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Vitalik l’ultra-liberale si scaglia contro i free rider

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La blockchain e l’industria crypto si basano sullo sviluppo open source, per cui il codice sorgente, come ogni altro tipo di conoscenza, è pubblico e aperto a tutti

Questo implica che qualsiasi programmatore indipendente o azienda lo possa studiare, vi possa apportare modifiche ed estensioni di qualsiasi sorta.

Ma quest’approccio presta il fianco al “free ridingo, per meglio dire, al parassitismo, e pone il problema della monetizzazione dei progetti open source.

Vitalik Buterin, insieme a Zoe Hitzig dell’Università di Harvard e a E. Glen Weyl della Facoltà di Princeton e Microsoft Corporation, ha analizzato il problema del parassitismo dal punto di vista economico estendendo il problema del free riding non soltanto allo sviluppo open source ma anche ai beni pubblici, intesi nell’accezione di Hume, cioè di beni il cui utilizzo non può essere precluso a nessun appartenente della collettività.  

La soluzione proposta da Vitalik è radicale e consiste nel “Liberal Radicalism (LR)”, una riga di codice che aumenterebbe il finanziamento dei progetti in modo incrementale a seconda del numero di partecipanti e del grado a cui si preoccupano del progetto in questione.

Buterin è partito dalle teorie di Eric Posner e Glen Wey del Quadratic Voting, meccanismo per cui ad un individuo non corrisponde un voto ma un budget di crediti vocali, per cui può esprimere la preferenza e l’intensità di preferenza per ciascuna decisione.

Per cui, se un individuo avesse un forte interesse ad un progetto, potrebbe spendere tutti i suoi crediti per far sì che quel progetto fosse posto in essere. Questo ha come conseguenza che gli ulteriori crediti spesi possano intensificare il supporto e quindi abbiano un costo superiore al primo.

Il paper scritto da Vitalik, intitolato “Radicalismo liberale: norme formali per una società neutrale fra le diverse comunità”, traduce  questo sistema di voto in meccanismo di finanziamento di beni pubblici nell’accezione sopra descritta: il finanziamento di ogni progetto è proporzionale al quadrato della somma delle radici quadrate delle contribuzioni ricevute dai singoli.

La proposta scientifica, nonostante il concetto matematico sia complesso, è estremamente interessante e, applicata in ambito crypto, consisterebbe in un’evoluzione dell’attuale meccanismo di finanziamento dei progetti blockchain, donazioni liberali e ICO, cosa che, ovviamente, avrebbe un forte impatto sia sui utility toke attualmente in essere sia sui security token.

Ovviamente, LR implica l’identificazione certa di tutti i partecipanti, il meccanismo di voto/finanziamento non permette a nessuno di poter rimanere anonimo o pseudonimo, in netto contrasto con l’ideale del Cypherpunk’s Manifesto di Eric Hughes che è alla base della blockchain di bitcoin e molti degli autorevoli sviluppatori anonimi, che tanto contribuiscono al progetto bitcoin si troverebbero di fronte ad un dilemma ideologico ed etico.

Anche se pensiamo all’ambito giornalistico, per esempio il giornalismo investigativo, l’applicazione illustrata nel paper di Vitalik potrebbe attanagliare molti addetti ai lavori.

Sicuramente il trade off applicato ad alcuni beni pubblici, come ad esempio le infrastrutture pubbliche, sarebbe a favore dell’applicazione del metodo di finanziamento LR perché permettere alle autostrade, per esempio, la cui utilità viene decisa soprattutto da chi contribuisce alle stesse, e non più in media proporzionale rispetto all’utilità stessa; mentre la privacy non sarebbe un valore da preservare.

La risoluzione matematica del problema del free riding, proposto da Vitalik nella sua ricerca, in cui si può prefigurare anche un’interfaccia utente, ben si sposa con l’applicazione della tecnologia degli smart contract e dal punto di vista economico è una delle soluzioni più efficaci, ma presuppone un’idea di società plutocratica, tanto cara ai gruppi liberisti radicali, non facilmente accettabile dal punto di vista sociale.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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