Marzo 2020 nel mondo delle criptovalute si avvia a concludersi con la seconda giornata consecutiva con una netta prevalenza del segno verde. Questo però non cancella la performance decisamente negativa che registra ribassi dall’inizio del mese tutti a doppia cifra.
Tra le big bisogna scendere fino alla 21° posizione occupata da Crypto.com Chain, token (CRO) che riesce a limitare i danni con un -8%.
L’unica che si distingue con una performance positiva è Leo (LEO) che con le performance degli ultimi giorni recupera il dollaro di valore, lo stesso del lancio avvenuto lo scorso anno.
Leo è l’unica tra le altcoin principali che chiude con un rialzo su base mensile del 9%.
Questo marzo 2020 abbatte i rialzi di gennaio e febbraio andando a così a concludere il terzo trimestre consecutivo con il segno rosso.
Una tendenza così lunga non si registrava dal 2014-2015, evidenziando come il movimento ribassista che sta caratterizzando ormai da oltre un mese l’intera settore riporta preoccupazioni e dubbi sull’andamento dei prossimi mesi.
Unica nota positiva è che il secondo trimestre dell’anno è statisticamente il periodo con i migliori rialzi.
Su base trimestrale si fanno però notare le performance positive, con rialzi che si spingono oltre la doppia cifra, per le privacy coin.
Dash (DASH) da inizio anno guadagna oltre il 55%. A distanza, ZCash (ZEC) e Monero (XMR) salgono, la prima sfiorando il 10% da inizio anno, mentre Monero con i rialzi degli ultimi giorni riesce a spuntare oltre il 3%.
Tra le big, Bitcoin registra una performance negativa, -10% che un po’ nasconde i ribassi che hanno caratterizzato il movimento nella seconda quindicina di marzo. In una settimana dal 7 al 13 marzo, BTC ha visto crollare di oltre il 55% il suo valore.
Stessa performance negativa anche per Ripple (XRP) che con un -10% torna a 17 centesimi, livelli che non registrava da oltre 2 anni.
Riesce a limitare i danni Ethereum che chiude poco sopra la parità, +1% su base trimestrale, anche se il forte movimento che ha caratterizzato Ethereum nelle ultime settimane fa perdere tutto il guadagno accumulato nel corso dei primi due mesi e mezzo che aveva fatto sperare in un ritorno della gloria per i prezzi tornati a ridosso dei 300 dollari con il doppio massimo di metà febbraio, da dove è iniziata la lenta e poi inesorabile discesa che si è conclusa con i minimi del 13 marzo.
Il rimbalzo degli ultimi giorni lenisce le ferite, facendo risalire le quotazioni di alcuni punti percentuali (ad esempio BTC oltre il 50%, per ETH ed XRP ed altre altcoin anche oltre il 70%), ma non basta.
Per mettersi alle spalle l’affondo della prima parte di marzo è necessario risalire sopra i precedenti livelli di supporto, ora diventati ostiche resistenze.
Tornando in ambito giornaliero oggi prevale il segno verde. Tra i maggiori rialzi di giornata si fa notare Iota (IOTA) che con un balzo del 7% recupera la soglia dei 15 centesimi di dollaro.
Neanche IOTA è rimasta immune dai ribassi dell’ultimo mese, che con il minimo di metà marzo ha visto toccare il punto più basso dal lancio dell’autunno 2017.
L’altra migliore di giornata è Crypto.com token con un rialzo di oltre il 5%.
Tra le peggiori non si evidenziano particolare movimento al ribasso. Si distingue Maker (MKR) che perde il 3%.
Il market cap si mantiene sopra i 180 miliardi di dollari, provando a mettere le basi per recuperare nei prossimi giorni i 200 miliardi di dollari, livello che la capitalizzazione ha abbandonato con i ribassi di metà marzo. L’ultima volta che i prezzi hanno rotto la soglia dei 200 dollari era proprio il 12 marzo.
I volumi restano bassi. Ieri dopo la pausa di domenica gli scambi su Bitcoin sono tornati a scambiare un controvalore di 1,3 miliardi di dollari.
La dominance di Bitcoin si mantiene sopra il 65%. Quella di Ethereum ripiega a ridosso dell’8%. Una rottura sotto questo livello proietterebbe Ethereum alla quota di mercato di inizio febbraio, quando per la prima volta dopo oltre tre mesi tornava sotto la soglia dell’8%. Ripiega anche XRP che si mantiene sopra il 4,1%.
Bitcoin (BTC)
Bitcoin è a ridosso oramai della chiusura del ciclo bisettimanale, un segnale positivo arriverebbe con la rottura entro i prossimi due-tre giorni della soglia dei 6.800 dollari.
Una svolta sotto i 5.800, livelli minimi dell’ultima settimana e del precedente weekend darebbe indicazioni ribassiste e aprirebbe spazio per un affondo sotto i 5.500 dollari.
Ethereum (ETH)
Ethereum continua ad oscillare attorno i 135 dollari non dando particolari segnali di recupero in quanto le oscillazioni vengono accompagnate da bassi volumi, ormai diradati da una settimana.
Per ETH è necessario tornare al più presto sopra i 140-145 dollari perché in caso di una piega sotto i 120 dollari, supporto che coincide con il punto più basso delle ultime due settimane, si aprirebbero pericolosi spazi per testare la soglia psicologica dei 100 dollari.