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Ripple sostiene ancora di non essere una security

Chris Giancarlo, ex direttore del CFTC (Commodity Futures Trading Commission) conosciuto anche come CryptoDad, ha scritto un articolo in cui specifica a chiare lettere che Ripple (XRP) non è un security token.

L’articolo è molto lungo e complesso e parte dagli albori della tecnologia blockchain e delle crypto evidenziandone l’incredibile velocità con cui si stanno evolvendo.

Per questo è veramente difficile poterle regolare in qualche modo o determinare dei parametri standard che possano andare bene a tutti, soprattutto con quanto decide la SEC (Securities and Exchange Commission), vero giudice in questo campo.

È infatti la SEC che sempre più spesso decide le sorti di molti progetti crypto, mietendo spesso delle vittime, come successo nel caso di Gram, il token di Telegram, che ha dovuto abbandonare il progetto nonostante una ICO (Initial Coin Offering) da 1,7 miliardi di dollari.

Infatti, è proprio sulle ICO che viene messo l’accento, soprattutto relativamente al fatto che queste hanno portato alla nascita di moltissime truffe che hanno visto gli investitori a perdere milioni di dollari.

La SEC seguendo una legge risalente agli anni ’30, il Security Act ed il Securities Exchange Act, interviene in quanto i token spesso sono come delle azioni che garantirebbero un ritorno dall’investimento iniziale e quindi seguirebbero delle regole che invece non sono rispettate.

Il caso di Ripple

È questo infatti il dibattito che vede Ripple protagonista: XRP è o no una security?

Giancarlo sostiene di no, ritenendo che XRP sia decentralizzata (anche se Ripple detiene più della metà degli XRP).

Poichè Ripple non controllerebbe gli XRP, questi non seguirebbero il valore dell’azienda e quindi non sarebbero security, secondo Giancarlo.

Motivo per i quali, secondo l’ex direttore della CFTC Ripple non sarebbe passibile di incorrere nelle regolamentazioni per le security.

Nel documento, Giancarlo evidenzia anche la funzione di utility token di XRP, funzionale a diversi progetti anche come vero e proprio mezzo di scambio.

Secondo il direttore, questa sua utilità è dimostrato dalle varie piattaforme che hanno iniziato ad accettarlo come pagamento, oppure anche dai diversi progetti che utilizzano il loro ecosistema.

Ad ogni modo, per quanto il documento provenga da una fonte autorevole ed esperta, l’autore è anche il legale di Ripple e quindi ha tutto l’interesse di far passare un determinato concetto piuttosto che un altro. 

Alfredo de Candia
Alfredo de Candia
Android developer da oltre 8 anni sul playstore di Google con una decina di app, Alfredo a 21 anni ha scalato il Monte Fuji seguendo il detto "Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo". Tra le sue app troviamo un dizionario di giapponese, un database di spam e virus, il più completo database sui compleanni di serie Anime e Manga e un database sulle shitcoin. Miner della domenica, Alfredo ha una forte passione per le crypto ed è un fan di EOS.
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