Nel corso del 2020 in totale gli hacker avrebbero rubato quasi 100 milioni di dollari a vari progetti Defi.
È quanto emerge da un recente report di CipherTrace, che rivela che fino ad ora nel corso dell’anno risulterebbero rubati fondi alle piattaforme DeFi per un valore complessivo di 99,2 milioni di dollari.
Anzi, nel primo semestre dell’anno la DeFi avrebbe attratto il 45% di tutti i furti e gli hack del settore crypto, saliti al 50% nel secondo semestre non ancora concluso, responsabili complessivamente del 21% del volume in dollari di tutti gli hack ed i furti del 2020 nel settore.
Anche i fondi rubati con il più grande hack nel 2020, quello da 281 milioni di dollari ai danni di KuCoin, sarebbero stati riciclati tramite piattaforme DeFi.
Nel 2019 questo volume fu praticamente trascurabile, ma a causa del vero e proprio boom della DeFi nel 2020 è letteralmente esploso.
CipherTrace fa notare che i protocolli DeFi spesso mancano di conformità normativa, rendendo possibile a chiunque accedervi con poche o nessuna informazione KYC, diventando di conseguenza “un rifugio per i riciclatori di denaro”.
Inoltre gli smart contract su cui sono basati a volte non sono certificati e contengono vulnerabilità che possono essere sfruttate da eventuali malintenzionati.
Secondo CipherTrace la continua crescita della DeFi potrebbe attrarre l’attenzione delle autorità di regolamentazione globali, tanto che ad esempio il FATF prende già in considerazione anche gli exchange decentralizzati nelle sue linee guida, e la FinCEN vorrebbe applica ai DEX la stessa normativa degli ATM crypto.
Anche la SEC pare interessarsi a questo mondo, in particolare proprio per quanto concerne i rischi di frode, mentre l’Unione Europea sta lavorando ad una proposta di regolamento, chiamata Markets in Crypto-Assets (MiCA), che vorrebbe vietare agli exchange decentralizzati di offrire servizi ai cittadini europei a meno che non si costituiscano come entità giuridiche con sede legale in uno Stato membro della UE.
Nel frattempo DAI ha superato per la prima volta nella sua storia il miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, superando BUSD (Binance USD) e diventando così la terza stablecoin per market cap, dietro solamente a USDC ed all’inarrivabile USDT.
Il successo della DeFi continua, pertanto inevitabilmente finirà per attrarre sempre più attenzione, anche da parte dei regolatori.