Chainalysis, azienda che si occupa di analisi dell’uso delle criptovalute, ha pubblicato un report su come le crypto sono state usate nel 2020 e quale percentuale viene sfruttata per attività illegali.
Spesso, infatti, chi non è nel settore e lo vuole screditare afferma che le crypto sono usate solo dai criminali, ma questa è solo una delle migliaia di applicazioni delle crypto, così come avviene anche con il denaro contante.
Le transazioni crypto illegali
Il report di Chainalysis sottolinea infatti come solo lo 0,40%, ovvero 9 miliardi di dollari in termini di volumi, sono state usate dai criminali per cui non si tratta certo della maggioranza.
Come mostra il grafico, la percentuale è scesa di molto rispetto al 2019, anche se questo numero è cambiato anche per il fatto che sono aumentati i volumi in generale.
O forse potrebbe essere che i criminali stanno iniziando a capire che crypto come Bitcoin non sono davvero anonime e che presto o tardi possono essere rintracciati, come spesso avvenuto in passato.
Questo 0,40% è per lo più costituito da transazioni di progetti scam come per esempio Plus Token (2 miliardi di dollari su 9) e dal mercato del dark web.
I ransomware e il Covid-19
Ciò che poi è molto aumentato nel 2020 rispetto all’anno precedente sono i ransomware, con un tasso di crescita del 311%. Questo è dovuto anche alla crescita dello smart working, che ha sottolineato le lacune della sicurezza informatica sui computer usati in casa.
Ma non solo questo, visto che nel 2020 abbiamo visto parecchi ransomware che hanno colpito la città italiana di Rieti o l’Università di Maastricht.
Fortunatamente altri indicibili crimini sono percentuali praticamente inesistenti nel mondo crypto. Infatti, come si vede nel grafico, le altre percentuali sono costituite soprattutto dai fondi rubati, cosa che succede negli attacchi hacker a piattaforme centralizzate come exchange e wallet.
Ad ogni modo, il report sarà ampliato e pubblicato in versione integrale il prossimo febbraio.