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IHS Markit punta ai prestiti sindacati

I prestiti sindacati, cioè quei fondi erogati da un consorzio di istituti bancari al fine di ripartire lo sforzo economico e soprattutto il rischio, rappresentano un mercato da oltre 1 trilione di dollari l’anno.

Un mercato che, però, ha dei costi di gestione notevoli, soprattutto dal lato organizzativo: coordinare le operazioni non è una cosa semplice, da qui la necessità di operare per un sistema che riesca a ottimizzare non solo i costi ma anche i tempi.

L’idea di IHS Markit

La risposta è arrivata da IHS Markit, il gigante dell’infrastruttura di mercato che sta sviluppando un nuovo sistema basato su blockchain per gestire sia i pagamenti dei prestiti sindacati sia, in un prossimo futuro, anche una più ampia gamma di transazioni finanziarie.

Non ultimo, stando ad alcuni rumor, è previsto l’utilizzo di token interni da parte delle grandi aziende, per spostare capitali da una nazione all’altra evitando i problemi derivanti dal cambio valutario.

Questo sistema smart contract, noto come Stax, è progettato per snellire l’intero processo dei bonifici in modo da ridurre la complessità e il carico di lavoro sulla riconciliazione bancaria nell’iter di un prestito sindacato, processo che può coinvolgere fino a 30 diverse banche.

I grandi operatori finanziari, pur apprezzando i vantaggi offerti dalle criptovalute, in particolare per quanto riguarda la tecnologia blockchain, sono spesso spaventati dalla volatilità delle monete virtuali, per questo motivo si è pensato a un approccio più pratico.

In sostanza quello di utilizzare i portafogli digitali per trasferire, in forma di token, i capitali depositati in un conto di trading tradizionale e avviare un protocollo per gestire l’intero processo in maniera più lineare.

In estrema sintesi è quello che sta facendo adesso IHS Markit con Stax: l’utilizzo di portafogli digitali consentirà l’ottimizzazione delle transazioni in corso tagliando i tempi morti e i costi di gestione.

Le applicazioni

“Non si tratta sempre di ridurre il tempo, per noi si tratta di ridurre il lavoro”, ha affermato John Olesky, amministratore delegato e responsabile della gestione dei prodotti, il quale ha sottolineato anche la possibilità di utilizzare lo stesso sistema per la gestione dei derivati e altre asset class.

In altre parole una struttura che, come conferma Olesky, “funzionerà per qualsiasi tipo di pagamento che permetta la tokenizzazione”.

Non solo, ma dal momento che molte piccole aziende non hanno a che fare con il concetto di blockchain, questo sarà un modo per permettere loro di scoprire le applicazioni pratiche della nuova tecnologia.

Pur non facendo nomi, in molti hanno guardato a JP Morgan come possibile partner, un candidato più che probabile dal momento che diversi collaboratori di Olesky hanno lavorato con JP Morgan ma lo stesso istituto di credito, e nello specifico la sua unità di blockchain Quorum, ha recentemente messo a punto una nuova applicazione per la gestione di strumenti finanziari, emettendo un certificato di deposito yankee (cioè con scadenza non superiore a 12 mesi emesso all’interno del territorio Usa da aziende straniere) a tasso variabile, pari a 150 milioni di dollari.

Rossana Prezioso
Rossana Prezioso
Appassionatasi alle nuove frontiere dell’editoria online, ha deciso di approfondire ulteriormente le sue conoscenze dedicandosi allo studio dei cambiamenti culturali ed economici derivati dalla nascita della finanza hitech, sviluppando le tematiche riguardanti i nuovi modelli di business ad essa legati e le influenze geopolitiche della new economy criptovalute
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