Nell’ultimo report pubblicato da Samsung è emersa una richiesta maggiore di chip per il mining e di conseguenza l’azienda sudcoreana ha deciso di aumentarne la produzione.
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“Nel secondo semestre, la crescita degli utili dovrebbe continuare a causa della continua espansione degli ordini di AP, sensori di immagine e DDI, nonché dell’aumento della domanda di HPC, compresi i chip di mining delle criptovalute. L’azienda prevede di avviare la produzione di massa dei processori EUV da 6 nm e mira a rafforzare la sua competitività attraverso il tape-out dei processori EUV da 5 nm e completando lo sviluppo dei processori da 4 nm”.
Samsung si dimostra essere una delle aziende favorite dai consumatori. Questo gli ha permesso di arrivare a raggiungere traguardi importanti con un profitto di oltre 47 miliardi di dollari.
D’altro canto, Bitmain, invece, ha perso 625 milioni di dollari nei primi mesi del 2019 perché la propria produzione di soluzioni per il mining non sta più raccogliendo tanti successi.
Samsung continua sempre ad investire nelle nuove tecnologie tra cui la blockchain, sia lato hardware con i suoi chip dedicati al mining sia con i suoi smartphone che hanno la possibilità di supportare alcuni aspetti della blockchain, sia a livello software con il rilascio degli SDK per Ethereum ed il recente supporto per il wallet Pundi X sul suo terminale Galaxy S10.
Sicuramente siamo solo all’inizio di una situazione che aprirà le porte anche ad altri produttori sia di hardware: i vari competitor di Samsung, infatti, stanno iniziando a produrre diverse soluzioni blockchain come nel caso di HTC e di XPhone.
