Ieri è avvenuto con successo lo spegnimento dei Single Collateral Dai (SAI), che sono stati ora tutti convertiti in Multi Collateral Dai (MCD), progetto che permette di avere altri asset come collaterale per prendere la stablecoin DAI.
L’evento era già stato programmato da tempo proprio con la data fissata nel pomeriggio di ieri, 12 maggio 2020 (qui la transazione). In questo modo tutti i SAI sono stati convertiti in ETH, o meglio in WETH.
Chi non abbia ancora cambiato i propri SAI può utilizzare il portale dedicato per convertire i SAI in ETH.
La migrazione da SAI a DAI
Con questa migrazione si conclude un’epoca molto proficua che ha permesso alla finanza decentralizzata (DeFi) di porre le sue fondamenta.
Da quando è stato annunciato questo passaggio da SAI a DAI ci sono stati molti cambiamenti e problemi per il settore.
Pensiamo per esempio ai vari attacchi hacker contro diverse piattaforme del mondo DeFi e al crypto crash dello scorso marzo, durante il quale è stato proprio grazie agli MCD che si è riusciti a limitare i danni introducendo l’utilizzo della stablecoin USDC per fornire maggiore liquidità al settore.
Questi eventi hanno mostrato anche i punti deboli della DeFi in situazioni estreme, visto che il problema di Maker DAO durante il crypto crash è stato risolto utilizzando una stablecoin centralizzata.
Una scelta sicuramente paradossale e che è stata piuttosto criticata dalla community crypto: infatti, DAI è un progetto decentralizzato che si è rivolto a USDC, centralizzata, a testimonianza forse che la completa decentralizzazione è ancora un’utopia.
L’evoluzione della DeFi
Ad ogni modo, il settore della finanza decentralizzata si sta evolvendo in fretta e ad inizio mese si è vista l’introduzione dei wBTC, asset peggati al bitcoin che adesso vantano oltre 20 milioni di dollari bloccati.
Inoltre, da qualche mese stanno facendo bene anche i pTokens, asset peggati al valore di BTC ma basati su diverse altre blockchain per facilitare l’interoperabilità tra i diversi protocolli e creare maggiore liquidità.