“La Cina deve diventare la prima nazione al mondo ad emettere una valuta digitale”.
Questo è quanto si legge in un articolo pubblicato su China Finance, una rivista gestita dalla banca centrale cinese (PBoC), secondo quanto riferisce Reuters.
L’obiettivo sarebbe quello di internazionalizzare maggiormente lo yuan, e ridurre la propria dipendenza dal sistema di pagamento globale in dollari.
Anzi, secondo China Finance i diritti di emettere e controllare una valuta digitale diventerebbero un “nuovo campo di battaglia” per la concorrenza tra paesi sovrani, e l’emissione di valute digitali delle banche centrali porterebbero grandi cambiamenti al sistema finanziario globale attuale.
A tal proposito la stessa PBoC evidenzia che il paese otterrebbe molti vantaggi ed opportunità ad emettere la sua valuta digitale (DC/EP), e pertanto dovrebbe accelerare in questa direzione per poterne cogliere i frutti prima degli altri, anche perchè la valuta digitale potrebbe migliorare l’attuazione della politica monetaria, e quindi supportare meglio la ripresa economica post-pandemia, oltre ad aiutare a rompere il monopolio internazionale del dollaro.
Va aggiunto che fino a ieri lo yuan si stava apprezzando in modo significativo sul dollaro americano, visto che è passato da 0,1415$ di inizio luglio fino a 0,1480$, con un guadagno superiore al 4,5% in meno di due mesi. Oggi però, dopo la pubblicazione dell’articolo di China Finance, ha perso lo 0,46%.
È possibile che la PBoC miri a svalutare lo yuan rispetto al dollaro, per aiutare le esportazioni, dopo la crescita degli ultimi mesi, e forse una valuta digitale potrebbe aiutare a farlo, ad esempio per distribuzioni dirette di moneta ai cittadini, così come fatto ad esempio negli USA in piena emergenza pandemia.
Valuta digitale, la Cina fa sul serio
Nel frattempo i test sul campo del prototipo già funzionante di DC/EP stanno procedendo, tanto che alcuni media locali riferiscono che alcune delle principali banche commerciali statali cinesi hanno già iniziato a condurre test interni su larga scala.
Inoltre un’unità di ricerca sulla DC/EP ha già presentato domanda per 130 brevetti relativi a questa nuova valuta digitale, che formerebbero una supply chain completa per supportare il suo lancio.
Quindi è ormai chiaro che la Cina fa davvero sul serio da questo punto di vista, anche se non è invece ancora chiaro quali saranno le tempistiche.