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Elon Musk, John McAfee e la manipolazione di Bitcoin e Dogecoin: possono dei tweet cambiare il valore di un asset?

John McAfee ha un nuovo erede in Elon Musk?

“CEO di Dogecoin”, ma compra Bitcoin. Pare non sia una sua decisione, lui dice di preferire DOGE, salvo poi decidere comunque di accettare pagamenti solo in BTC per Tesla. Invitato poi al Saturday Night Live fa salire il prezzo di Dogecoin, ma infine lo definisce una truffa e lo fa crollare.

Elon Musk con un paio di tweet riesce ormai a modificare il mercato crypto. La lista di incongruenze dichiarate dal CEO di Tesla è ormai infinita, tra un tweet criptico e un’apparizione televisiva dai toni a dir poco comici.

Come qualche giorni fa, quando alla fine Tesla ha dichiarato di non accettare più pagamenti in BTC a causa del suo pericoloso impatto ambientale. Eppure il giorno prima sempre Musk aveva chiesto alla sua community se Tesla avrebbe dovuto accettare anche Dogecoin come metodo di pagamento. Ed entrambe le criptovalute – ricordiamo – sono basate su Proof of Work, quindi sul mining, e inquinano allo stesso modo per quanto l’adozione della seconda sia più limitata.

Inoltre, davvero Tesla ha paura dell’impatto ambientale di Bitcoin? La tempistica sembra quantomeno sospetta: quando aveva deciso di accettare BTC non era a conoscenza del funzionamento del mining? 

Ovviamente sì e sarebbe quantomeno ridicolo pensarlo per cui è più probabile che si tratti di una voluta manipolazione di mercato.

Tra l’altro, come ha spiegato anche l’Università di Cambridge in uno studio, “il consumo dei device sempre accesi ma inattivi delle case statunitensi consuma il 60% in più dell’intera rete Bitcoin” e stiamo paragonando in questo caso qualcosa di completamente inutile, di un vero e proprio spreco, contro una tecnologia che altrimenti non potrebbe funzionare.

Che Bitcoin inquini poco o tanto, non è questa la sede per discuterne, ma quello che resta è che Musk sembra divertirsi nel dimostrare di essere in grado di cambiare le sorti dei prezzi di diverse criptovalute e questo non è accettabile. 

Elon Musk, John McAfee e la libertà

Nel mondo tradizionale questo sarebbe insider trading, anche perché Musk possiede sia Bitcoin che Dogecoin nel suo wallet. Inoltre, quando si parla di regolamentazione del mondo crypto si pensa sempre ai KYC delle piattaforme, a prestare attenzione che ogni centesimo sia controllato, dichiarato, tassato, ma questo è piuttosto ridicolo se pensiamo che Elon Musk, che fa volontariamente salire o crollare il mercato a suo piacimento, anche facendo perdere milioni di dollari agli investitori, non viene controllato in nessun modo.

Tra l’altro, come ha ricordato la moglie di John McAfee, suo marito è in carcere da sette mesi per aver manipolato il mercato a suo vantaggio (anche se nel caso di McAfee pare che il vero problema sia l’evasione fiscale)

Si tratta in ogni caso di un controsenso che sta rovinando un settore nato come questione di libertà, per un senso forse anche utopico di raggiungimento del concetto di “freedom of money”. E invece ce ne stiamo tutti dimenticando.

 

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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