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SpaceX garantirà la connessione Starlink anche per il futuro in Ucraina

Il fondatore di SpaceX è tornato sull’argomento Starlink dopo le polemiche dei giorni scorsi con un tweet polemico, ma che tranquillizza l’esercito ucraino e il popolo di Kiev riguardo il segnale satellitare di connessione.

SpaceX e la rete Starlink in Ucraina

Nei giorni scorsi Elon Musk, si era reso protagonista di un polverone nell’opinione pubblica americana e dell’establishment del governo di Joe Biden a causa della sua indecisione se continuare a fornire ancora la connessione internet tramite il proprio sistema Starlink (che fa capo alla società SpaceX di Musk) o meno in virtù del fatto che altre società americane non meglio specificate (ma l’allusione era palese all’industria delle armi e della tecnologia militare) stavano ricevendo fondi a pioggia per finanziare la guerra in Ucraina e invece la sua società stava perdendo soldi ogni giorno in questa opera di filantropia.

L’imprenditore ci ha ormai abituati ai suoi tweet e gli utenti sanno quanto questi spesso destino scalpore. Il caso Twitter ne è un chiaro esempio e tra l’altro non è ancora giunto ad una conclusione ma questa volta i cinguettii di Musk hanno davvero scatenato l’opinione pubblica negli states anche a livello governativo.

Musk aveva espresso la volontà di arrestare il proprio servizio per la causa di Zelenski poiché tramite i 25.000 sistemi di hardware ricettivi composti da case, cavi, prese e parabole consegnati al governo ucraino pur permettendo generosamente una connessione a truppe militari e civili diversamente impossibili a causa della distruzione da parte dell’esercito russo dell’infrastruttura di Kiev che permetteva di connettersi accumula 10 milioni di dollari di perdite al mese, il tutto senza considerare i costi relativi alla connessione.

Le spese a cui va incontro SpaceX per il sistema di connessione Starlink utilizzato nel Paese dell’Est Europa sono enormi e vengono stimate per 120 milioni di dollari per l’anno in corso mentre salgono a 400 milioni di dollari per il 2023, senza considerare come scritto prima che mensilmente per questa operazione le casse della società lasciano sul terreno 10 milioni di dollari al mese.

Le uscite derivano non solo dal materiale e dai costi di produzione ma anche dai costi che derivano il mantenimento in orbita dei satelliti stessi e della logistica poiché le apparecchiature fornite all’Ucraina sono il sistema di ultima generazione e quello più potenziato del servizio di Starlink.

La strada per ovviare a tali costi che stanno affossando le casse di SpaceX al buon Musk era sembrata pressoché in discesa, così come le società americane che aiutano militarmente come Lockheed e Boeing ricevono regolarmente ogni anno miliardi e miliardi di dollari di finanziamenti a fondo perduto dal Pentagono così anche la sua società avrebbe dovuto accedere a questa pratica proprio in virtù del fatto che il proprio contributo non è di minore utilità alla causa di Kiev anzi è fondamentale per il successo delle operazioni militari sul posto.

Il progetto di Elon Musk

Elon Musk, con un passo degno di un gambero è tornato sui suoi passi, smarcandosi dal gesto filantropico fatto in precedenza di fornire gratuitamente una connessione dopo gli attacchi russi nell’Est Europa e lo ha fatto rivolgendosi al Ministero della difesa degli Stati Uniti d’America con la propria parcella chiedendo, sostanzialmente, di essere finanziato per il bene dell’America e di SpaceX che avrebbe potuto evitare le ingenti perdite e mantenere il supporto che gli States tramite Starlink danno indirettamente alla causa.

Il due di picche del Pentagono non si è fatto attendere ed ha rimandato al mittente le richieste di Musk ma il polverone era stato ormai alzato e l’opinione pubblica pur condannando la pessima figura dell’imprenditore che dapprima si è reso disponibile a un gesto tanto funzionale alla resistenza ucraina quanto generoso e poi ha ritrattato riconsiderando la permanenza del proprio servizio in suolo ucraino, ha riconosciuto diffusamente che essendo il supporto fornito dall’imprenditore con il vizietto dei tweet importante tanto quanto quello fornito dalla lobby delle armi non fosse giusto che l’una venga lasciata al suo destino mentre l’altra sostenuta da finanziamenti governativi miliardari (si stima 60 miliardi solo per la causa ucraina in un anno) ogni anno.

In un tweet l’imprenditore aveva sottolineato:

“Il costo dell’operazione sarebbe di 80 milioni di dollari e supererà i 100 milioni di dollari entro fine anno”.

In realtà, dalle fonti ufficiali della società si parla di $120 milioni. 

A sottolineare le uscite di cassa è poi arrivata la nota completa della società rivolta al Dipartimento della difesa statunitense.

I costi presi in considerazione da Elon Musk non si riferiscono nemmeno al totale dei costi che arriverebbero a cifre astronomiche, ma al 15% del costo dei terminali di connessione e al 70% delle spese di connessione poiché le percentuali rimanenti sono state in verità già coperte.

Il costo totale dell’operazione al netto di quanto già pagato e considerati i costi di connessione ammonterebbe a 324 milioni di dollari per il 2022 e a 522 milioni di dollari per il 2023.

Queste cifre la dicono lunga sul gesto di Musk anche se la caduta di stile di chiedere un rimborso agli apparati del governo americano seppur fondata resta una brutta pagina che macchia un gesto generoso da parte del genio americano.

Con un tweet che sgombra il campo dal proseguimento o meno del servizio nel paese oggetto di invasione russa Musk ha tranquillizzato a suo modo (ovvero non senza rimarcare polemicamente le disparità di trattamento tra società americane) con queste parole:

“al diavolo… anche se Starlink sta ancora perdendo soldi e altre società stanno ottenendo miliardi di dollari dei contribuenti, continueremo a finanziare gratuitamente il governo ucraino”.

Il servizio verrà, quindi, mantenuto e questo è un passo cruciale per il successo e la sopravvivenza del fronte della resistenza ucraino che sfrutta Starlink per tracciare l’esercito nemico, comunicare e la logistica delle proprie truppe in modo da coordinare l’azione sul campo.

George Michael Belardinelli
George Michael Belardinelli
Ex Corporate manager presso Carifac Spa e successivamente Veneto Banca Scpa, blogger e Rhumière, negli anni si appassiona alla filosofia e alle opportunità che l'innovazione e i mezzi di comunicazione ci mettono a disposizione, in fissa con il metaverso e la realtà aumentata
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