Nelle ultime ore sono state fatte alcune transazioni in bitcoin, oltre 100, che riportano tutte lo stesso messaggio contro Craig Wright, definendolo un “bugiardo e un truffatore”, smentendo nuovamente la sua tesi di essere Satoshi Nakamoto.
Questo il messaggio apparso in tutte le transazioni:
“Craig Steven Wright è un bugiardo e un truffatore. Non ha le chiavi usate per firmare questo messaggio. Il Lightning Network è un traguardo significativo. Tuttavia, dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la capacità della catena. Sfortunatamente, la soluzione non è semplicemente cambiare una costante nel codice o permettere ai partecipanti più potenti di costringere gli altri. Siamo tutti Satoshi”.
Se controlliamo i vari indirizzi da cui sono state fatte queste transazioni in BTC, possiamo vedere che questi sono molto vecchi, risalenti al 2009 e, anche se non appartengono a Satoshi Nakamoto, come ha ribadito anche BitMEX su Twitter, uno di questi era stato usato da Craig Wright come prova di essere Satoshi.
Le accuse contro Faketoshi
Tra i vari indirizzi, infatti, uno in particolare lo ritroviamo nei documenti che aveva fornito proprio Craig Wright in tribunale e questo contiene i presunti indirizzi di cui deterrebbe le chiavi private che fanno parte della sua fortuna da 1 milione di bitcoin (BTC).
Se li inseriamo su un explorer blockchain, i dati sono sorprendenti, come si può vedere nella seguente immagine.
Craig Wright non è Satoshi Nakamoto
È proprio uno di questi indirizzi ad aver inviato la transazione in cui si accusa Craig Wright di frode, di non essere Satoshi e di aver sempre testimoniato il falso.
Questa è quindi la prova inconfutabile, immodificabile e certa, che Craig Wright non solo non è Satoshi Nakamoto, come più volte ha provato ad affermare, ma ha anche fornito delle prove false in tribunale, commettendo un reato.
Con questi elementi possiamo chiudere definitivamente l’argomento sul fatto che sia lui o meno il misterioso creatore di bitcoin.