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Finiko: il fondatore Doronin testimonia contro 44 complici

Finiko, il più grande crypto-ponzi russo degli ultimi tempi, ha nuovi sviluppi. Il suo fondatore, Kirill Doronin, si è offerto di testimoniare contro 44 complici che avrebbero violato il suo ordine di accettare solo criptovalute dagli investitori. 

Finiko, la nuova testimonianza di Kirill Doronin

La mente dietro Finiko, Kirill Doronin ha deciso di collaborare con le autorità russe fornendo una nuova testimonianza che andrebbe ad elencare una serie di persone che, come lui sostiene, avrebbero accettato valute fiat come rubli e dollari statunitensi dalle vittime della crypto-piramide. 

Secondo quanto riportato, Doronin avrebbe detto:

“Sono pronto a fornire una testimonianza rivelatrice sui partecipanti della società Finiko che hanno raccolto illegalmente denaro fiat (rubli russi e dollari statunitensi)”

Una mossa per alleviare le enormi accuse contro se stesso, dopo esser stato arrestato l’estate scorsa per frode ed essere stato trasferito dalla Repubblica Russa del Tatarstan alla capitale Mosca, dove il Ministero federale degli Affari Interni (MVD) ha preso in carico l’indagine Finiko.

I nomi dei 44 complici incriminati da Doronin sono stati forniti ai funzionari del MVD, durante l’interrogatorio del 18 novembre, che è durato per ore. Tra i tanti, ci sono anche i nomi dei due vicepresidenti di Finiko, Ilgiz Shakirov e Dina Gabdullina, così come Lilia Nurieva, salita al grado di cosiddetta “decima stella”, anch’essi arrestati e successivamente trasferiti a Mosca.

Finiko
Finiko avrebbe ingannato oltre 3.000 utenti

Doronin vuole gli arresti domiciliari

Uno dei motivi di questa nuova testimonianza di Doronin è forse stata suggerita dai suoi avvocati per poter richiedere alle autorità la detenzione agli arresti domiciliari, in vista anche del fatto che il fondatore di Finiko è diventato di recente padre. 

Niente a che vedere con l’ammissione di colpa, ma anzi un totale “scarico di responsabilità” verso complici e dipendenti della sua crypto-piramide più scam di tutti i tempi. 

Infatti, a tre mesi dopo l’arresto, la mente del “sistema automatico di generazione di profitti“, continua a negare ogni responsabilità e dà la colpa del suo crollo ai suoi partner e assistenti.

Russia e crypto: la situazione generale

Il caso di Finiko e le accuse di Doronin ai suoi partner di aver richiesto valute fiat agli investitori invece che crypto, fa un po’ credere che in Russia le crypto possono essere usate come scam, ma non è proprio così. 

Infatti, mentre da poco è stato annunciato direttamente da Elvira Nabiullina, governatrice della Banca Centrale di Russia (CBR), che a inizio 2022 ci sarà un primo prototipo del rublo digitale, qualche mese fa, invece, la stessa Russia dichiarava guerra ai crypto-exchange. 

Così mentre da un lato si prosegue con la Central Bank Digital Currency (CBDC) della Russia, dall’altro la stessa Banca Centrale ha lavorato con le banche commerciali del Paese per impedire il trasferimento di denaro verso gli exchange crypto. Lo scopo di tale azione, era quello di frenare gli “acquisti emozionali” di criptovalute, soprattutto nelle piattaforme non autorizzate. 

Il quasi ban alle crypto della Russia, deriva da esponenti della CBR come Sergey Shvetsov che ribadisce il suo pensiero, secondo cui le criptovalute sono un asset altamente rischioso. 

 

Stefania Stimolo
Stefania Stimolo
Laureata in Marketing e Comunicazione, Stefania è un’esploratrice di opportunità innovative. Partendo come Sales Assistant per e-commerce, nel 2016 inizia ad appassionarsi al mondo digitale autonomamente, inizialmente in ambito Network Marketing dove conosce e si appassiona dell’ideale di Bitcoin e tecnologia Blockchain diventandone una divulgatrice come copywriter e traduttrice per progetti ICO e blog, ed organizzando corsi conoscitivi.
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