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Perché Bitcoin sale nonostante l’Infrastructure Bill

Mentre il Congresso degli Stati Uniti sta decidendo le sorti del settore delle criptovalute con l’infrastructure Bill, Bitcoin non crolla, anzi sembra più vivace che mai.

È strano infatti che proprio mentre in uno dei paesi più importanti al mondo si sta scrivendo la storia, il mercato non è attendista né al ribasso. Al contrario, Bitcoin ed Ethereum non sono mai stati così vivaci. 

Le ragioni le ha spiegate Mike Novogratz in un tweet e sono essenzialmente due:

1) DC ha capito che la comunità delle criptovalute è grande, diversa e forte.   

2) Hanno dimostrato esattamente perché la gente vuole sistemi decentralizzati in primo luogo. 

Effettivamente, nel momento della stesura di questo articolo, proprio a poche ore dal voto decisivo sull’Infrastructure Bill, il prezzo di Bitcoin ha di nuovo toccato i 45.000 dollari, invertendo la rotta negativa di inizio mattinata. Attualmente Bitcoin guadagna oltre il 2%. Anche Ethereum, trascinato dall’upgrade London, ha di nuovo tagliato i 3.000 dollari.

Insomma, sembra che il panorama crypto al momento non si stia preoccupando di quanto accade negli Stati Uniti.

Del resto è vero quel che dice Mike Novogratz: la comunità è grande, diversa e forte, e soprattutto, è globale. Le operazioni che potrebbero non essere consentite negli Stati Uniti potrebbero essere eseguite altrove dagli stessi cittadini USA,

Inoltre, proprio queste leggi finiscono per dirottare l’attenzione degli utenti verso le criptovalute.

Come spiegato dallo stesso Novogratz in un precedente tweet:

“Le crypto sono iniziate come un movimento di persone che non si fidavano del governo e dell’autorità centralizzata. Le azioni imbarazzanti dei nostri senatori e della Casa Bianca rafforzano questa mancanza di fiducia. Vergognoso”.

L’infrastructure Bill e la reazione di Bitcoin

Infatti l’Infrastructure Bill nasce per aumentare il prelievo fiscale e fino a qui non ci sarebbe nulla di male. Tuttavia obbligherebbe i validatori di transazioni a riferire all’IRS. Gli exchange come Coinbase si sono detti disponibili a farlo, ma altri soggetti non hanno l’infrastruttura che lo consente proprio per la loro natura decentralizzata.

Se il disegno di legge passasse, così come impostato, il settore crypto negli Stati Uniti subirebbe un duro colpo che li porterebbe fuori da una posizione di leadership.

La discussione in queste ore sta ruotando intorno ad alcuni emendamenti che potrebbero modificarne l’impatto, a partire da quello presentato da Cynthia Lummis.

Tuttavia la situazione è in continua evoluzione. Al momento il mercato non sembra preoccupato. Resta da vedere cosa accadrà dopo il voto finale, atteso per martedì.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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