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Facebook, Frances Haugen si sostiene con le criptovalute

Frances Haugen, l’ex product manager di Facebook, si sostiene grazie alle criptovalute. 

Salita agli onori delle cronache per aver denunciato i comportamenti “ambigui” del social network, ha smentito di vivere grazie a presunti finanziatori. 

Frances Haugen e le criptovalute

È stato il New York Times a svelare il mistero sulle fonti economiche della “gola profonda” che ha rivelato alla stampa i segreti più scottanti di Facebook.

Secondo quanto riporta il NYT, dietro Frances Haugen non ci sarebbe Pierre Omidyar, co-founder di eBay, ma una ricchezza in criptovalute:

Al giornale ha dichiarato:

“Per il prossimo futuro, sto bene, perché ho comprato criptovalute al momento giusto”.

Non è dato sapere quale fosse “il momento giusto”, né quali criptovalute stiano contribuendo al suo supporto economico in un momento così difficile.

Il New York Times rivela anche che Frances Haugen al momento si sarebbe stabilita a Porto Rico, isola caraibica, considerata molto tollerante nei confronti delle criptovalute in particolare per il suo regime fiscale che non tassa i capital gains.

Dietro il trasferimento ci sarebbero anche condizioni di salute, ma sembra proprio che la volontà di raggiungere quelli che il giornale considera “amici crypto” abbia prevalso.

Per quel che riguarda invece il rapporto con il co-founder di eBay, Frances Haugen ha spiegato di aver ricevuto supporto economico da gruppi no profit sostenuti da Omidyar, per viaggi e cose simili.

Il rapporto con la stampa

Il lungo articolo del New York Times in realtà nasce per raccontare il rapporto di Frances Haugen con la stampa. L’ex product manager di Facebook avrebbe iniziato a rivelare segretamente notizie sul social network al Wall Street Journal. 

Ma quando la sua fama è cresciuta a seguito dell’audizione nel Congresso USA, ha optato per un altro percorso. Grazie ad un’agenzia di comunicazione fondata da Bill Burton, ex collaboratore di Barack Obama, ha creato un gruppo Slack con alcuni dei più celebri giornali di Europa e Stati Uniti. 

Questo è stato un po’ imbarazzante soprattutto per il Wall Street Journal, che per primo aveva “coccolato” la sua fonte sugli scandali di Facebook.

Sebbene lo scopo dichiarato fosse quello di diffondere dei documenti su Facebook e proteggere soprattutto gli utenti di stati più “fragili” (individuati come quelli non di lingua inglese), la chat ha finito per creare malintesi e scontri vari tra i giornalisti presenti, più avvezzi a farsi concorrenza piuttosto che a collaborare.

Facebook continua i suoi progetti, lasciandosi alle spalle le polemiche

La risposta di Facebook

Facebook dal canto suo non ha accettato passivamente le accuse mosse dalla sua ex product manager. In perenne lotta contro i media che sembrano dargli sempre addosso, Mark Zuckerberg ha smentito le tesi di Frances Haugen.

Sulla scia di queste nuove polemiche, il CEO di Facebook sta avendo sempre più problemi anche con gli altri prodotti legati al social network, tra cui il wallet Novi e la stablecoin Diem.

Un gruppo di senatori USA, tra cui la celeberrima crypto-critica Elizabeth Warren, ha chiesto la chiusura immediata del wallet. Il motivo: non ci si può fidare di Facebook per gestire una valuta e un sistema di pagamento visti tutti gli scandali in cui è coinvolta.

Al momento l’iniziativa dei senatori USA si è concretizzata solo con una lettera al CEO del social network. Niente di pratico insomma.

Facebook intanto va avanti con i suoi progetti e non si lascia frenare dalle polemiche e dagli articoli scandalistici: il prossimo step sarà la creazione di un metaverso, e chissà se questa sorta di realtà parallela sarà al riparo dalle accuse di questi giorni.

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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