HomeBlockchainRegolamentazioneCorea del Sud: la nuova regolamentazione crypto e l’impatto del Coronavirus

Corea del Sud: la nuova regolamentazione crypto e l’impatto del Coronavirus

Pochi giorni fa la Corea del Sud ha emanato una nuova regolamentazione specifica per le crypto. 

Tecnicamente si è trattato di un emendamento del Financial Information Act che recepisce le raccomandazioni della Financial Action Task Force (FATF) del G20 e che ha dato piena ed esplicita legittimità alla proprietà ed al trading di asset virtuali. 

La nuova legislazione consentirà alle autorità locali, ovvero all’unità di informazione finanziaria sudcoreana (KoFIU), di supervisionare e monitorare questo settore industriale ancora così giovane, secondo le linee guida globali antiriciclaggio (AML), antiterrorismo (CFT) e il Know-Your-Customer (KYC). 

L’atto verrà firmato dal presidente sudcoreano entro 15 giorni, entrerà in vigore tra 12 mesi, ovvero entro marzo 2021, e prevederà un ulteriore periodo di grazia di 6 mesi per adeguarsi a tutti i requisiti. Pertanto entro settembre 2021 tutte le norme dovranno essere rispettate. 

Per quanto riguarda gli exchange crypto coreani, chiamati Virtual Asset Service Providers (VASP), la nuova regolamentazione prevede che debbano registrare un conto bancario autorizzato segnalandolo all’unità di intelligence finanziaria nazionale (FIU), e che debbano ottenere un certificato di sicurezza per soddisfare i nuovi requisiti normativi. 

I VASP saranno le piattaforme coinvolte nella vendita, acquisto, conservazione, scambio, trasferimento e gestione di criptovalute, ed oltre agli exchange riguardano anche i trust, i fornitori di wallet custodian, e le ICO. 

Queste procedure AML e KYC sono difficili e costose, ma sono state introdotte già nel 2018. Tuttavia fino ad ora erano state attuate solamente da pochi grandi exchange del paese, mentre ora verranno estesi a tutti. 

Il certificato di sicurezza che saranno obbligati ad ottenere è l’Information Security Management System (ISMS) della Korea Internet & Security Agency (KISA).

Forse però il problema principale sarà il conto bancario, diventato obbligatorio per ogni exchange crypto sudcoreano, perchè pare che le banche locali siano riluttanti a lavorare con clienti che operano in questo settore. Fino ad ora risulterebbero esserci solo 4 exchange crypto coreani con conti bancari nominali su banche coreane: 

Oltre a questi, solamente altri due hanno la certificazione ISMS:

  • Hanbitco, 
  • GoPax. 

Il fatto è che, qualora non fossero in grado di farlo e continuassero ad erogare i loro servizi, i responsabili rischiano una pena detentiva di 5 anni di carcere, o una multa da 50 milioni di Won. 

L’impatto della nuova regolamentazione crypto in Sud Corea

I principali exchange crypto del paese sembrano già essere conformi alla maggior parte delle nuove norme, ma per molti piccoli exchange potrebbe essere molto difficile adeguarsi. 

La Corea del Sud è in assoluto uno degli Stati al mondo con il maggiore utilizzo di criptovalute, soprattutto in ambito finanziario e speculativo, pertanto le maggiori preoccupazioni del governo riguardano le potenziali truffe e gli hacking delle piattaforme, oltre alle manipolazioni dei prezzi ed ai falsi volumi dichiarati dagli exchange. 

Per questo il governo è attivo già dal 2018 nel tentativo di regolamentare questo settore ancora molto giovane, in cui l’autoregolamentazione degli exchange ha dimostrato di non essere sufficiente a ridurre in modo drastico i problemi sopracitati. 

Inoltre, l’emendamento di fatto riconosce ufficialmente davanti alla legge sudcoreana la proprietà e gli scambi di criptovalute, cosa che potrebbe incrementare in modo significativo la loro attrattività ad esempio per gli investitori istituzionali. 

Infine, fornirà protezione legale ai proprietari di criptovalute, sottoponendoli agli stessi obblighi finanziari che riguardano gli asset tradizionali. 

Il coronavirus

D’altra parte la Corea del Sud è anche uno dei paesi più colpiti al mondo dal coronavirus Covid-19. Per diversi giorni è stata seconda al mondo per numero di contagiati, dietro solamente alla Cina, anche se negli ultimi giorni è stata raggiunta da Italia e Iran. 

Confrontando su Google Trends le ricerche nel paese dei termini “bitcoin” e “coronavirus” si nota che a partire da fine gennaio le ricerche sul coronavirus sono letteralmente esplose, mentre quelle su bitcoin sono abbastanza stabili fin da luglio 2019. 

È anche curioso che ad inizio febbraio, quando il prezzo di BTC era in ascesa, ci siano state diverse ricerche della query “bitcoin coronavirus”, poi completamente scomparse a partire da fine febbraio. 

Da notare che, ad esempio, su Bithumb i volumi di scambio di BTC in valuta locale sono diminuiti molto nel 2020, in particolare proprio da fine gennaio. Quindi è possibile che l’emergenza virale abbia scoraggiato diversi coreani a tradare criptovalute. 

I volumi di scambio su Localbitcoins 

Anche i volumi di scambio su Localbitcoins sono decisamente contenuti, sebbene il calo significativo ci sia stato in realtà soprattutto dopo l’introduzione del KYC

Un curioso picco c’è stato durante la settimana precedente allo scoppio dell’emergenza coronavirus, dopodichè i volumi sono tornati in linea con i precedenti. 

Anzi, se misurati in BTC evidenziano davvero un netto calo in questo 2020, con in media solamente 3 BTC scambiati ogni settimana. 

Tuttavia è possibile che volumi così contenuti possano anche essere dovuti al fatto che molti utenti coreani di Localbitcoins potrebbero aver scelto di utilizzare altre piattaforme, dopo le recenti restrizioni introdotte da questa a fine 2019. 

Di sicuro la situazione di emergenza in Corea del Sud non sta aiutando il mercato delle criptovalute, riducendo l’interesse dei coreani a loro riguardo, ma stando alle ultime notizie potrebbe essere in via di remissione. 

Se così sarà, grazie alle nuove normative i volumi di scambio potrebbero tornare ad aumentare, a causa di una maggiore fiducia nelle piattaforme che consentono di scambiarle.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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