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La Cina vuole diventare leader dello sviluppo blockchain

La Cina è pronta a diventare un paese leader nello sviluppo della blockchain. A rivelare ufficialmente questa ambizione è il presidente cinese Xi Jinping, in occasione del 18° Studio Collettivo dell’Ufficio Politico del Partito Comunista Cinese. Si tratta di uno dei workshop che il Partito Comunista Cinese tiene regolarmente. Nell’incontro di giovedì si parlava di innovazioni tecnologiche. Per il presidente cinese Xi Jinping, che è anche leader del partito, è stata l’occasione per esprimere la posizione del paese sulla tecnologia blockchain.

“Dobbiamo prendere la blockchain come un importante passo avanti per l’innovazione indipendente delle tecnologie chiave, chiarire le direzioni principali, aumentare gli investimenti, focalizzandoci su una serie di tecnologie chiave e accelerare lo sviluppo della blockchain e dell’innovazione industriale”.

Per Xi Jinping la Cina è già molto avanti nello sviluppo blockchain, ciò nonostante è giunto il momento di accelerare questo sviluppo per:

“Prendere la posizione dominante nel campo emergente della blockchain”.

Queste parole fanno seguito alle notizie già circolanti circa lo sviluppo di una propria moneta digitale da parte della PBoC (People’s Bank of China). Il lancio di questa criptovaluta centralizzata non è ancora stato definito, e si conoscono pochi dettagli su di essa, uno dei quali è che poggerà su una blockchain.

Cina, sviluppo blockchain e contraddizioni

In realtà in Cina l’uso della blockchain per sviluppare una valuta fortemente centralizzata sembra una contraddizione, che fa venire meno il concetto di decentralizzazione di cui dovrebbero godere le criptovalute. E non è un caso che questo settore sia stato vittima di ripetuti ban da parte del governo cinese.

Ma non c’è da stupirsi. Il sistema politico della Cina è fortemente centralizzato con un controllo concentrato nelle mani del partito al potere, che spesso soffoca tentativi “avversi” con la censura. Una vittima illustre di questo sistema è lo youtuber PewDiePie

PewDiePie in un suo recente video in cui parlava delle proteste di Hong Kong aveva scherzato sul presidente cinese Xi Jinping paragonandolo a Winnie The Pooh. In realtà lo youtuber svedese stava semplicemente commentando uno dei tanti meme che girano online, ma tanto è bastato alle autorità cinesi per bannare anche lui.

In un video successivo PewDiePie ha commentato il provvedimento sorridendo e mostrando la pagina bianca che appare provando a cercare il suo nome sui motori di ricerca interni di Youtube e Reddit. 

“Questo comportamento fa schifo ma sapevo che sarebbe successo”

Ha commentato PewDiePie, spiegando che c’erano già dei precedenti che facevano presagire che anche lui sarebbe stato colpito da ban.

È solo un esempio di un comportamento oppressivo, quello della Cina, che stride con il voler diffondere il più possibile una tecnologia decentralizzata come la blockchain. 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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