HomeCriptovaluteYouTube come un cecchino sulle crypto. Il ban continua

YouTube come un cecchino sulle crypto. Il ban continua

Poche ore fa si è palesato il ban di alcuni canali Youtube dedicati all’informazione sulle crypto. Ivan on tech è uno di questi:

Più di 215.000 iscritti per un canale che fa discutere. 

Il canale, previa sblocco da parte degli admin di Youtube, resterà bloccato per 3 mesi. Un tempo infinito per un ragazzo che vive del suo canale pubblicando quotidianamente informazione e contenuti legato al mondo della blockchain.

I contenuti sensazionalistici e troppi entusiasmi nei confronti di alcuni progetti dalle dubbie finalità hanno attirato su Ivan, oltre alla critica di qualche utente, la purga di Youtube.

Non è l’unico ad aver ricevuto questo trattamento nelle ultime ore. La lista dei piccoli canali che sembrano non rispettare le regole del colosso americano si allunga sempre di più.

L’occhio del Grande Fratello è puntato nuovamente sulle crypto.

Dopo il ban di dicembre, che ha portato alla chiusura temporanea di alcuni canali, si è parlato di un errore di valutazione che ha portato al ripristino di alcuni account.

Un ban crypto mirato da parte di Youtube

Se durante l’ultimo passaggio sotto le forche caudine del gruppo Google sono passati attori rispettabili come MetaMask e realtà che nulla hanno a che vedere con i pericoli descritti dalle norme in protezione del consumatore, questa volta i canali presi di mira si trovano in una posizione più compromessa.

Le grandi aspettative di crescita di questo mercato e il bisogno di attirare click per aumentare le visualizzazioni, sono un mix devastante per la qualità dei contenuti. 

La speculazione e la lotta per attrarre utenti verso l’acquisto di token o criptovalute non è sempre ben vista dalle autorità di controllo.

Pur facendo spesso un’informazione di qualità, alcuni canali usano titoli d’impatto o creano forti aspettative per mantenere alto il gradimento e forte il senso di appartenenza.

L’allarme scatta quando l’incitazione all’incauto acquisto potrebbe colpire utenti inesperti o quella fetta di popolazione che non ha gli strumenti per comprendere dove stia investendo il proprio tempo e il proprio denaro.

Senza scomodare i complottisti non ci resta che osservare un imbarazzo generale nei confronti di questo settore.

La normalizzazione delle criptovalute ha bisogno di tempo. Non è sufficiente un episodio dei Simpson per rompere un paradigma monetario secolare.

Molti buoni investimenti verranno fatti, molti soldi rubati e chissà quante truffe ancora verranno generate prima che l’ecosistema sia maturo.

Non possiamo pensare che non ci sarà ostruzionismo o la volontà di deviare la narrativa verso un modello che assicuri ad alcune istituzioni di mantenere il controllo sul sistema.

Alternative crypto a Youtube?

Non ancora conosciute dalle grandi masse ma operative e funzionanti, ecco alcune proposte in alternativa a Youtube:

Attraverso queste piattaforme si è liberi di condividere contenuti video con meno restrizioni. In alcune di esse è anche possibile ricevere micropagamenti in funzione delle visualizzazioni.

Rimane aperta la discussione sulle limitazioni che devono essere poste in essere alla totale libertà di condivisione.

L’accesso a piattaforme non controllabili renderebbe la pubblicazione di materiale pedopornografico o di istigazione alla violenza più facile. 

La possibilità di frode e manipolazione sarebbero facilitati. In questo caso ci si domanda quale sia il male minore.

Premesso che la tecnologia sia in grado di permetterlo:

  • Chi decide cosa può essere incluso o meno in un registro decentralizzato immutabile e di libero accesso?
  • Dobbiamo veramente costruire una struttura con massima libertà di accesso e completamente incensurabile?

Il libertarismo cozza ancora una volta con la difesa dei più deboli.

La globalizzazione dell’informazione e il libero accesso ad essa portano con sé un problema sociale non indifferente.

 

Lorenzo Dalvit
Lorenzo Dalvit
Educatore appassionato di Blockchain, esperto di vendite e marketing, social community manager, direttore artistico, musicista, amante dei paradigmi dirompenti e della vita. Le mie competenze riguardano l'interazione e la connessione umana
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