Facebook di recente ha annunciato il lancio del suo nuovo wallet crypto Novi, in collaborazione con Coinbase. Ma la cosa non è piaciuta affatto ad alcuni senatori USA che ne hanno chiesto esplicitamente la chiusura immediata con una lettera inviata al CEO della società, Mark Zuckerberg, ieri.
Summary
Chiusura per il wallet di Facebook: le ragioni
La lettera, firmata da Brian Schatz, Sherrod Brown, Richard Blumenthal, Tina Smith e soprattutto Elizabeth Warren, esorta esplicitamente Zuckerberg ad interrompere immediatamente il progetto pilota Novi, e addirittura ad impegnarsi a non portare la stablecoin Diem sul mercato.
Si tratta di un’iniziativa che ha dell’incredibile, e che rivela come vi siano ancora politici che purtroppo, pur vivendo in un paese liberale, pensino di poter imporre le loro personali idee alle aziende, che invece dovrebbero operare all’interno di un mercato libero.
La senatrice Warren in particolare in passato è stata spesso molto critica nei confronti delle criptovalute, ma ha anche più volte dimostrato di non aver compreso bene cosa siano e come funzionino realmente.
La lettera dei senatori USA a Facebook
La lettera si apre con un chiaro riferimento agli “scandali” che hanno coinvolto Facebook negli anni, sostenendo che Facebook abbia perseguito i profitti a scapito dei propri utenti.
Citano questioni totalmente irrilevanti rispetto alle criptovalute ed al progetto Novi, come gli “algoritmi che danneggiano gli adolescenti, in particolare le ragazze”, o l’indifferenza mostrata dall’azienda nei confronti dei danni che i suoi prodotti causerebbero.
Citano proprio la portata di questi scandali come ragione alla base della loro forte opposizione al progetto di lanciare una criptovaluta e un wallet digitale.
Se da un lato questa iniziativa dei cinque senatori non dovrebbe avere alcun valore legale, ha però probabilmente una forte valenza propagandistica, dato che difficilmente a Facebook potrà essere impedito di emettere un wallet digitale, visto che alle altre aziende non è stato impedito.
La comprensione del funzionamento di queste nuove tecnologie da parte dei cinque firmatari della lettera sembra estremamente superficiale, se non del tutto inesistente, anche perché il progetto pilota del wallet Novi prevede l’utilizzo di Pax Dollars (USDP), ovvero una stablecoin già esistente e già usata da altri wallet.
Lo stesso CEO di Coinbase, Brian Armstrong, qualche giorno fa si è congratulato con uno dei principali artefici del progetto Diem, David Marcus, definendo semplicemente “hater” coloro che si oppongono alla realizzazione di questo progetto.
I cinque senatori firmatari della lettera sembrano in effetti più hater che rappresentanti del popolo realmente interessati a fare il bene della nazione, ed a far rispettare la Costituzione.
Affermano:
“Non ci si può fidare di Facebook per gestire un sistema di pagamento o una valuta digitale quando la sua capacità esistente di gestire i rischi e proteggere i consumatori si è rivelata del tutto insufficiente”.
Propaganda vs realtà
Ad oggi invece non sembra vi siano mai stati significativi problemi con le milioni di transazioni che la società gestisce ogni anno, ad esempio con gli inserzionisti, quindi l’azienda in realtà sembrerebbe essere decisamente affidabile in tal senso.
I problemi evidenziati dai senatori riguardano aspetti che non hanno a che fare con le transazioni finanziarie, e vengono probabilmente utilizzati solo come pretesto per fare propaganda politica in modo da ottenere consensi, senza la minima reale possibilità di riuscire ad imporre lo stop al progetto Novi.