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Una nuova class action contro Tether

Il 22 novembre è stata avviata una class action contro Tether e Bitfinex presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto occidentale di Washington. 

Lo riferisce Tether stessa, che sostiene anche che questa denuncia soffra delle stesse carenze di cui soffre anche un’altra denuncia, quella presentata il 6 ottobre alla Corte distrettuale del distretto meridionale di New York. 

Le affermazioni dei querelanti vengono definite “prive di merito”, e supportate da una ricerca definita “falsa”. 

Si tratta ovviamente della ricerca  effettuata da John Griffin, della University of Texas, e Amin Shams, della Ohio State University, i cui risultati tuttavia sono già stati ampiamente messi in discussione sia da molti analisti, sia da un’ulteriore ricerca

Tether risponde accusando in modo esplicito gli autori di quella ricerca di averla pubblicata solo per ottenere visibilità, ovvero per interesse personale, dichiarando che tutte le obiezioni sollevate in entrambe le denunce saranno contestate con vigore e smentite, minacciando azioni legali contro chi promuove queste accuse definite “infondate”.

D’altra parte lo stesso mercato sembra dare ragione a Tether, visto che già la volta scorsa la reazione del medesimo alla prima denuncia fu praticamente inesistente

Inoltre, la società dichiara di non aver mai usato token, o emissioni di USDT, per manipolare il mercato delle criptovalute o i prezzi dei token, e che tutti i token USDT sono completamente supportati da riserve, venendo immessi sul mercato solo in base alla domanda del medesimo. 

Secondo Tether queste accuse sarebbero un attacco alla crescita ed al successo dell’intero ecosistema di token digitali, un vero e proprio affronto contro gli sforzi e la dedizione di tutti coloro che prendono parte a questo ecosistema. 

D’altronde Tether non è l’unico soggetto che tokenizza le valute tradizionali ad essere stato accusato di qualcosa. Anche lo stesso progetto Libra, lanciato da Facebook e basato di fatto sullo stesso concetto, ha subito attacchi di ogni genere in tutto il mondo. 

È possibile che una profonda riluttanza ad accettare i cambiamenti, con tutti gli inevitabili rischi che questi comportano, sia alla base della forte reazione contraria di chi si vuole opporre a queste innovazioni, tanto da indurre qualcuno di questi addirittura a costruire accuse basate su semplici supposizioni con il solo scopo di tentare di arrestare questa innovazione.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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