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Google Pay apre ai pagamenti in criptovalute?

Secondo indiscrezioni trapelate dall’agenzia di stampa Bloomberg, il colosso delle ricerche di internet di Mountain View, avrebbe assunto come direttore della sua divisione dei pagamenti digitali, Google Pay, l’ex senior vice president di PayPal Arnold Goldberg. Secondo molti esperti questa mossa rappresenta un passo ulteriore verso l’implementazione dei pagamenti in criptovalute da parte di Google.

Google e i pagamenti in criptovalute

Il presidente della sezione e-commerce di Google, Bill Ready, ha spiegato a Bloomberg a proposito della valute digitali che

“Le crypto sono qualcosa a cui prestiamo molta attenzione. Man mano che la domanda degli utenti e quella dei commercianti si evolvono, ci evolveremo con essa”.

D’altra parte ad ottobre era stata annunciata una partnership tra Google e Bakkt, la  piattaforma tecnologica (listata al NYSE) che consente a consumatori, aziende e istituzioni di sbloccare il valore delle risorse digitali.

L’accordo sarebbe mirato ad estendere la portata e l’usabilità delle risorse digitali in Google Pay per acquistare beni e servizi di uso quotidiano online, in negozio o ovunque sia accettato come forma di pagamento.

A settembre invece il colosso delle ricerche su internet aveva stretto un accordo con Dapper Labs, per sostenere, attraverso Google Cloud, Flow Blockchain e aiutarla a scalare.

D’altra parte Google non pare interessata alla finanza tradizionale come sembrava quando fu lanciato il servizio Plex per aprire direttamente conti correnti bancari sulla app di pagamento digitali di Google.

Aveva detto Ready in un’intervista a novembre:

“Non siamo una banca, non abbiamo intenzione di essere una banca. Alcuni sforzi del passato, a volte, si sarebbero involontariamente infiltrati in quegli spazi”

Google pagamenti in criptovalute
Google si dice attenta alle criptovalute

Google Pay ancora indietro rispetto ai competitor

I risultati della app di pagamenti digitali di Google sono piuttosto deludenti se rapportati per esempio a quelli di una rivale come Apple. In alcuni paesi, come per esempio l’India, è molto utilizzata, ma in molti altri paesi la crescita del servizio lanciato nel 2015 è fino ad ora molto lenta.

Tom Noyes, un analista del settore, ha stimato che nel 2020  Google rappresentava circa il 4% dei pagamenti contactless negli Stati Uniti, definendo il servizio “in gran parte un fallimento”.

Ecco allora che, come ammesso anche da Ready, il fatto di inserire i pagamenti in criptovalute nella app, potrebbe essere un tentativo di allargare la platea degli utenti del servizio. 

L’ingresso in Google Pay del manager di PayPal, che da novembre ha abilitato i pagamenti in criptovalute e che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe al lavoro per creare una sua stablecoin, potrebbe essere il chiaro segnale della volontà dei vertici di Mountain View di accelerare questo processo verso i pagamenti in criptovalute.

 

Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo Cacioppoli
Vincenzo è genovese di nascita ma milanese di adozione. E' laureato in scienze politiche. E' un giornalista, blogger, scrittore, esperto di marketing e digital advertising. Dopo una lunga esperienza nel marketing tradizionale, comincia attività con il web e il digital advertising nel 2011 fondando una società Le enfants. Da sempre appassionato di web e innovazione, nel 2018 approfondisce le tematiche legate alla blockchain e alle criptovalute. Trader indipendente in criptovalute dal marzo 2018, collabora con aziende del settore come content marketing specialist. Nel suo blog. mediateccando.blogspot.com, da tempo si occupa soprattutto di blockchain, che considera come la più grande innovazione tecnologia dopo Internet. A novembre è prevista l'uscita del suo primo libro sulla blockchain e il fintech.
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