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Wirex, lo storage fee fa infuriare gli utenti

Su Twitter sta montando la protesta contro lo storage fee di Wirex: un costo di commissione che probabilmente molti utenti stanno notando solo ora. 

In realtà leggendo i general terms of service di Wirex questo costo è ben specificato ed è in vigore almeno dal 15 luglio 2020

La tassa in questione è appunto un costo che si applica per mantenere lo storage agli utenti, in particolare a quelli inattivi. Questo costo varia fino a 0,003 BTC al giorno se l’account resta inattivo per 18 mesi. 

Considerato che attualmente Bitcoin vale circa 56.000 dollari, 0,003 BTC corrispondono a 169 dollari circa. Moltiplicato per 30 fanno 5.070 dollari al mese. Un salasso. 

Cos’è lo storage fee su Wirex

Lo storage fee è una tassa che si applica agli account “dormienti”, cioè inattivi da molto tempo. Prevede due diversi livelli di applicazione. Per gli utenti inattivi da 9 e fino a 18 mesi, lo storage fee sui conti fiat è di 5 dollari, o 5 sterline, o 5 euro al mese. Mentre per i saldi in criptovalute, si applica una tassa dello 0,20% del saldo, di almeno 5 sterline al mese. 

Per gli account che invece sono inattivi da più di 18 mesi, si applica una tassa da 5 dollari, o 5 sterline, o 5 euro al mese ma per i saldi in criptovalute si applica anche la tassa di 0,003 BTC al giorno. 

Inoltre, specifica Wirex, il saldo può essere utilizzato anche per i loro pool di liquidità, senza che questo però vada ad influire sul saldo dell’utente. 

La soluzione a tutto questo:

“Basta transare con noi per rendere di nuovo attivo il tuo conto”.

In pratica questa tassazione dovrebbe spingere gli utenti di Wirex a utilizzare costantemente i loro account. L’alternativa è svuotare il conto, dal momento che lo storage fee si applica solo a chi ha fondi depositati. 

Purtroppo molti utenti erano evidentemente ignari di questo meccanismo e si sono visti stornare ingenti fondi, nonostante sui terms of service Wirex scrive che gli utenti sono avvisati almeno 30 giorni prima che scatti il prelievo via email. Per questo la piattaforma consiglia di fare anche una singola operazione, che sia deposito, prelievo, scambio o trasferimento, per rendere di nuovo l’account attivo ed evitare che sia applicato lo storage fee. 

Ma in tanti hanno esternato la loro rabbia su Twitter parlando addirittura di scam, exit scam e simili. 

https://twitter.com/XRPBooboo/status/1371134246673338369?s=20

Purtroppo però la procedura era molto chiara, dunque non si tratta di una truffa, ma di una tassa (discutibile) che era prevista dal regolamento di utilizzo, regolamento che qualunque utente accetta esplicitamente nel momento in cui apre un account. 

Vale sempre la regola di ritirare i propri fondi se si sceglie di non utilizzare più una piattaforma, e di depositarli su un proprio wallet slegato dagli exchange o da altre piattaforme centralizzate. 

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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