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Investitori ancora ottimisti su Nasdaq e S&P 500

Nonostante le diverse notizie pessimistiche che stanno circolando in questo periodo, sembra che gli investitori siano ancora relativamente ottimisti sull’andamento futuro di Nasdaq e S&P 500. 

È quanto emerge dalla Nota settimanale della società di asset management ginevrina NS Partners, a cura del Country manager di Giacomo Calef. 

Da notare che anche l’S&P 500 dà un peso molto rilevante al settore tech, quindi non è un caso che segua un andamento per certi versi simile al Nasdaq.

Inoltre l’81% della performance del 2023 dell’indice S&P 500 si deve alle dieci aziende a cui è attribuito il maggior peso all’interno dell’indice, e tra queste ci sono Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet (ex Google), Nvidia, e Meta (ex Facebook). 

Il curioso ottimismo degli investitori sugli indici Nasdaq e S&P 500

Negli USA continuano a circolare insistenti timori riguardo l’innesco di una possibile recessione entro fine anno, soprattutto a causa dei tassi di interesse particolarmente elevati.

Oltretutto, i recenti dati sull’inflazione PCE core stanno facendo presumere che a giugno i tassi potrebbero ancora essere innalzati di altri 25 punti base. 

Ma la Nota di NS Partners sostiene che, nonostante l’incertezza causata dal contesto macroeconomico, a metà maggio l’S&P 500 è salito sopra il livello di 4.200 punti, ovvero un limite che non superava da agosto dell’anno scorso. 

L’ipotesi è che, nonostante i rischi, gli investitori sembrano rimanere ottimisti riguardo alla valutazione futura di questo indice. 

Un discorso simile si può fare anche per il Nasdaq, che nel corso del 2023 ha recuperato anche meglio dell’S&P 500. Di fatto entrambi sono tornati di recente sui livelli che avevano l’anno scorso prima della discesa della seconda metà di maggio. 

È come se il pessimismo si fosse fermato a fine 2022, ed il 2023 fosse iniziato invece con un po’ di ottimismo. 

Le motivazioni dietro l’ottimismo

Secondo la Nota di NS Partners le motivazioni dietro questo leggero ottimismo potrebbero essere molteplici, partendo dal fatto che il mercato del lavoro statunitense si è rivelato essere solido anche nonostante la politica monetaria decisamente restrittiva della Fed

Anche le ultime trimestrali di molte aziende hanno mostrato dati interessanti, come ad esempio utili sopra le aspettative che indicano un livello di consumo stabile. 

Ma questi dati generici potrebbero essere anche stati eccessivamente condizionati dalle performance di alcuni specifici titoli. Infatti le aziende con market cap maggiore hanno un impatto maggiore sulla performance degli indici. 

Tra queste rientrano proprio le big tech, che hanno valutazioni particolarmente elevate: ad esempio Meta ha un rapporto prezzi/utili del 24,9. 

Quindi da un lato ci sono la maggior parte dei titoli dell’S&P 500 che nel 2023 hanno avuto prezzi stabili, o addirittura performance negative, mentre dall’altro ci sono le top 20 che hanno portato la performance complessiva a +8,12% da inizio dell’anno. L’effetto delle big tech è stato particolarmente significativo proprio nel 2023 grazie a trimestrali sopra le aspettative ed al boom dell’intelligenza artificiale. 

La correlazione del Nasdaq e S&P 500 con dollaro e oro

Sul medio periodo spicca anche il calo del Dollar Index, passato dai 113 punti di inizio novembre 2022 ai 101 di inizio maggio, anche se poi nelle ultime settimane è tornato sopra quota 104 punti. 

Il prezzo dell’oro, invece, paradossalmente ha seguito un andamento per certi versi simile a quello del Nasdaq e dell’S&P 500, ed è passato dai 1.630$ l’oncia di novembre ai 2.050$ di inizio maggio. 

Ciò che si nota in questo 2023 è che l’S&P 500 ha terminato a metà aprile la sua crescita, seguita poi da un periodo di lateralizzazione con volatilità che fino a venerdì sembrava essere ancora in corso. 

L’oro invece ha terminato il periodo di crescita ad inizio maggio, ed il dollaro ha terminato il periodo di discesa prima della metà di maggio. 

Il Nasdaq invece è in crescita da più di due mesi, anche se questa si è alternata a brevi periodi di discesa. 

Il trend che aveva caratterizzato i primi mesi del 2023 sembra essersi interrotto prima della metà di maggio, sebbene questo sembra non valere per quello del Nasdaq. 

Il Giappone

La Nota di NS Partners dedica anche un paragrafo alla situazione giapponese. 

Infatti, gli investitori e le aziende dei Paesi membri del G7 stanno mostrando interesse proprio per il Paese del Sol Levante. 

Il Giappone, infatti, ha varie qualità che i Paesi occidentali non possono ignorare, come essere un posto sicuro dove poter trasferire conoscenze tecnologiche ed essere al tempo stesso un alleato degli Stati Uniti.

La sua crescita del PIL nel primo trimestre dell’anno è stata superiore alle aspettative, ovvero dell’1,6%, grazie soprattutto al consumo domestico, oltre che anche dal turismo. I consumi sono aumentati del 3,67% nel primo trimestre, con il tasso di crescita trimestrale più alto degli ultimi trent’anni. 

L’inflazione è al 3,2%, ovvero molto inferiore a quella degli USA o dell’Eurozona, grazie al contenimento dei prezzi dell’energia. 

Inoltre, i salari ora stanno aumentando, dopo che sono rimasti stabili per molto tempo. 

Le esportazioni giapponesi sono cresciute addirittura del 43% negli ultimi due anni, soprattutto grazie ai prodotti tech. Infatti è proprio il settore della tecnologia giapponese ad offrire le opportunità che attraggono maggiormente gli investitori.  

A maggio il Nikkei 225 ha raggiunto il livello più alto dal 1990, e da inizio 2023 l’indice è cresciuto del 18,48%. 

Anche grazie alla mancanza di rischi geopolitici, la Nota di NS Partners sottolinea che sarà interessante osservare come i cambiamenti nell’economia giapponese influenzeranno aziende ed investitori esteri.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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