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Trading “facile”: Coinbase e Robinhood a confronto

Robinhood e Coinbase sono due portali di trading noti per la loro facilità di uso. Tuttavia presentano delle differenze significative. In questo articolo ne vedremo alcune. 

Per prima cosa va detto che Robinhood è disponibile solo negli Stati Uniti. Il trading su Coinbase è invece possibile in quasi tutto il mondo, tranne nelle legislazioni dove il trading di criptovalute è vietato. 

E qui scatta un’altra sostanziale differenza: su Robinhood si può fare trading di azioni e criptovalute, mentre Coinbase è esclusivamente un exchange di criptovalute. 

Entrambe però sono molto facili da usare. 

Per quel che riguarda Robinhood, basta aprire un account e trasferire dei fondi. A quel punto è possibile iniziare a fare trading di azioni, criptovalute, ETF e opzioni. Basta scegliere quella che si vuole comprare (o vendere) e andare nella sezione trade. 

Coinbase può essere usato sia da desktop che da applicazione. All’atto dell’iscrizione bisogna fare anche le procedure KYC che permettono all’exchange di identificare i suoi clienti. Poi si può iniziare a fare trading, scegliendo tra circa 50 criptovalute disponibili. Per pagare è possibile sia fare un versamento dal proprio conto corrente ricaricando quindi il proprio conto euro o dollaro, sia pagare tramite carta di credito (attenzione: non tutte le banche consentono di utilizzare le proprie carte per fare trading di criptovalute). 

L’altra sostanziale differenza è che Robinhood non consente di prelevare le proprie criptovalute. In pratica, queste vanno riconvertite in dollari. Coinbase invece consente il prelievo verso un wallet personale. 

Il punto di forza di Robinhood sono però le fee, pari a zero. Coinbase al contrario applica dei costi di commissioni che possono anche essere molto elevati. 

Chi vuole continuare ad approfondire similitudini e differenze tra Robinhood e Coinbase, può ricorrere a Investopedia.

Perché sono “celebri” Coinbase e Robinhood

Detto tutto questo, va chiarito un aspetto: Coinbase si rivolge anche agli investitori istituzionali. Non è un caso che Tesla abbia acquistato 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin tramite Coinbase. Lo stesso ha fatto Microstrategy. Robinhood invece si rivolge in particolare ai giovani, rendendo facili gli investimenti, senza bisogno di un broker. Tuttavia proprio questa facilità ha messo Robinhood sotto accusa. Nel giugno 2020 un 20enne si suicidò credendo di aver perso molti soldi investendo con Robinhood. Da quel momento l’azienda guidata da Vladimir Tenev e Baiju Bhatt si è impegnata ad aumentare i suoi sforzi per spiegare il trading e rendere i suoi utenti più consapevoli. 

L’altro episodio che l’ha resa una celebrità anche fuori dagli Stati Uniti è stato il caso Gamestop. I trader di WallStreetBets infatti sono per lo più giovani che hanno usato Robinhood per “pompare” il prezzo delle azioni di Gamestop, scatenando una vicenda che ha scosso la finanza e soprattutto un paio di hedge fund, improvvisamente a rischio bancarotta. 

Coinbase invece sta vivendo il suo particolare momento di gloria grazia alla recente quotazione al Nasdaq. È il primo exchange di criptovalute a sbarcare in borsa. Anche per Robinhood si parla di IPO, ma al momento ancora non ci sono date. 

Indipendentemente dalla facilità d’uso e dalla solidità dell’azienda, è bene ricordare che entrambe le app non sono giochi. Il trading si fa con soldi veri, ed è un settore pieno di rischi, Per questo, è bene non esaltarsi per un’interfaccia accattivante ma fare operazioni consapevoli, studiando i propri investimenti prima di metterli in pratica. 

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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