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Si amplia il ventaglio di banche che evitano di esporsi nell’acquisto di bitcoin con le loro carte di credito. L’ultima in ordine di tempo è Wells Fargo (valore sul mercato azionario pari a $ 270 miliardi di dollari) che ha imposto precise restrizioni anche se, come hanno tenuto a precisare, si potrebbe trattare di un provvedimento momentaneo.
Summary
La conferma di Wells Fargo
La conferma arriva da Shelley Miller VP, Senior Communications Consultant
“Abbiamo deciso di fare questo a causa dei molteplici rischi associati a questo investimento ormai giudicato volatile.”
Wells Fargo va ad aumentare il già lungo elenco di banche che hanno preferito mettere le mani avanti e bloccare gli acquisti di crypto effettuati con le proprie carte di credito. A febbraio, Citigroup, JPMorgan Chase e Bank of America sono state le prime a imporre restrizioni a causa dei timori di volatilità e di elevati rischi finanziari, il che rende la decisione di Wells Fargo addirittura ritardataria rispetto a quanto fatto dalle altre. Ma a questo punto il dubbio nasce spontaneo: la decisione presa dai grandi nomi del credito è una scelta ragionevole?
I numeri
Stando ai numeri di LendEDU, società specializzata nel controllo di crediti e prestiti, circa il 18% degli investitori di criptovaluta ha utilizzato le carte di credito per finanziare i propri acquisti di crypto e il 18% non è stato in grado di rimborsarli successivamente, un mix che nasce dai tassi di interesse per anni ai minimi storici e dalle quotazioni relativamente basse delle singole criptovalute, in costante calo dopo il boom di fine 2017.
Non solo, ma alcuni di loro hanno comprato proprio al culmine del rally e da allora si sono visti crollare l’investimento di circa il 70%.
Partendo da questo punto, è facile dunque pensare che la volontà di salvaguardare i clienti (ma anche i conti delle banche) sia una ragione più che valida, soprattutto se si pensa che nel futuro il settore delle monete virtuali potrebbe presumibilmente diffondersi e quindi gli istituti di credito dovranno convivere con una nuova realtà che sarà stata nel frattempo regolamentata anche a livello internazionale.