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Venezuela, che fine farà il Petro?

Che fine farà il Petro? La situazione politica del Venezuela si fa sempre più complessa e questo potrebbe portare ad uno stop o alla cancellazione del progetto Petro, la crypto nazionale con backing in petrolio ed altre risorse naturali.

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E’ infatti in corso un tentativo di rovesciamento politico del governo socialista di Nicolas Maduro. Alla guida del tentativo vi è autoproclamato presidente Juan Guaido, appoggiato dall’assemblea nazionale eletta democraticamente e controllata dall’opposizione.

Si tratta di un personaggio emerso recentemente nel panorama politico locale, un uomo  nuovo ma con evidentemente ottimi contatti, visto che è riuscito ad organizzare delle oceaniche manifestazioni in tutto il Paese con grande facilità.

Il governo di Maduro ha cercato di reprimerle con la violenza della polizia e vi sono già stati numerosi morti, visto che sono stati utilizzati non solo lacrimogeni e proiettili di gomma ma anche proiettili veri.

L’esercito per ora non sembra essersi schierato con i rivoltosi, che però godono di un ampio appoggio politico internazionale dagli USA a tutto il sud e centro America, con l’eccezione di Cuba e della Bolivia, mentre il Messico riconosce Maduro, almeno per ora.

Cina e Russia sono rimaste però in una posizione pro-Maduro, mentre in Europa non è stata ancora presa una decisione definitiva.

A complicare la situazione è il fatto che il Venezuela ha rotto le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, imponendo l’abbandono in 72 ore dell’ambasciata.

La mossa madurista non è stata però riconosciuta da Washington che si dice pronta a difendere, anche militarmente, la sede diplomatica a Caracas.

Ora le vie di conclusione della crisi sono tre:

  • Repressione delle manifestazioni per via militare e isolamento internazionale successivo del Paese;
  • Intervento militare esterno degli USA o dei suoi alleati sud americani (in primis Brasile e Colombia), con deposizione di Maduro;
  • Fuga di Maduro verso qualche rifugio sicuro, magari a seguito di un pronunciamiento dell’esercito.

Che fine farà quindi il Petro?

La criptovaluta aveva lo scopo di essere accettata al posto di euro e dollaro per il pagamento del petrolio del Venezuela a partire da quest’anno, e i problemi del Paese potrebbero aver dato una spinta ulteriore all’appoggio USA.

Chiaramente, la deposizione del Presidente, così come previste dalla seconda e dalla terza soluzione, porrebbe fine al Petro ed il Venezuela vedrebbe rinascere l’economia non con il Petro, ma con flussi di aiuti stranieri di carattere finanziario.

La valuta virtuale è un progetto ormai troppo politicamente segnato per poter sopravvivere senza il socialismo bolivariano per cui, anche se in un futuro si dovesse tornare ad una stablecoin con appoggio sul petrolio, non sarebbe il Petro.

Nel primo caso, invece, il progetto proseguirebbe, ma probabilmente sia gli USA sia i suoi alleati imporrebbero sanzioni di carattere finanziario molto strette al regime.

Questo strozzerebbe il lancio della valuta, già vietata negli USA, con divieti molto stringenti ai trasferimenti di valori con Caracas, che potrebbero giungere ad interessare lo SWIFT ed anche le valute virtuali.

Dato che il Giappone e la Corea del Sud sono stretti alleati degli USA, così come la Thailandia, e che l’Europa può prendere una posizione anti-Maduro così come i Paesi mediorientali satelliti di Washington, il mercato del Petro si ridurrebbe a Cina e Russia, per cui comunque, senza un intervento economico diretto di Mosca e Pechino, il tutto si tradurrebbe in un grande flop.

Per questo motivo il Petro sembrerebbe veramente in bilico, se non ancora più vicino alla caduta.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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