al Nasdaq, ma non sono escluse nuove assunzioni di risorse specializzate, per arrivare alle 40 persone entro la fine dell’anno, ha affermato sempre la Auerbach.

Il Nasdaq ha anche ampliato la tecnologia che offre alle società crittografiche legate alla protezione e al software anti-crimine, anche attraverso il prodotto Verafin e Surveillance dell’azienda, che può aiutare a indagare e segnalare casi di riciclaggio di denaro, frode e manipolazione per banche e società commerciali. 

Sempre la Auerbach, che sarà vicepresidente alle dirette dipendenze di Cohen, ha anche affermato che l’interesse del mercato per la tecnologia blockchain  avrebbe sostenuto comunque l’interesse del mercato delle criptovalute, nonostante i cali vistosi di questi mesi. “La tecnologia di contabilità distribuita è trasformazionale per le imprese, per la finanza e per il mondo in generale”, ha aggiunto.

La Auerbach ha anche affermato che il Nasdaq non teme affatto la concorrenza che esiste su questo tipo di servizi per le criptovalute, per la sua competenza e le sue conoscenze istituzionali che non hanno pari:

“Pensiamo di essere in una posizione unica e di avere il diritto di vincere in quello spazio sia in custodia che alla fine costruendo su quello per altri servizi”.

La stessa manager ha affermato che il nasdaq ha anche le conoscenze appropriate per contrastare il fenomeno del cyber crimine, che si sta diffondendo con sempre maggiore frequenza nel settore degli asset crittografici, con circa 14 miliardi di dollari per scopi criminali utilizzati grazie alle criptovalute, quasi il doppio della cifra dell’anno precedente.

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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