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La blockchain per l’Earth Day 2020

Oggi, mercoledì 22 aprile, è l’Earth Day 2020, ovvero la giornata mondiale della terra, dedicata al pianeta in cui viviamo ed all’ambiente. 

Come è coinvolto il settore crypto, e soprattutto la blockchain, in questa iniziativa? 

Innanzitutto è stato istituito il Virtual Earth Day 2020 dall’organizzazione no-profit Blockchain for Social Impact Coalition (BSIC), in programma per l’appunto oggi, e che festeggia l’Earth Day rivelando i team vincitori del Decentralized Impact Incubator 2020.

Questo incubatore attiva una comunità globale di sviluppatori, imprenditori, studenti e creator e li supporta nella creazione di imprese sociali che utilizzano soluzioni innovative per affrontare alcuni dei problemi più gravi a cui è soggetto il nostro pianeta.

L’Incubatore ha già attratto oltre 1.200 partecipanti provenienti da oltre 120 località, concentrandosi su soluzioni di hardware affidabile, meccanismi per la democrazia, agricoltura sostenibile e sostegno ai rifugiati. 

Ma il settore blockchain non è coinvolto solo nelle celebrazioni di oggi della giornata mondiale del pianeta Terra. Sono infatti diverse le iniziative che cercano di sfruttare queste nuove tecnologie in ambito climatico o ambientale. 

Uno degli ambiti più promettenti è quello del mercato dei certificati che riguardano le emissioni di carbonio o le energie rinnovabili. 

Ad esempio la Energy Web Foundation (EWF) di Zurigo è un’organizzazione no profit che sta cercando di realizzare una piattaforma blockchain open source per questi mercati, chiamata Origin, ritenendo questa tecnologia adatta per ridurre i costi delle transazioni, aumentare il numero dei partecipanti, ed accelerare la transizione verso un mercato dell’energia più pulito, più resistente e più conveniente.

L’obiettivo è quello di creare un mercato peer-to-peer tra produttori e consumatori, consentendo agli acquirenti di esprimere le proprie preferenze riguardo le fonti e le aree di produzione. 

Un’altra iniziativa in tal senso è il Carbon Grid Protocol che vuole sviluppare un protocollo per consentire alle reti blockchain e alle dApp di accedere in modo efficiente ai crediti di carbonio per consentire agli utenti di compensare le loro emissioni. 

Il settore energetico è in assoluto uno dei più coinvolti nelle sperimentazioni che vogliono sfruttare la blockchain ed i registri distribuiti. 

Ad esempio il più grande produttore di energia negli Stati Uniti, NRG Energy, sta valutando di utilizzare queste tecnologie per uniformare i dati che raccoglie Stato per Stato, visto che attualmente i vari attori hanno diversi database e sistemi di elaborazione, molto costosi da mantenere. 

Un registro distribuito invece consentirebbe registrazioni univoche dei dati, trasferimenti sicuri delle informazioni, duplicazioni impossibili, e pertanto risparmi di costi. 

In Australia Power Ledger sta utilizzando le DLT per consentire agli abitanti di scambiarsi tra di loro elettricità prodotta dai loro stessi impianti solari, in modo da favorire questa fonte di energia rinnovabile e la produzione locale. 

Altri progetti simili sono WePower, SunContract e Restart Energy, con l’intento comune di rendere possibile un mercato dell’energia senza intermediari.

Anche il settore delle energie rinnovabili è molto coinvolto. Ad esempio, la Blockchain for Climate Foundation è un’associazione no-profit che vuole portare l’accordo di Parigi sulla blockchain, per favorire la collaborazione transfrontaliera e gli investimenti per la riduzione delle emissioni, ma ci sono anche molte altre iniziative in questo specifico ambito. 

Sebbene non tutte queste iniziative stiano già avendo successo, il fatto che le sperimentazioni in corso non siano poche rivela che diverse persone ritengono vi sia un potenziale nell’utilizzo dei registri distribuiti per risolvere in modo innovativo problemi legati in particolare alla produzione ed al consumo di energia, con tutti i problemi che ne derivano sul clima e sull’ambiente. 

Ad oggi, non c’è ancora un caso di chiaro ed evidente successo che possa suggerire che questa sia una strada percorribile su scala globale, ma è comunque solo dal 2018 che si è iniziato a lavorare in tal senso.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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