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L’intervista di Pompliano a Roger Ver

Ieri è stata pubblicata un’intervista fatta da Anthony Pompliano a Roger Ver,  in cui si sono affrontate varie tematiche legate al mondo crypto e blockchain ed in particolare si è parlato ovviamente di Bitcoin Cash (BCH).

L’intervista inizia con la presentazione di Ver che dedica un paio di minuti a raccontare il suo background da imprenditore e di tutte le vicende che ha vissuto dai primi tempi.

Il background di Roger Ver nel racconto a Pompliano

Già alla fine degli anni ’90 Ver aveva una società che si occupava di vendere hardware e una delle sfide dell’epoca erano propri i pagamenti, visto che il suo business si espandeva anche tramite Internet.

Non esistevano infatti ancora smartphone, PayPal o altre piattaforme sicure per effettuare transazioni.

Quindi trovare un’alternativa ai vaglia postali era necessaria e Ver racconta di quando uscì e-gold nel 1996, una valuta digitale che trasferiva la proprietà dell’oro tra tutti i suoi utenti.

E-gold rimase attiva fino al 2009, quando venne sospesa dal governo americano perché veniva usato anche dai criminali per il riciclaggio di denaro, cosa che comportò anche la confisca dell’oro.

Questo permise di far capire a Ver che fosse una buona idea avere qualcosa che fosse legato ad asset reali e di valore, ma si trattava di qualcosa di depositato presso terzi e passibile di sequestro.

Il primo approccio a Bitcoin

Nell’intervista poi si è parlato del suo primo approccio con bitcoin, e di come Ver aveva letto diversi libri di fantascienza che raccontavano di un fantomatico sistema di pagamento elettronico digitale.

Così, quando poi arrivò Bitcoin, Ver si buttò a capofitto sull’argomento e comprò diversi BTC.

Per quanto riguarda le stablecoin peggate all’oro, Ver spiega che secondo lui è meglio avere direttamente l’asset fisico e non un documento o qualcosa che li rappresenti, proprio perché alla fine è il possesso, e non il titolo, che ne determina l’efficacia.

È poi nel 2011 che Ver si ritrova per la seconda volta a cercare notizie in merito a Bitcoin e questa volta si mise a studiare il tema a capofitto per notte e giorno arrivando addirittura a stare male per diversi giorni.

All’epoca Bitcoin valeva dai 0,01 ai 0,10 e l’impatto maggiore sulla sua diffusione lo ebbe Silk Road, perché si credeva che questo asset fosse anonimo e la maggior parte aveva iniziato a sfruttarlo per scopi illeciti.

In questo modo la sua diffusione e il suo utilizzo erano aumentati, e così Ver creò uno store online per comprare beni e servizi in bitcoin.

Il Bitcoin Jesus

Interessante anche la risposta di Roger Ver alla domanda di Anthony Pompliano sul perché nel corso del tempo non abbia venduto mai le sue crypto quando il loro valore era salito: Ver spiega che non ci sono altri sistemi interessanti in cui investire se non le crypto ed inoltre ritornare alle fiat sarebbe una scelta ridicola perché il loro potere d’acquisto diminuirà nel tempo a causa dell’inflazione.

Al contrario, le crypto, anche se non c’è una garanzia che il loro prezzo salirà nel lungo periodo il valore aumenterà perché sono una risorsa limitata, al contrario delle fiat.

Altro aneddoto che è stato affrontato è quello del soprannome con cui viene ricordato, “Bitcoin Jesus”. Ver racconta di come ad un barbecue c’erano dei ragazzini e lui iniziò subito a parlare di Bitcoin e regalare dei BTC, spiegando che potevano usarli in diversi posti per comprare quello che volevano.

Questa scena di lui circondato da ragazzini, diede ai suoi amici l’idea del messia in veste crypto, quindi lo soprannominarono così. 

Roger Ver e Bitcoin Cash

Successivamente si è passati a parlare di Bitcoin Cash (BCH).

Ver ricorda così di una cena con diversi sviluppatori bitcoin, che mettevano in guardia gli utenti di non utilizzare l’asset per pagare la cena ma che fosse meglio usare le carte di credito.

Questo fece capire a Ver che nella community c’erano persone che non credevano all’utilizzo di Bitcoin come metodo di pagamento.

Altro episodio che gli ha fatto capire che qualcosa non andava è stata l’introduzione del sistema RBF (Replace By Fee), un sistema che permette di sostituire una transazione fatta precedentemente con una fee più alta per velocizzarne la conferma.

Questo significa che una transazione non è sicura fino a quando non viene confermata da almeno 6 blocchi.

Anche il costo delle transazioni ha fatto la sua parte, dato che se un sistema è troppo costoso, nel corso del tempo verrà usato sempre meno.

Così si decise per un fork per aumentare la grandezza dei blocchi e diminuire le fee.

Ver ricorda che nel picco del prezzo di BTC di fine 2017, si sono visti tempi di attesa di 2 settimane per una transazione: un vero incubo che potrebbe presentarsi ancora.

Questo ha fatto scindere la community e ha portato al fork di Bitcoin Cash.

Ver sottolinea che tutti i problemi legati al bitcoin hanno portato alla creazione anche di altre crypto e questo nel corso del tempo ha portato alla diminuzione della dominance di Bitcoin che ora si aggira al 60%.

Inoltre, secondo Ver Lightning Network non è stabile e non è molto diffuso quindi non è una vera soluzione per risolvere i problemi di Bitcoin.

Secondo Ver la vera metrica da tenere d’occhio per determinare l’efficacia di una crypto, in questo caso BTC o BCH, non sono solo il numero di transazioni ma il numero delle persone che effettivamente utilizzano una crypto.

Ci sono molte persone di tanti paesi che non hanno una competenza tale da poter settare un nodo (Ver ha confermato di utilizzare sia un nodo BTC che BCH e che Bitcoin.com ha tra 10 e 20 masternode) e quindi si affidano a soluzioni semplici ed onchain come Bitcoin Cash.

Chi è Satoshi?

L’intervista si conclude con una domanda finale in merito all’identità di Satoshi Nakamoto. Ver risponde che Craig Wright dovrebbe prima riuscire a provare le sue affermazioni e fino a quando non lo farà non potrà essere considerato tale.

Ver afferma che un candidato è Adam Back, che però ha smentito questa ipotesi.

Tutto sommato, secondo Ver, è meglio non sapere la vera identità di Satoshi per non subire influenze esterne.

Pompliano e Bitcoin

Nell’intervista a Roger Ver, Anthony Pompliano ha affermato di avere solo BTC perché secondo lui la strategia migliore e vincente è quello della concentrazione, visto che alla base di Bitcoin c’è sistema deflattivo.

Alfredo de Candia
Alfredo de Candia
Android developer da oltre 8 anni sul playstore di Google con una decina di app, Alfredo a 21 anni ha scalato il Monte Fuji seguendo il detto "Chi scala il monte Fuji una volta nella vita è un uomo saggio, chi lo scala due volte è un pazzo". Tra le sue app troviamo un dizionario di giapponese, un database di spam e virus, il più completo database sui compleanni di serie Anime e Manga e un database sulle shitcoin. Miner della domenica, Alfredo ha una forte passione per le crypto ed è un fan di EOS.
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