Secondo una simulazione di ultrasound, la supply di Ethereum potrebbe ridursi dell’1% all’anno dopo il passaggio ad ETH 2.0.
Summary
Verso la riduzione della supply di ETH
La simulazione si basa su tre parametri impostabili. Fissando questi tre parametri a 10 milioni di ETH in staking, 50 Gwei di gas di base medio, e il passaggio alla Proof-of-Stake il 31 marzo 2022, a partire da aprile 2022 la supply di ETH potrebbe iniziare a ridursi.
Dopo un picco massimo di 119,3 milioni di ETH, potrebbe scendere a 118,6 milioni a fine 2022, a 117,4 a fine 2023 ed a circa 116 milioni a fine 2024.
Attualmente invece la supply di ETH è in continua crescita, anche se a partire dall’hard fork London ha iniziato ad aumentare meno.
Si tratta solamente di una simulazione con parametri impostati arbitrariamente, ed i risultati ovviamente cambiano a seconda del gas base che si sceglie di impostare. Inoltre il gas base varia nel corso del tempo, e la simulazione non ne tiene conto.
Secondo altre stime la riduzione in realtà potrebbe anche risultare superiore, forse persino il doppio.
Ethereum is currently on pace for -2% supply shrink a year once the PoS merge takes place in a few months.
— eric.eth (@econoar) October 26, 2021
Supply Ethereum, cosa cambia con la versione 2.0
ETH non ha un limite preimpostato per la propria supply, come invece i 21 milioni di BTC, ma il burn di parte delle fee potrebbe non solo impedire alla supply di ETH di crescere per sempre, ma forse anche farla diminuire in modo significativo.
Infatti con il passaggio alla PoS, qualora i livelli del gas rimanessero simili a quelli attuali la nuova blockchain inizierà a bruciare più ETH di quanto ne verranno creati per ogni singolo nuovo blocco.
Per ora l’hard fork London ha ridotto l’emissione di nuovi ETH del 57%, grazie alla distruzione di quasi 630.000 degli oltre 1,1 milioni di ETH che sono stati distribuiti come ricompense ai miner.
Con il passaggio dalla Proof-of-Work alla Proof-of-Stake i miner spariranno, e gli ETH creati dal nulla per ricompensarli saranno sostituiti da un numero presumibilmente inferiore di ETH creati per ricompensare gli staker che convalideranno i blocchi al posto dei miner.
I premi dello staking sono dalle 5 alle 10 volte inferiori rispetto ai premi per il mining, quindi ne verranno creati di meno per ogni singolo blocco convalidato. Inoltre lo staking non richiede affatto grossi investimenti in energia elettrica, come il mining, quindi per gli staker non sarà un problema accettare minori ricompense.
I dubbi sul passaggio alla PoS
Resta da capire:
- se il numero di blocchi convalidati in media nell’unità di tempo rimarrà lo stesso,
- se le fee bruciate rimarranno elevate,
- se le fee pagate dagli utenti rimaranno sugli stessi livelli,
- quanti ETH verranno immobilizzati in totale per lo staking.
Ad oggi è impossibile affermare con certezza come andrà a finire, ma la possibilità che la supply di ETH possa iniziare a scendere sembra esserci. Va tuttavia ricordato che anche prima dell’hard fork London qualcuno suggeriva che la supply avrebbe sostanzialmente potuto smettere di crescere, mentre invece per ora si è trattato solo di un rallentamento della crescita.